de Meo ha Renault-uzionato il Gruppo: ecco come, tra modelli e scelte strategiche

de Meo ha Renault-uzionato il Gruppo: ecco come, tra modelli e scelte strategiche© LAPRESSE
Sotto la direzione del manager italiano Renault è risorta dalla crisi e oggi un'azione vale quasi il doppio di quanto non valesse a luglio 2020

16.06.2025 18:22

L’uscita di Luca de Meo dal Gruppo Renault non è piaciuta ai mercati, con il titolo che ha ceduto oltre il 7% nella giornata di lunedì. E dal valore del titolo si può partire per raccontare quale impatto abbia avuto la ricostruzione condotta da de Meo, approdato al vertice della casa della Losanga nel luglio del 2020. Il 6 luglio di quell’anno un’azione Renault valeva 22 euro, oggi quota quasi 40 euro nonostante il -7,8% e ha raggiunto i 53 euro un anno fa, ripetuti nei mesi scorsi.

Ripercorrere in tappe l’apporto dato da uno dei Marchionne Boys alla casa transalpina è un elencare passaggi chiave, sull’offerta di prodotto, la visione intorno all’elettrico, la separazione delle attività di produzione e sviluppo delle auto termiche ed elettriche. Non sono mancati interventi di taglio ai costi, come sul programma Alpine F1 e lo stop alla produzione dei motori per la massima serie - in favore di un accordo per diventare squadra cliente di Mercedes -.

 

Renault, Luca de Meo non è più amministratore delegato

 

Prodotti: la formula nostalgia per le elettriche

Leggere la reggenza de Meo in Renault, osservata dalla prospettiva del prodotto, ha puntato forte sull’ampliamento dell’offerta ibrida e il lancio del sistema E-Tech, oltre a presidiare ogni sfumatura del mercato suv.

Tra le elettriche ha rilanciato un’operazione nostalgia - ricalcando quanto fatto in Fiat con la moderna 500 -, proponendo modelli del passato e iconici per il marchio, interpretati in chiave moderna e a zero emissioni. Dalla Renault 5 alla recentissima Renault 4, per procedere con la futura Twingo. Un ramo del business, relativo alla produzione, sviluppo e approvvigionamento dei componenti sulle elettriche, affidato alla divisione Ampere, contrapposta al progetto Horse Powertrains nel quale Renault ha trovato la sponda dei cinesi di Geely a supporto dello sviluppo delle auto termiche.

Moltiplicazione suv

Ha attuato quella che con un gioco di parole riuscito è stata la Renaulution, la rivoluzione Renault. A scorrere la gamma di modelli presenti nel 2020 e confrontarla con l’offerta odierna, c’è il racconto in sé di come sia stato intercettato il mercato nel modo corretto.

 

Automotive World - Stagione 10: Luca De Meo

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"Prendere decisioni controproducenti come l'acquisto di crediti dai concorrenti, potenziali tagli alla produzione e via discorrendo. Tutto questo porta all'indebolimento dell'industria europea".

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Twingo, Clio, Megane, Talisman, Scenic ed Espace, a luglio 2020, formavano una gamma di berline, wagon e finanche monovolume crossoverizzati come Scenic ed Espace, contrapposta ai soli Captur, Kadjar e Koleos sul fronte suv. Di più: Kadjar e Koleos sviluppati come derivazioni di progetti Nissan, Qashqai e X-Trail.

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Sfruttando le sinergie tecniche - piattaforme, motori - l’offerta è stata trasformata in modelli redditizi e dalla domanda sostenuta sul mercato. Berline termiche? Oggi resta la sola Clio, pronta a diventare solo full hybrid nel 2026. Poi: B-suv con Captur e Symbioz, C-suv con Austral, la proposta verso il segmento D suv coupé con Rafale, l’Espace trasformato in alternativa D-suv spaziosa. Senza contare l’offerta elettrica di Renault 5, 4, Megane E-tech (la più datata) e Scenic E-Tech.

Renault sportive: se ne occupa Alpine 

La riorganizzazione dei marchi del Gruppo è passata dal taglio dei progetti Renault Sport per concentrare intorno ad Alpine il concetto di sportività, dagli allestimenti alla gamma di modelli redditizi e di riferimento come è stata la A110 termica. Adesso resta un piano di transizione all'elettrico da leggere nei risultati che produttà. Negli ultimi 12 mesi sono arrivate le prime mosse, le derivazioni sportive di modelli Renault - vedi la A290 - e progetti molto più caratterizzati come la A390. Altro ancora è in arrivo verso il 2030.

Batterie e tempi di sviluppo cinesi

La guida di de Meo ha operato anche sul fronte della catena di valore, rafforzando la collaborazione con player cinesi per la fornitura di celle delle batterie, in parallelo a una produzione in parte localizzata in Francia per modelli come Renault 5.

Guardando in casa Dacia, tra i marchi stabilmente più in salute sul mercato europeo, la formula di una mobilità attenta ai costi è stata potenziata con l’offerta di nuovi modelli (vedi la Bigster) e la strategia vincente sulla Spring prodotta in Cina. Fronte, quello cinese, dove de Meo ha intuito prima di altri la rapidità nel loro time-to-market, le capacità di sviluppo e trasformazione in meno di 2 anni di un modello dal concept all’auto pronta per il mercato. Sfruttandola per realizzare la nuova Twingo in arrivo nel 2026.

Ancora, la creazione nel 2021 di Mobilize, per coprire l’offerta di micromobilità, servizi di ricarica,finanziari e offerta ai clienti B2B. Ce n'è abbastanza per giustificare la reazione del mercato sul titolo Renault.

 

 

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