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Le donne e il Car of the Year: quando il giudizio cambia prospettiva
Luca Talotta
Pubblicato il 11 dicembre 2025, 12:46
Per decenni, il mondo dell’automotive è stato raccontato, progettato e giudicato quasi esclusivamente da uomini. Ma oggi, anche nel Car of the Year, qualcosa sta cambiando.
Le donne giornaliste e tester stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella giuria europea, portando con sé una prospettiva diversa: meno orientata alla pura prestazione e più alla vivibilità quotidiana, alla qualità degli interni, alla sicurezza dei passeggeri e alla facilità d’uso delle tecnologie.
Non si tratta di “quote rosa” o di una rivendicazione numerica, ma di un cambio culturale. L’auto moderna non è più solo un oggetto meccanico, ma un ambiente in cui passiamo ore ogni giorno, e valutare la sua ergonomia, il comfort o l’inclusività delle funzioni digitali è diventato tanto importante quanto analizzarne la potenza o l’efficienza.
Le giurate del Car of the Year: professioniste che fanno la differenza
Oggi, nella giuria del Car of the Year, siedono oltre una dozzina di giornaliste specializzate provenienti da tutta Europa. Tra loro figurano figure di rilievo come Maggie Barry (Regno Unito), Christina Højriis (Danimarca) o Véronique Muls (Belgio): professioniste con una lunga esperienza nel giornalismo motoristico, capaci di rappresentare una prospettiva diversa e complementare.
Le loro valutazioni hanno spesso influenzato il risultato finale, in particolare nelle edizioni più recenti, dove la sensibilità verso temi come l’impatto ambientale, la sicurezza e la qualità della vita a bordo è diventata parte integrante dei criteri di giudizio.
Le auto che sanno coniugare innovazione tecnica e semplicità d’uso, come la Toyota Yaris, la Peugeot 208 o la Jeep Avenger, sono proprio quelle che hanno raccolto il consenso più trasversale tra giurati e giurate.
Questa evoluzione riflette un trend globale: l’automobile non è più un simbolo di potenza o status, ma un mezzo di mobilità intelligente, accessibile e sostenibile, pensato per le persone.
Il contributo delle donne nel design e nella comunicazione dell’auto
La nuova prospettiva femminile non si ferma al voto. Anche nel mondo del design e della comunicazione automobilistica, le donne stanno ridefinendo i canoni estetici e funzionali.
Basti pensare a Lotta Jakobsson, pioniera della sicurezza in Volvo e ideatrice dei crash test femminili, o a Sabine Scheunert, vicepresidente Digital Business & Mobility di Mercedes-Benz, che guida la transizione verso un’auto sempre più connessa e personalizzabile.
Queste figure, insieme a tante altre, influenzano indirettamente anche le scelte del Car of the Year. Perché oggi un’auto vincente non deve solo accelerare in fretta, ma anche proteggere, semplificare e accogliere.
E queste sono qualità che una sensibilità femminile riesce spesso a percepire con maggiore profondità.
Un cambiamento che fa bene al settore
Il contributo delle donne nel Car of the Year rappresenta un passo avanti per l’intero mondo dell’automotive. Non perché serva un equilibrio statistico, ma perché serve pluralità di sguardi.
Ogni nuova giurata porta con sé un bagaglio diverso di esperienze, abitudini di guida, priorità familiari e professionali che arricchiscono la valutazione complessiva.
In fondo, l’auto è uno strumento universale, e comprenderne davvero il valore significa saperla giudicare da prospettive diverse.
Il futuro del Car of the Year — e più in generale della mobilità — sarà sempre più inclusivo, attento all’esperienza di tutti, e questo non può che far bene al settore e ai consumatori.
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