L'editoriale del direttore: Crisi energetica e auto elettriche, possono convivere?

L'editoriale del direttore: Crisi energetica e auto elettriche, possono convivere?

Perché guerra e crisi energetica hanno effetti sulla transizione all'elettrico che non possono essere ignorati

di Andrea Brambilla

15.09.2022 11:31

Penso ci sia un grande paradosso su quanto sta accadendo in Europa in questo periodo. La crisi energetica indotta dalla guerra tra Russia e Ucraina e le relative sanzioni è il tema principale sul tavolo di tutti i Governi ed è l’argomento più presente nelle campagne elettorali dei nostri partiti. In molti Paesi della UE, e anche in Italia, sono state prese decisioni drastiche come la riduzione della temperatura nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, fino ad arrivare a spegnere l’illuminazione dei monumenti di notte. E, nello stesso frangente, l’Europa continua a spingerci verso l’elettrificazione delle vetture.

I perché di un controsenso

Un controsenso che forse meriterebbe delle riflessioni pratiche più che politiche. La transizione verso la mobilità elettrica è sicuramente necessaria ma forse, oggi, deve avere delle tempistiche diverse. Rischiamo di dover riattivare centrali a carbone, altamente inquinanti, ma circoleremo con auto elettriche che non inquinano? Certo, i Governi stanno giustamente lavorando per aumentare le fonti energetiche green, ma i tempi non sono così rapitidi rispetto a come il Parlamento Europeo vuole invece la transizione della mobilità. Negli ultimi mesi la situazione è tragicamente cambiata e necessiterebbe di una revisione delle strategie. Ma nessuno ha il coraggio di affrontare questo tema.

L'elettrificazione del parco auto non decolla

Se alle problematiche generali che abbiamo visto aggiungiamo il disorientamento degli utenti, ecco perché il mercato dell’auto si dibatte in una crisi profonda. Fino a pochi anni fa le Case auto spingevano i Diesel, motorizzazione che aveva il monopolio del mercato e oggi si parla di elettrico. Sono passati poco più di sei anni dal famoso “Dieselgate di Volkswagen”, che ha segnato l’inizio della crisi dei motori a gasolio, e oggi le parole più usate sono full electric, plug-in hybrid se non full hybrid e mild hybrid. Un salto che, a esclusione degli appassionati, non può che sconcertare l’utilizzatore medio. E infatti dopo alcuni periodi di euforia, tra l’altro ben contenuti dalle crisi, ecco che anche il mercato delle auto elettriche e plug-in hybrid è in forte contrazione. I motivi sono ben chiari: carenza di infrastrutture e costi di acquisto non proprio vantaggiosi nonostante gli incentivi per le vetture a zero emissioni. Mentre per le plug-in hybrid il tema è che spesso chi le pos- siede, alla fine, le utilizza esclusivamente con il motore endotermico non ricaricando quasi mai la batteria e quindi viaggiando con duecento/ trecento kg di quest’ultima in più rispetto a una vettura solo endotermica, con un forte aggravio di consumi, e di costi.

Dove sono i vantaggi?

Quindi, se il mercato ha registrato un agosto con dati positivi, +9,9% rispetto al 2021 - questi otto mesi però siamo a -18,4% con saldo negativo di 195.000 vetture - le auto elettriche registrano un calo delle vendite del 29,69%, mentre le plug-in del 17,09 %. La quota di mercato di queste vetture con la spina è solo del 6,93% a conferma che, nonostante le Case auto le stiano spingendo per restare nei parametri di emissioni di CO2 complessivi, gli utenti hanno capito che o è troppo presto o non sono così vantaggiose nel loro utilizzo quotidiano. Chiudo con una notizia positiva relativa al Go- verno che ha prorogato fino al 5 ottobre le misure già in vigore per contenere il prezzo dei carburanti con un taglio di 30 centesimi al litro per benzina, Diesel, Gpl e metano.

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