Tavolo automotive, Urso: "L’Italia guida l'Europa, per rimettere sulla strada giusta l'automotive"

Tavolo automotive, Urso: "L’Italia guida l'Europa, per rimettere sulla strada giusta l'automotive"© LAPRESSE

Il ministro ha presentato alla filiera e alle parti sociali come l'Italia si muoverà nel post Piano d'Azione europeo per risolleverare dalla crisi il settore automotive 

di Redazione

14.03.2025 ( Aggiornata il 14.03.2025 17:02 )

A Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministro Urso e la sottosegretaria Fausta Bergamotto hanno presieduto il tavolo nazionale automotive, occasione per presentare all’intera filiera automotive, con Anfia e altre associazioni di categoria, le imprese del settore auto e della componentistica e alle parti sociali, l’esito della trattativa sul non paper italiano in Europa per superare il Green Deal e i piani di governo sul sostegno alle imprese.

Punto di svolta

"Il Green Deal non ha fatto altro che accelerare la deindustrializzazione del continente. Dobbiamo immediatamente cambiare strada, pur mantenendo gli stessi obiettivi di piena decarbonizzazione" ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Siamo a un punto di svolta decisivo per la sopravvivenza del settore automotive in Europa, stretto tra regole folli che ne minano la competitività e una concorrenza globale sempre più aggressiva, a cui si aggiungono le nuove criticità derivanti dai possibili dazi americani e dalla sovrapproduzione cinese che potrebbe inondare il mercato europeo", ha spiegato Urso. "La crisi dell'auto sta travolgendo anche i produttori europei di batterie. La società svedese Northvolt, quella che doveva essere la più grande gigafactory d'Europa, ha dichiarato bancarotta. Anche altri progetti di nuove gigafactory sono stati sospesi, come quelli di Acc in Germania e in Italia, o addirittura cancellati. Servono interventi rapidi ed efficaci, un piano gigafactory concreto e immediato, con risorse adeguate per recuperare competitività e garantire l'autonomia strategica del continente"

L'importanza dell'Italia

“L’Italia guida il fronte delle riforme in Europa, per rimettere sulla strada giusta l'auto europea” ha proseguito il ministro. “Ci siamo mossi per primi, già sei mesi fa. Con il nostro non-paper sul settore dell’automotive abbiamo costretto la Commissione UE a inserire nel Piano d'Azione sull'automotive due precondizioni assolutamente necessarie, ma ancora non sufficienti: il rinvio delle sanzioni previste per il 2025, che avrebbero comportato il collasso dell’industria europea, e l’anticipo alla seconda metà di quest’anno della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, inizialmente prevista per la fine del 2026”, ha ricordato Urso. “Molti ritenevano che sarebbe stato impossibile e ci siamo riusciti! Ma non basta. Come ho ribadito mercoledì al Consiglio Competitività, il testo ufficiale resta debole e ambiguo sulla neutralità tecnologica. Sono ancora troppe le contraddizioni. È fondamentale che, per il raggiungimento degli obiettivi della transizione, si apra a tutte le tecnologie disponibili, a partire da biocarburanti e idrogeno. Serve poi rivedere il metodo di calcolo delle emissioni. Servono inoltre risorse adeguate a livello europeo per incentivare la produzione Made in Europe e garantire l'autonomia strategica sulle batterie elettriche. La battaglia è ancora lunga ma noi non molliamo. Sappiamo che il Sistema Italia, imprese e sindacati, sono con noi”

Via agli incentivi europei

"Non rinnoveremo più l’Ecobonus, inefficace su scala nazionale. Abbiamo chiesto per primi all'Europa che un piano incentivi alla domanda sia realizzato, invece, a livello europeo". Secondo Urso, a livello europeo va incentivato "in modo omogeneo e costante l'acquisto di veicoli ecologicamente sostenibili, non necessariamente elettrici, e questa nostra indicazione si sta facendo strada a Bruxelles".

I piani italiani

“La nostra priorità è il sostegno alla componentistica, su cui grava anche la crisi produttiva delle case automobilistiche tedesche. Per questo, interveniamo a supporto della filiera, indirizzando risorse per 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-27, e solo per il 2025 1,6 miliardi di euro, tra accordi per l’innovazione, contratti e mini-contratti di sviluppo e credito d’imposta. Previsti inoltre 100 milioni per interventi mirati sulla domanda, non di autovetture, che concorderemo direttamente con la filiera” ha affermato Urso elencando le misure messe in campo per il comparto a disposizione per il 2025. Urso, infine, ha ricordato l’apertura, il prossimo 8 aprile, dello sportello per i Contratti di Sviluppo dedicato alle filiere strategiche, a partire dalla filiera automotive, con una dotazione di 500 milioni di euro.

Riconvertire

Infine, i venti di guerra fredda e la spinta a riarmo di un'Europa schiacciata tra le tensioni tra Russie e USA sul fronte ucrainio, hanno spinto il ministro Urso a spingere il settore verso la riconversione: "Siamo un governo responsabile: il nostro obiettivo è mettere in sicurezza le imprese e tutelare i lavoratori. Per questo incentiviamo le aziende della filiera automotive a diversificare e riconvertire le proprie attività verso settori ad alto potenziale di crescita, come la difesa, l'aerospazio, la blue economy e la cybersicurezza" ha detto. "Comparti in forte espansione e ad alta redditività. Così possiamo salvaguardare e valorizzare le competenze dei lavoratori dell'automotive" con "le loro capacità tecniche e il capitale umano già formato".

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