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20 giu 2025 (Aggiornato alle 10:14)
Prosegue lungo lo Stilvale la carovana a della 1000 Miglia. Le auto storiche protagoniste della “corsa su strada più bella del mondo”, come l’aveva definita Enzo Ferrari, si sono lasciate alle spalle le prime due tappe della corsa, avendo infatti già coperto i 269,31 km della prima tappa Brescia-San Lazzaro di Savena e i 469,18 km della seconda, San Lazzaro-Roma. Dopo la consueta sfilata di ieri sera tra le strade della Capitale, questa mattina hanno ripreso la marcia per divorare i 489,92 km della terza tappa e arrivare in serata a Cervia. Il programma poi proseguirà con i 499 km della quarta tappa di venerdì 20, da Cervia a Parma passando per Empoli, Livorno e il passo della Cisa, per poi concludersi sabato 21 con la passerella verso Brescia. Nella tappa di ieri, all’ultimo controllo cronografico disponibile, in testa alla classifica della gara di regolarità che rievoca la storica 1000 Miglia, c’erano i campioni in carica Andrea Vesco e Fabio Salvinelli su Alfa Romeo 6C 1750 SS, davanti a Erejemovic-Llanos su Alfa Romeo 6C 1500 Ss del 1929, mentre al terzo posto si trovavano Juan Tonconogy e Barbara Ruffini su Alfa Romeo Romeo 6c 1750 Gs Spider del 1931. Ma la 1000 Miglia non è solo per chi è in cerca di gloria. Il convoglio è un museo itinerante che lascia alle voci dei motori il racconto di chi eravamo e come siamo cambiati.
E l’edizione 43 della corsa ha una storia speciale in più da mostrare, quella della Fiat 600, il mito che 70 anni fa ha motorizzato l’Italia. «È un’auto che ha lasciato una traccia indelebile facendo da esempio su come progettare le vetture per tutti - ci ha detto Roberto Giolito, designer e responsabile Heritage Stellantis -. È stata la prima world car perché non ha motorizzato solo l’Italia, ma anche il Sud America e buo- na parte dell’Europa. È diventata così la capostipite di una famiglia di vetture che oggi, con la nuova Fiat 600, continuano a guidare il mercato con un modello vincente. In appena 3,6 metri aveva abbastanza potenza, con il suo motore raffreddato a liquido, e spazio per muovere 4 o 5 persone, è un esempio di come Dante Giacosa era un maestro nell’ottimizzare ogni aspetto del progetto e non lasciare nulla al caso. La 600, inoltre, è stata anche una base per un’intera famiglia di vetture.
Da lei è nata, infatti, la Multipla, la prima monovolume, senza contare tutte le versioni Abarth che hanno fatto di vertire in strada e pista tanti appassionati. Da “abarthista” nel cuore e ammiratore di Dante Giacosa, posso dire che sono le mie preferite. Come Stellantis ci siamo sempre stati alla 1000 Miglia e in particolare per il Gruppo Fiat è una tradizione partecipare alla gara più bella del mondo. E in particolare onoriamo questa edizione festeggiando i 70 anni della 600 correndo con un esemplare speciale che fa parte del Centro Storico Fiat che normalmente è esposto nel nostro museo. È una bellissima coincidenza festeggiare la 1000 Miglia con una vettura che è una parte importante della nostra storia. In Stellantis abbiamo un patrimonio incredibile che, tra Torino e Arese, concentra la storia dell’automobilismo che non è solo motori e carrozzerie, ma è soprattutto un esempio di cultura e un manifesto delle capacità ingegneristiche nell’inventare cose nuove».
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