Luca Talotta
15 lug 2025
Il trionfo a Wimbledon 2025 ha consacrato Jannik Sinner non solo come leggenda del tennis italiano, ma anche come un fenomeno economico senza precedenti nel nostro sport. Con la storica vittoria sull’erba londinese – la prima per un italiano nella storia dei Championship – l’altoatesino ha incassato un premio record da 3,52 milioni di euro, il più alto mai assegnato nel torneo inglese. Una cifra che porta il suo totale stagionale a livelli vertiginosi, contribuendo a far lievitare il patrimonio complessivo da premi in denaro a oltre 38,5 milioni di euro.
Il 2025, nonostante la delicata parentesi legata alla squalifica per Clostebol (che lo ha tenuto lontano dai campi per tre mesi), non ha frenato l’ascesa del 23enne di San Candido. Anzi: la sua capacità di tornare e vincere ha accresciuto la sua statura, sia sportiva che commerciale.
Dopo la storica vittoria agli Australian Open di gennaio, dove ha superato in finale Alexander Zverev e incassato 2,1 milioni di euro, Sinner è stato costretto a fermarsi a causa della sospensione. Ma il ritorno, a maggio, è stato da protagonista: agli Internazionali di Roma, ha raggiunto la finale e incassato 523.870 euro, arrendendosi solo a Carlos Alcaraz.
E poi è arrivato Wimbledon, il trionfo più atteso, quello che ha cambiato tutto. Quello che ha definitivamente consacrato Sinner nel gotha del tennis mondiale. E dei grandi patrimoni sportivi.
Nonostante la squalifica per sostanza dopante, mai realmente messa in discussione dalla comunità sportiva – e anzi, affrontata con serietà e trasparenza dallo stesso Sinner – i partner commerciali hanno continuato a credere in lui.
Oggi il valore commerciale del numero uno del mondo è in netta crescita. Dalla Nike, che veste l’azzurro da anni, passando per Lavazza, Ala Romeo, Gucci, Panini, Technogym, Rolex, Parmigiano Reggiano e il recente ingresso di Fastweb, i brand si contendono lo spazio sul campo (e fuori) al fianco del campione italiano.
Secondo le ultime stime, il solo portafoglio sponsor di Sinner vale oltre 15 milioni di euro l’anno, una cifra destinata a crescere se dovesse continuare a vincere e mantenere l’attuale leadership nel ranking ATP.
Se sommiamo premi in denaro, ingaggi pubblicitari, bonus extra-performance e apparizioni pubbliche, il patrimonio netto stimato di Jannik Sinner supera ormai i 50 milioni di euro. E non è un’ipotesi: con un 2025 ancora lontano dalla conclusione, e con gli US Open all’orizzonte, l’asticella potrebbe alzarsi ulteriormente.
La capacità di coniugare risultati sportivi, integrità personale e immagine pubblica rende Sinner un caso unico nel panorama sportivo italiano. E una vera e propria macchina da guerra sotto il profilo economico.
A fronte di questi successi, però, non si può fare a meno di evidenziare l’immobilismo delle istituzioni sportive italiane, che ancora non hanno saputo valorizzare in maniera sistemica l’effetto Sinner. Nessun piano strutturato per la crescita del tennis giovanile, pochissimi investimenti in impianti, zero visione strategica per l’indotto sportivo che il ragazzo di San Candido potrebbe generare nel nostro Paese.
E questo, francamente, è inaccettabile. Abbiamo un patrimonio sportivo e mediatico senza precedenti, e non stiamo facendo nulla per costruire attorno a lui una legacy duratura. Servono investimenti, idee e coraggio.
In un’Italia sportiva spesso priva di continuità, Jannik Sinner rappresenta oggi un modello raro: serietà, dedizione, rispetto per gli avversari e i tifosi. Ma soprattutto concretezza. Lontano dalle urla social e dalle polemiche, ha scelto il silenzio, il lavoro e il campo per rispondere a tutto e tutti. E ora i numeri parlano per lui. Più di ogni comunicato, più di ogni sponsor, più di ogni commentatore.
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