Temi caldi
L'amministratore delegato del Gruppo Renault approfondisce i temi cricitici dell'industria auto europea, tra errori del passato e soluzioni per il futuro
F.P.
26 feb 2025 (Aggiornato alle 15:56)
La transizione all'elettrico imposta a tappe forzate, trascurando un contesto fatto di competitività e vantaggio tecnico in mano ai costruttori cinesi, di carenza delle materie prime essenziali alle batterie e che fossero accessibili ai player europei, fino all'infrastruttura di ricarica insufficiente, ha portato alla crisi dell'auto in cui è sprofondata l'Europa.
A marzo sono attesi i primi interventi concreti dal Piano d'azione frutto del dialogo tra legislatore e case auto, insieme alle aziende della componentistica, ai rappresentanti dei lavoratori e i portatori di interessi sul green.
L'attesa è che si dia forma e sostanza ai concetti di flessibilità e neutralità tecnologica sbandierati dalla nuova Commissione Europe, sempre guidata da Ursula von der Leyen. Sì all'elettrico senza preconcetti no ad altre tecnologie.
Intervenendo a Bergamo al convegno "Innovare per tornare a crescere", Luca de Meo, a.d. del Gruppo Renault ha ribadito la visione da adottare: "Il tema su cui spingiamo è dire: lasciamo agli ingegneri la creatività per poter trovare delle soluzioni. Il nemico non è una tecnologia o l'altra ma la CO2 e i prodotti inquinanti. E' difficile che un regolatore sappia più di un ingegnere qual è la soluzione migliore. Lasciamo agli ingegneri la migliore soluzione per poter ridurre l'impatto di CO2".
Elettrico, ibrido, e-fuels, biocarburanti, per giungere a una riduzione ampia ed effettiva delle emissioni inquinanti, in grado di produrre un ricambio del parco auto circolante europeo diventato molto, troppo vetusto. Un tema che in Italia ha registrato nel 2024 una media di 12,2 anni di età media del parco auto circolante e, in Europa, è giunto a 12 anni rispetto al valore medio di 7 anni del 2005.
L'elettrico è una, non l'unica soluzione di mobilità. Il tema diventa la gestione di una competizione con i costruttori cinesi che vada al di là delle misure di breve respiro come i dazi imposti dalla Commissione.
"Penso che dobbiamo arrivare a un accordo con la Cina. Come abbiamo approfittato 25 anni fa della crescita del mercato cinese, e in cambio abbiamo dovuto fare investimenti, dobbiamo fare la stessa cosa e dare loro il 10%-15% del mercato, che ha un valore per i cinesi.
L’abbiamo fatto con i giapponesi, con gli americani e con i coreani, che in totale fanno il 25% del mercato europeo. Non vedo perché non farlo con i cinesi. Loro vogliono fare business, però in cambio dobbiamo avere degli investimenti di costruttori cinesi che possono anche aiutare la filiera a trasformarsi, in particolare su tutta la parte della catena del valore della vettura elettrica".
Dagli investimenti sull'elettrico ai costi sostenuti per adeguare le auto termiche alle normative legate alla sicurezza dei dati fino alle emissioni inquinanti, per i costruttori è diventato "anti-economico" operare nei segmenti più bassi del mercato e in modo da garantire un'accessibilità economica per il consumatore che si è spostata parecchio più in alto negli ultimi 10 anni.
Nella visione dell'industria dell'auto secondo De Meo, la strada di una regolamentazione favorevole in materia di piccole auto da città dovrebbe essere un approccio seguito dal legislatore.
"La regolamentazione europea negli ultimi 20 anni ha fallito e ora si vuole trovare la pallottola d'argento che risolve tutto, con la storia dell'elettrico. La regolamentazione è stata spinta dai tedeschi, che hanno voluto rendere le auto più complesse perché gli faceva comodo, visto che prendono delle macchine premium ma questo ha avuto un effetto devastante su alcuni Paesi produttori, come Francia e Italia e un po’ la Spagna, dove la gente compra macchine piccole o perché non ha soldi o perché nelle città non ci entra. Noi dobbiamo tornare a fare vetture piccole, non lo facciamo perché la regolamentazione le rende totalmente non profittabili.
Abbiamo dovuto aggiungere dotazioni di sicurezza per 400 euro a vettura: se le metti su una Twingo sono tanti soldi, su una grossa berlina invece sono pochi.
Di queste disposizioni ne abbiamo 8 nei prossimi anni. Da anni invece dico di prevedere una regolamentazione diversa per le piccole vetture, come si fa in Giappone come le 'K car'. Una cosa del genere farebbe ripartire l'Italia, la Francia e la Spagna".
Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail
Loading
Abbonati all’edizione digitale e leggi la rivista, gli arretrati e i contenuti multimediali su tutti i tuoi dispositivi.
Abbonati a partire da € 21,90