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La stretta sulla mobilità nel cuore di Milano slitta di due mesi: il Comune proroga il pre-esercizio delle telecamere. Intanto commercianti e residenti tirano un sospiro di sollievo, ma si attende un ripensamento concreto delle regole.
Luca Talotta
10 lug 2025
Ztl Quadrilatero Milano – La tanto discussa Zona a traffico limitato del Quadrilatero della Moda non scatterà il 12 luglio, come previsto. Il Comune di Milano ha deciso di prorogare il periodo di pre-esercizio delle telecamere fino alla seconda metà di settembre. Una scelta figlia delle proteste accese di cittadini, commercianti e istituzioni locali, e dell’esigenza – dichiarata da Palazzo Marino – di analizzare con maggiore precisione i dati raccolti nei primi due mesi di test.
Una mossa che sembra più una retromarcia che una pausa di riflessione. Perché le polemiche sulla Ztl non si placano, anzi: l’assenza di un impianto realmente condiviso e l’imposizione di un divieto H24 in una delle zone più trafficate e iconiche di Milano hanno fatto esplodere il malcontento.
Nel dettaglio, la misura del pre-esercizio – iniziata a maggio 2025 – prevedeva l’attivazione delle telecamere di sorveglianza agli accessi del Quadrilatero (via Montenapoleone, via della Spiga, via Sant’Andrea e via Manzoni), ma senza l’emissione di multe. Il 12 luglio avrebbe dovuto partire ufficialmente la fase sanzionatoria, ma ora tutto viene congelato fino a settembre.
Il motivo? «Sono pervenute numerose segnalazioni e richieste di modifica da parte di cittadini e operatori economici» – fanno sapere dal Comune. Tradotto: la misura è tutt’altro che pronta. Eppure, l’amministrazione aveva già avuto mesi per organizzarsi e confrontarsi con il territorio. Perché questa fase di ascolto parte solo adesso, a provvedimento avviato?
Non è un mistero che i primi a insorgere siano stati i commercianti del Quadrilatero, per cui ogni limitazione alla mobilità privata equivale a una minaccia al proprio business. Tra clienti che rinunciano a venire in centro, corrieri costretti a lunghe deviazioni e fornitori ostacolati, il bilancio di questi due mesi di test è stato chiaro: i disagi superano di gran lunga i benefici.
Anche i residenti non ci stanno: «Siamo favorevoli a una città più vivibile, ma questo provvedimento è stato calato dall’alto senza un reale confronto» è il messaggio che arriva da più fronti. Le richieste? Maggiore flessibilità sugli orari, deroghe più ampie per residenti e operatori e, soprattutto, una revisione radicale del divieto H24, considerato insostenibile.
L’assessora alla Mobilità Arianna Censi si è detta disponibile al dialogo: «Abbiamo avviato un confronto aperto e serio con il tessuto produttivo e la cittadinanza, che proseguirà nei prossimi giorni». L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a settembre con una versione “migliorata” della Ztl, che tenga conto delle esigenze del territorio senza snaturare l’impianto originario del provvedimento.
Ma il rischio è che si arrivi all’ennesimo compromesso all’italiana, dove nessuno è davvero soddisfatto e tutti pagano il prezzo di una cattiva pianificazione. Perché la mobilità urbana richiede visione, coerenza e – soprattutto – capacità di anticipare i problemi, non rincorrerli.
A cavalcare il malcontento ci pensa la Lega, che da tempo si oppone alla Ztl Quadrilatero. «Il rinvio è una scelta intelligente, che avevamo auspicato» ha dichiarato Alessandro Verri, capogruppo in Consiglio comunale. Ma l’affondo arriva subito dopo: «Il divieto H24 è una follia che penalizza chi lavora. Il blocco dei motorini? Inutile e dannoso per chi si muove per necessità».
Una posizione che raccoglie consensi non solo tra gli elettori del centrodestra ma anche tra molti moderati del centro città, preoccupati per le conseguenze economiche e sociali di una misura vista come ideologica e poco aderente alla realtà.
Il Comune ha promesso che entro settembre completerà il monitoraggio dei flussi di traffico nella Ztl Quadrilatero; valuterà le proposte di modifica arrivate da cittadini e imprese; potrebbe procedere a cambiamenti nel regolamento, nella segnaletica e negli orari. Tra le ipotesi più accreditate: la riduzione degli orari del divieto, l’introduzione di fasce orarie per le consegne e la reintroduzione dell’accesso per i ciclomotori. Ma nulla è ancora ufficiale.
Milano ha tutto il diritto di ripensare la propria mobilità e puntare su una visione più sostenibile. Ma l’auto è ancora una necessità per molti, e nel cuore commerciale della città non si può procedere con l’accetta. L’errore più grande? Non aver coinvolto adeguatamente chi ogni giorno tiene in piedi il Quadrilatero: lavoratori, residenti, negozianti. Serve equilibrio, non imposizione. E serve farlo prima, non dopo.
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