"Dacia, se si lavora bene il design non costa niente" parola dell'AD Densi Le Vot

"Dacia, se si lavora bene il design non costa niente" parola dell'AD Densi Le Vot
Accessibilità e prodotti fatti di tanta sostanza sono i pilastri sui quali la Casa romena del Gruppo Renault sta costruendo il suo futuro

di Giulia Marrone

13.05.2025 11:38

Se c’è un brand capace di interpretare la mobilità accessibile, questo è sempre stato Dacia. Oggi, senza tradire il DNA che lo ha reso il popolare e che gli ha fatto raggiungere traguardi importanti, si prepara a proseguire il percorso e a conquistare segmenti e terreni diversi. Questa la sintesi sul futuro raccontata da Denis Le Vot, amministratore delegato di Dacia. 

Cosa è diventata Dacia nel tempo?

"Dacia mantiene la sua identità, ma abbiamo sviluppato il concetto di best value for money che sostituisce quello di low cost. Non ci rivolgiamo solo a chi vuole spendere poco, ma a chi non vuole spendere per contenuti inutili o che non ritiene essenziali, a chi bada alla sostanza. Il nostro è stato un lungo percorso, nel quale il brand si è affermato attraverso l’evoluzione dei prodotti, da Sandero a Bigster, passando per Jogger e il nuovo Duster. Adesso è il momento di un nuovo approccio. Pensiamo a Bigster, il crossover del segmento C con pochi equipaggiamenti, accessibile e ibrido. Entriamo in una categoria dove saremo molto competitivi. Se da una parte abbiamo clienti di ritorno, che già si sono affidati a noi, dall’altra abbiamo consumatori in fuga da segmenti premium. Mi riferisco a chi comprava un SUV da 35-40 mila euro e che oggi guarda altrove, per ragioni anche economiche. Bigster o Duster sono la testimonianza che un’alternativa esiste e costa 10.000 euro in meno".

Su cosa vi siete concentrati?

"Abbiamo lavorato sui prodotti, sui materiali, sul design, sui colori, sull’attrattiva del brand, sul logo, sulle motorizzazioni. Siamo reduci da successi commerciali e vediamo una crescita in prospettiva. Per fine anno avremo l’elettrificazione per le soluzioni 4X4, presto una nuova carrozzeria nel segmento C, e anche un’auto elettrica a meno di 18.000 euro, prodotta in Europa".

Il design che posto occupa oggi per Dacia? 

"È estremamente importante. Ci siamo resi conto che se lavoriamo bene, il design non costa niente. Il nuovo Duster, ad esempio, è più geometrico, non ha un sapore latino. Abbiamo deciso di osare ed esprimere la robustezza, che è una nostra caratteristica imprescindibile, anche attraverso le forme. Ci siamo spinti a giocare con i colori. Tutte soluzioni che non costano molto, ma sono frutto di un pensiero profondo. In Dacia i modelli sono più popolari del brand stesso. Si dice “ho comprato un Duster”, non “ho comprato una Dacia”. Per questo abbiamo voluto lavorare sul brand. Abbiamo un’ottima proposta lato modelli, ora dobbiamo solo farci strada e dire al pubblico “ci siamo, venite in show-room e date un’occhiata”. Abbiamo scritto 6 parole che ci identificano: essential, cool, robust, outdoor, eco, smart. Questi i nostri pilastri". 

Dacia e il rally-raid cosa condividono?

"Quando abbiamo ripreso i brand marker, ci siamo resi conto che robust e outdoor significano proprio Dakar. Vogliamo dimostrare che le nostre auto raccontano concretamente i nostri valori e sono capaci di affrontare qualsiasi sfida. Lavoriamo con carburanti sintetici per giocare nel deserto ed anche questo è un segnale importante. Lo spirito è molto bello, siamo vicini all’avventura".

Cosa rappresenta il mercato Italia?

"Il mercato italiano ha un ruolo rilevante e rappresenta circa il 3% del totale, con una crescita attesa del 10% nel 2025. La nostra identità, essenziale, credibile, concreta ma cool, interpreta e soddisfa il desiderio di tante famiglie italiane. I numeri raccontano che stiamo crescendo in tutti i canali, in particolare nel retail, dove la nostra quota di mercato ha superato l’8%. I nuovi modelli daranno un ulteriore boost". 

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