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Luca Talotta
10 lug 2025
Il blocco delle auto diesel Euro 5, veicoli immatricolati tra il 2009 e il 2015 con filtro antiparticolato, è stato ufficialmente rinviato dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026. Ma attenzione: sebbene lo stop sia solo posticipato, le restrizioni in arrivo colpiranno duramente milioni di automobilisti, soprattutto nelle regioni della Pianura Padana.
Dal 1° ottobre 2026, eccezionalmente nei comuni con più di 100.000 abitanti, scatteranno le limitazioni alla circolazione dei diesel Euro 5.
Scattano quindi:
• Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna:
• Auto private (M1): stop nei giorni feriali, mattina e primo pomeriggio.
• Veicoli commerciali (N1, M2, N2): da ottobre 2026.
• Veicoli pesanti e autobus (N3, M3): blocco dal 1° ottobre 2027.
Nel Piemonte, il divieto sarà stagionale: feriali dalle 8:30 alle 18:30, dal 1° ottobre al 15 aprile, con ripresa annuale. In Emilia-Romagna sarà permanente nei giorni feriali, mentre in Veneto scatterà con allerta smog attiva. Localmente, Roma e Firenze hanno già affrontato date specifiche, ma qui si parla del blocco nazionale.
Chi viola il divieto rischia multe tra 168 e 679 €, con possibile sospensione della patente in caso di recidiva. Deroghe limitate e selettive:
• In alcune regioni, grazie al sistema MoVe‑In, è possibile una deroga chilometrica con scatola nera.
• In Emilia‑Romagna, esenzioni per lavoratori su turni, ISEE sotto i 14 000 € e professionisti, a fronte del blocco permanente.
Il rinvio di un anno del provvedimento, voluto dai governi regionali del Nord e dal ministro Salvini, ha salvato circa 1,3 milioni di veicoli. Ma molti automobilisti si sentono penalizzati: “chi ha investito in un diesel Euro 5 ora rischia sanzioni e immobilità”, lamentano associazioni di categoria. Serve dialogo per trovare soluzioni alternative, anziché imporre blocchi che non guardano alla realtà di famiglie, artigiani e piccole imprese.
1. Verifica la classe Euro della propria auto sul libretto o sul Portale dell’Automobilista.
2. Informati sulle regole locali: orari, condizioni del MoVe‑In, comuni inclusi.
3. Valuta soluzioni alternative: passaggio a Euro 6, usato a basse emissioni, long‑rent o car‑sharing.
4. Segui politiche regionali: promuovere incentivi e misure compensative è fondamentale per salvaguardare il diritto alla mobilità.
Il blocco degli Euro 5 non è solo un limite ma una svolta. Il settore auto, insieme a Regioni e Comuni, deve reagire con soluzioni equilibrate: monitoraggio, incentivi e pianificazione. Non è accettabile che siano i cittadini a pagare il prezzo dell’emergenza climatica.
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