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Frecce nella rotatoria: obbligo di legge, ma in pochi le usano correttamente

Il Codice della Strada parla chiaro: ogni cambiamento di direzione va segnalato, anche in rotatoria. Eppure l’anarchia regna sovrana, tra omissioni, interpretazioni errate e pericoli reali per la sicurezza stradale.
Frecce nella rotatoria: obbligo di legge, ma in pochi le usano correttamente
© Adam Berkecz su Unsplash

Luca TalottaLuca Talotta

2 ago 2025

Le rotatorie sono ormai ovunque sulle nostre strade, introdotte per migliorare la fluidità del traffico e ridurre gli incidenti. Eppure, in Italia, sembrano diventate zone franche dove il Codice della Strada viene dimenticato, soprattutto quando si tratta di utilizzare correttamente le frecce. Un comportamento che, più che una semplice svista, è spesso la dimostrazione di un’educazione stradale carente o di una disattenzione pericolosa.

Secondo l’articolo 154 del Codice della Strada, l’obbligo di segnalare ogni cambiamento di direzione o corsia è chiarissimo. Tuttavia, nella pratica quotidiana, quanti automobilisti attivano la freccia al momento giusto in una rotatoria? E quanti la ignorano del tutto? Troppi, purtroppo. E questa leggerezza comporta conseguenze concrete, in termini di sicurezza, fluidità e responsabilità.

Cosa dice davvero il Codice della Strada

La normativa è inequivocabile: ogni manovra che comporti una variazione della direzione va sempre segnalata. Non importa se ci si trova in una rotatoria o in un incrocio tradizionale. A chiarirlo, oltre all’articolo 154 del Codice, è intervenuta anche la circolare ministeriale n. 6935 del 22 marzo 2017, che ha definito con precisione come affrontare una rotatoria, anche in fase di esame di guida.

Entrare in rotatoria senza indicatore, uscire senza freccia o cambiare corsia all’interno dell’anello senza segnalazione sono tutti comportamenti scorretti, e sanzionabili. Ma il vero problema è che l’assenza di frecce rende imprevedibili le manovre, aumentando la possibilità di incidenti.

Quando si mette la freccia? Più semplice di quanto si creda

Uno degli errori più comuni è attivare la freccia destra già in ingresso alla rotatoria. Un gesto apparentemente logico, ma profondamente sbagliato se non si intende uscire alla prima. Infatti, secondo il Ministero dei Trasporti, la freccia va attivata solo al momento dell’uscita.

Quando usarla correttamente? Ecco tre regole base da ricordare:

  • Prima uscita: freccia destra già in ingresso e mantenimento della corsia esterna.

  • Uscita intermedia o successiva: si entra senza freccia, si attiva la destra solo dopo aver superato l’uscita precedente a quella scelta.

  • Uscita a sinistra o inversione: si può attivare la freccia sinistra in ingresso, per indicare che si percorrerà gran parte dell’anello.

In tutti i casi, l’ultima manovra da compiere prima dell’uscita è sempre la stessa: portarsi nella corsia esterna e attivare la freccia destra.

Rotatorie a più corsie: il pericolo nascosto

Nelle rotatorie a più corsie, l’errore si moltiplica. Spesso chi entra non si preoccupa di posizionarsi nella corsia corretta rispetto all’uscita prevista. Una scelta che può causare scontri o frenate improvvise, soprattutto se non accompagnata da una chiara segnalazione.

Secondo le direttive ministeriali, chi esce alla prima deve entrare nella corsia più esterna. Chi invece prosegue diritto o svolta a sinistra può usare le corsie interne, ma deve poi segnalare con largo anticipo il cambio corsia verso l’uscita. In caso contrario, si mette a rischio la sicurezza degli altri utenti.

Cambiare corsia senza freccia in rotatoria è una violazione grave del Codice, perché non solo è vietato, ma rappresenta una delle principali cause di collisione nei nodi stradali ad alta intensità.

Freccia sinistra: un’alleata poco compresa

Nel nostro Paese l’uso della freccia sinistra in rotatoria è pressoché sconosciuto, ma nei Paesi del Nord Europa è una prassi consolidata. Anche da noi, il Ministero ha chiarito che va utilizzata solo in un caso specifico: quando si intende imboccare un’uscita situata oltre la metà della rotatoria.

Attivarla all’ingresso indica agli altri che il veicolo non uscirà subito, e che resterà nell’anello più a lungo. Una forma di comunicazione che, se rispettata, rende più fluido e sicuro l’ingresso di chi si avvicina. Una volta superata l’uscita precedente a quella desiderata, la freccia sinistra va disattivata e sostituita con la destra.

Una manovra semplice, che potrebbe evitare centinaia di piccoli incidenti ogni anno.

Italiani confusi tra rotatorie “all’europea” e “all’italiana”

Un altro fattore di caos è la doppia natura delle rotatorie presenti in Italia. Esistono infatti due modelli:

  • Rotatoria “all’europea”, in cui chi è già all’interno dell’anello ha la precedenza.

  • Rotatoria “all’italiana”, in cui la precedenza spetta a chi si immette, applicando la regola generale di “dare la precedenza a destra”.

La coesistenza di queste due configurazioni, spesso nella stessa città, genera incertezza, soprattutto tra neopatentati e turisti. La segnaletica verticale è l’unico elemento che distingue i due modelli, ma troppo spesso è poco visibile, mal posizionata o assente. In questo marasma, almeno l’uso delle frecce dovrebbe essere un riferimento certo. E invece viene costantemente ignorato.

Le sanzioni previste per chi non usa le frecce

Il Codice della Strada prevede pene chiare: da 42 a 173 euro di multa e 2 punti in meno sulla patente per chi non segnala correttamente la propria direzione (art. 154, comma 7). Ma la vera sanzione arriva in caso di incidente: l’omessa segnalazione può tradursi in responsabilità civile o penale.

E non solo: durante l’esame pratico di guida, un utilizzo scorretto delle frecce comporta bocciatura automatica, come indicato nelle direttive ministeriali agli esaminatori. Segno che la normativa c’è, è chiara, e viene anche applicata. Il problema, semmai, è che non viene rispettata sulla strada.

Serve più chiarezza, più controlli e più educazione

Nel traffico quotidiano, la rotatoria è uno snodo critico. Troppo spesso teatro di manovre avventate, indecisioni, frenate improvvise. E in tutto questo, le frecce – il mezzo più semplice e immediato per comunicare tra veicoli – vengono ignorate con superficialità disarmante.

È arrivato il momento che le istituzioni investano davvero in educazione stradale, che si moltiplichino le campagne di sensibilizzazione e che le forze dell’ordine intervengano con più decisione. Basta tolleranza per chi non rispetta regole basilari. In gioco non c’è solo una freccia attivata o meno. C’è la sicurezza di tutti.

 

 

 

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