Fabiano Polimeni
14 lug 2025
Mesi di trattative per giungere a un risultato peggiorativo rispetto alla prima tornata di dazi verso specifici Paesi o blocchi continentali. Mentre Stati Uniti e Cina negoziavano un accordo favorevole agli scambi commerciali, mentre il Regno Unito apriva ulteriormente il proprio mercato ai prodotti USA in cambio di una piccola quota di auto esportate verso gli USA e soggette ai dazi del 10%, l’Europa è riuscita a ottenere che un incremento dei dazi al 30%, dal prossimo primo agosto.
La lettera inviata da Trump a von der Leyen impone l’incremento rispetto alla soglia del 20% individuata lo scorso aprile, poi sospesa e, adesso, prossima all’entrata in vigore e accentuata nella percentuale. Di fatto sono trascorsi tre mesi e mezzo senza che l’interlocuzione tra i responsabili del commercio comunitario, tra cui il commissario Sefcovic, e gli omologhi statunitensi abbia prodotto effetti sostanziali.
È bene sottolineare come il 30% imposto dagli USA verso la produzione europea esportata negli Stati Uniti riguardi i settori che non sono già soggetti a specifici dazi, come l’industria dell’auto e della componentistica, che devono sostenere il 25% di dazi nel caso della produzione europea.
La linea espressa a Bruxelles, con la presa di posizione della presidente della Commissione, è ancora (e necessariamente) all’insegna della continua trattativa che possa ridiscutere i dazi al 30%. “Prendiamo nota della lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Trump, che ha delineato un'aliquota tariffaria rivista e nuove tempistiche.
L'imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni dell'UE interromperebbe le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito delle imprese, dei consumatori e dei pazienti su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Poche economie al mondo eguagliano il livello di apertura e di adesione dell'Unione Europea a pratiche commerciali eque. L'UE ha sempre dato priorità a una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, riflettendo il nostro impegno per il dialogo, la stabilità e verso un partenariato transatlantico costruttivo.
Siamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1° agosto e, allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell'UE, compresa l'adozione di contromisure proporzionate, se necessario.
Nel frattempo, continuiamo ad approfondire le nostre partnership globali, saldamente ancorati ai principi del commercio internazionale basato sulle regole”, la dichiarazione diffusa dopo l’annuncio dell’incremento al 30% dei dazi.
Un clima di incertezza, sia nell’entità dei dazi che nelle tempistiche di attuazione - visti i continui annunci di rinvio dell’entrata in vigore -, che è quanto di peggio possa esserci per le multinazionali con produzione europea interessate dagli scambi con gli USA, impossibilitate alla necessaria pianificazione.
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