09.04.2025 ( Aggiornata il 10.04.2025 12:32 )
Se da un lato la diffusione delle colonnine di ricarica richiede un’accelerazione importante in Italia per creare una rete capillare, fondamentale per la diffusione dell’auto elettrica, dall’altro le colonnine rappresentano una potenziale miniera d’oro per i malintenzionati.
È di questi giorni la notizia di frequenti danneggiamenti alle colonnine di ricarica in corrente continua presenti nella zona sud-est di Roma. Danni causati ai cavi di ricarica, tranciati e sottratti dai malviventi, come già era accaduto nei mesi scorsi. Una ciclicità che porta a immaginare un’organizzazione criminale alla base delle azioni. Ma perché mai tranciare e rubare i cavi di ricarica? Semplice: la presenza del rame.
I cavi di ricarica sono integrati alle colonnine in corrente continua, diversamente dalle colonnine in corrente alternata (dalle potenze fino a 22 kW), sulle quali è necessario collegare il cavo in dotazione con l’auto elettrica. Nelle postazioni in corrente continua, solitamente con potenze da 50 kW a 350 kW, tanto maggiore è la potenza di ricarica erogata, tanto più alta è la presenza di rame nel cavo. Secondo le indicazioni fornite da Plenitude, per ogni cavo di ricarica di una colonnina in corrente continua vi sono circa 7 kg di prezioso rame.
Il metallo è scambiato sui mercati internazionali a valori record, con un’escalation delle quotazioni post-Covid che ha portato, ancora al 26 marzo scorso, a registrare un valore di oltre 10 mila dollari per tonnellata. Alle quotazioni odierne e nella conversione in euro al kg, un chilogrammo di rame vale sul mercato circa 8,5 euro.
I furti di accessori e componenti “apparentemente” di secondo ordine sulle auto hanno visto vere e proprie attività illecite dedicarsi negli anni ai furti di rame come anche dei catalizzatori delle marmitte, altra “miniera” di preziose materie prime facilmente monetizzabili. Al danno economico per i gestori delle colonnine si somma quello per gli automobilisti, di 200 colonnine di ricarica veloce fuori uso nella Capitale.
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