Mini John Cooper Works e Deus Ex Machina: due one-off da show

La collaborazione tra Mini John Cooper Works e Deus Ex Machina debutta a Milano con una show car grintosa e una capsule collection dedicata
Mini John Cooper Works e Deus Ex Machina: due one-off da show

Luca TalottaLuca Talotta

28 set 2025

La collaborazione Mini John Cooper Works x Deus Ex Machina è stata presentata al Deus Cafè Isola di Milano e nasce da una passione condivisa per l’auto, la velocità e l’artigianalità “raw, handcrafted”. I due brand hanno svelato due one-off su base Mini JCW e la capsule collection Mini x Deus, firmando un racconto coerente tra design e contenuti: un ponte tra motorsport e lifestyle urbano, capace di coinvolgere la community in modo autentico e senza derive puramente estetizzanti. In un momento in cui si parla spesso di transizione e di norme, questa operazione ricorda che l’auto resta prodotto culturale oltre che tecnologico.

«Mini e Deus sono uniti da un’anima sportiva e da una genuina passione per i motori… il risultato sono due splendidi modelli JCW, gemelli fraterni con stili molto diversi, ma uniti da un entusiasmo comune», afferma Federica Manzoni, Head of Mini Italia. A sottolineare il fil rouge progettuale è anche Holger Hampf, Head of Mini Design: «Ogni dettaglio è stato plasmato con precisione e maestria artigianale, dando vita a due esemplari unici, accomunati da un linguaggio di design distintivo e dall’uso di grafiche iconiche».

The Skeg: la Mini JCW Electric ispirata al surf

Prima delle due interpretazioni, The Skeg, è una Mini JCW Electric fino a 190 kW/258 CV che dichiara fin da subito il suo carattere silent rebel: elettrica, scattante, ispirata al mondo del surf. La finitura giallo-argento, i passaruota larghi, la griglia illuminata e uno spoiler tetto “Flex Tip Surf” che si comporta come la pinna di una tavola trasformano l’aerodinamica in performance percepibile. La riduzione di peso del 15% grazie ai pannelli in fibra di vetrosemitrasparente racconta una sportività contemporanea, mentre le cinghie di tensione sul tetto (e riprese su cruscotto e volante) rievocano il gesto di fissare la tavola dopo una sessione in acqua.

Dentro, l’essenzialità analogica domina: comandi tattili, sedili sportivi in neoprene idrorepellente e vassoi in fibra di vetro pensati per le mute descrivono un’abitacolo funzionale, quasi un surf shop su ruote. Il cruscotto in fibra di vetrotrasferisce nel mondo auto la logica costruttiva delle tavole, con la X oversize come ancora visiva e dettagli stampati in 3D che raccontano appartenenza e cura sartoriale. È la dimostrazione che elettrico e artigianale sono dimensioni compatibili, e che l’e-performance può parlare un linguaggio emotivo, non solo numerico.

The Machina: la JCW termica che omaggia il motorsport

All’estremo complementare c’è The Machina, una Mini JCW 170 kW/231 CV termica, ribassata e senza compromessi. Livrea rosso-bianco-nera con lettering Deus, passaruota allargatiquattro fari supplementari in omaggio al rally, griglia su misura e cornici fari traforate per il raffreddamento: il tutto culmina in uno spoiler posteriore stile Can-Ame in un diffusore ispirato alla JCW da corsa del Nürburgring Nordschleife. Lo scarico centrale integrato amplifica la presenza meccanica, ricordando che l’heritage racing Mini è anche suono, ritmo, vibrazione.

L’interno è un manifesto di guida: cinture a 5 puntipedane in alluminio grezzo, pannelli porta ridotti all’essenziale con X bianche a tutta altezza, cruscotto in tessuto cerato con patina vissuta e roll-bar a vista. La logica è analogica e direttatoggle switch autentici e freno a mano idraulico a leva oversize che crea una connessione fisica tra pensiero e azione. In tempi di astrazione digitale, questa meccanica onesta ha un valore educativo: ricorda che la performance è anche controllo, peso, feedback.

Due anime, un’unica community (con la X sul tetto)

Entrambe le one-off portano sul tetto una grande “X” bianca, simbolo di connessione e co-creazione. È un gesto grafico semplice e potente: due brand iconici s’incontrano “a metà strada”, condividendo linguaggi, comunità, rituali. Da un lato la costa (The Skeg): materiali, luce, minimalismo funzionale. Dall’altro la pista (The Machina): numeri, moduli luminosi su misura, aerodinamica e cooling. Stesse radici JCW, energie opposte, stessa idea di appartenenza.

Il progetto estetico è stato curato con il contributo creativo di Carby Tuckwell (co-founder e direttore creativo Deus) e del designer Matt Willey (partner Pentagram, già art director del New York Times Magazine), in continuità con la Mini Cooper S storica realizzata nel 2023 come omaggio alla tradizione rally, incluso il numero 37 di Paddy Hopkirk al Monte-Carlo 1964. Citazione colta, zero manierismi: qui la grafica è funzione, storia, identità.

Capsule collection Mini x Deus: quando il design diventa abbigliamento

La collaborazione vive anche fuori dall’auto con la capsule collection Mini x Deus, in vendita online sui canali Deus e nei negozi del brand. La linea traduce in capi il DNA condiviso: ingegneria di precisionecura sartorialemateriali di qualità, tagli “utilitarian” aggiornati all’uso urbano. Non semplice merchandising, ma abbigliamento narrativo: ogni pezzo racconta un gesto (la cinghia, la X, il numero), una texture (il tessuto cerato), un ambiente (l’officina, il surf shop). In chiave SEO, si tratta di una capsule collection automotive lifestyle che estende il perimetro della marca oltre il prodotto, generando engagement organico tra fan e nuovi pubblici.

Perché questa collaborazione difende il settore (senza enfasi)

In tempi di polarizzazione sul futuro dell’auto, Mini John Cooper Works x Deus Ex Machina offre un messaggio equilibrato: l’automotive non è solo tecnologia o solo fashion, ma ecosistema culturale in cui design, performance e responsabilità convivono. The Skeg mostra come l’elettrico possa essere desiderabile e sensoriale, The Machina rivendica la bellezza della meccanica e del controllo analogico. Entrambe valorizzano saper fare, materiali, filiere creative. È una difesa pragmatica del settore: più cultura di prodotto, più qualità progettuale, più dialogo con le community significa anche più valore e consapevolezza sull’uso dell’auto in città e fuori.

«You can be first after me»: il motto scelto sigilla l’atteggiamento competitivo-ironico dei due mondi, invitando a spingere avanti senza perdere umiltà e gioco di squadra. In fondo, è lo spirito JCW: prima di tutto driving joy, sempre con professionalità.

 

 

 

 

 

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