Self-Service Metano e GPL, la giusta polemica di metanoauto.com

Self-Service Metano e GPL, la giusta polemica di metanoauto.com
Il sito di riferimento critica, con cognizione, l'esistenza solo "virtuale" dei distributori automatici

di Redazione

20.08.2014 ( Aggiornata il 20.08.2014 15:23 )

Self-Service Metano e GPL, quale è la verità? Fino a questo momento solo virtuale. La stazione automatica a gas naturale è un servizio che è già operativo in molti paesi in Europa, che abbiamo avuto modo di provare direttamente neltest in Olanda della Skoda Octavia G-Tec a metano. Ma che in Italia è una chimera. Riportiamo integralmente l'articolo di metanoauto.com, il sito, autorevole, da anni di riferimento per chi adotta questo carburante alternativo.   L'ennesima storia di (sciocca e superfua) burocrazia all'italiana ad uso e consumo di chi in realtà non vuole il self-service per il metano in Italia. Il decreto ministeriale sul self-service del metano è uscito il 31 marzo ed è entrato in vigore il 9 maggio. Bene, ma che fine ha fatto? Il famoso «tavolo tecnico», che si può definire carbonaro poiché per lungo tempo non s'è saputo nulla e solo qualche indiscrezione ne ha rilevato l'esistenza e che si è riunito lungamente a Roma per concretizzare la norma del Decreto Monti del gennaio 2012, con buona pace del termine dei 90 giorni, ha stabilito che il self «vero», all'europea per intenderci e chi ha viaggiato all'estero sa che ci si può rifornire liberamente con semplice carta di credito o di debito per pagare, in Italia lo si può fare ma solo se "gli utenti siano stati preventivamente autorizzati da parte di soggetti abilitati mediante l'attivazione di apposita scheda a riconoscimento elettronico rilasciata dai gestori o da altri soggetti che ne hanno titolo, previa verifica del possesso dei seguenti requisiti…" Ebbene è stato creato un «mostro» che pare essersi perso nello spazio interstellare. Sì, perché, sempre da indiscrezioni, pare che vi siano due «correnti di pensiero». Una che vorrebbe una tessera con validità nazionale, l'altra (e si può immaginare chi) chiede di fare tessere per impianto o catene di impianti. Col risultato, in quest'ultimo caso, che il self se lo farebbe solo chi è del posto, salvo non fare una collezione di tessere da riempire una valigia. Risultato: il D.M. di fine marzo, nonostante tante aspettative, è rimasto ad oggi lettera morta. Siccome si fanno sempre le cose in modo diabolico, rimane anche da capire chi («soggetti abilitati») dovrebbe emettere queste tessere, con quali caratteristiche, e via discorrendo. Scommettiamo che in questo Paese che è basato non su leggi e regolamenti, ma su di una serie infinita di circolari, ne arriverà di certo una anche di carattere interpretativo per questa tessera che probabilmente darà ragione ad uno o all'altra posizione ma che potrebbe essere impugnata facilmente dalla parte che verrebbe scontentata. Un piccolo particolare giova essere rammentato. Se all'atto della revisione periodica fosse anche data anche un'occhiata alla data di scadenza delle bombole, quindi del cartellino bombole, allora il cruccio della sicurezza svanirebbe di colpo. E renderebbe di colpo obsoleta la «scheda a riconoscimento» prevista dal D.M. 31.3.2014. E se ci fosse un collegamento fra le bombole revisionate e la targa dell'auto, che incredibilmente pare oggi non esserci, lo stesso GFBM avrebbe potuto rilasciare la famigerata tessera che s'è dimostrata solo un orpello burocratico in più per ostacolare e non certo diffondere il self-service. Ma anche questo interesse per la sicurezza pare che ora debba fare i conti con le grandi «novità» tecnologiche come le bombole in composito. Il risultato è la confusionaria situazione che si è creata e che si può leggere in questo articolo pubblicato nei giorni scorsi. Tornando al tema del self, è evidente più che mai che il sistema all'italiano elucubrato in quel di Roma al famoso "tavolo tecnico", pare fra tesi contrapposte e ben documentate addirittura da altrettanti pareri di università (sarebbe curioso leggere le tesi contro il self... ma il diritto di accesso agli atti è escluso (!) in virtù di quanto disposto dal D.M. 10.5.1994, n. 415 per gli «elaborati ed ogni altro atto tecnico concernente i prodotti soggetti ad omologazioni e approvazioni ai fini della normativa antincendi», sia per le «relazioni sull'attività di comitati, commissioni, gruppi di studio e di lavoro»), è tutto tranne un sistema che possa agevolare il rifornimento di metano in self. Con buona pace dell'Europa. Quando all'estero si illustra la situazione nella penisola, si viene guardati con facce allibite. E ne hanno tutte le ragioni. Tornando al tema del self, è evidente più che mai che il sistema all'italiano elucubrato in quel di Roma al famoso "tavolo tecnico", pare fra tesi contrapposte e ben documentate addirittura da altrettanti pareri di università (sarebbe curioso leggere le tesi contro il self... ma il diritto di accesso agli atti è escluso (!) in virtù di quanto disposto dal D.M. 10.5.1994, n. 415 per gli «elaborati ed ogni altro atto tecnico concernente i prodotti soggetti ad omologazioni e approvazioni ai fini della normativa antincendi», sia per le «relazioni sull'attività di comitati, commissioni, gruppi di studio e di lavoro»), è tutto tranne un sistema che possa agevolare il rifornimento di metano in self. Con buona pace dell'Europa. Quando all'estero si illustra la situazione nella penisola, si viene guardati con facce allibite. E ne hanno tutte le ragioni. Sul fatto poi che, nonostante il primo D.M. 11.9.2008 sul «self presidiato» avesse stabilito già allora lo standard ISO di riferimento con gli erogatori europei, per anni si sono continuati ad aprire impianti, anche autostradali, con erogatori non europei e quindi non adatti al self. Argomento su cui ci siamo già soffermati tempo fa. Reazioni: ovviamente, e purtroppo, nessuna. Che il settore con i vari soggetti coinvolti debba porsi qualche domanda e darsi qualche risposta, sarebbe alquanto opportuno. Ma, come sempre, non lo farà. A discapito di chi sceglie il metano che, risparmio economico a parte, qualche aiutino all'ambiente lo dà. Alla fin fine, purtroppo, l'interesse sembra solo quello di preservare le, spesso evidenti, situazioni di monopolio o oligopolio esistenti nel settore. Basterebbe chiedersi, per esempio, il perché le aziende del gas non siano entrate nel certo non perdente settore del metano per autotrazione come avviene di norma all'estero.  

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