Oltre gli obiettivi, prospettati dal piano sulla riduzione dei gas serra entro il 2030, l'associazione dei costruttori europei di auto segnala il bisogno di interventi attivi nelle politiche: infrastruttura di ricarica, incenviti, sistema dei crediti ETS i punti chiave
18.09.2020 ( Aggiornata il 18.09.2020 16:54 )
Ursula Von der Leyen ha indicato l’accelerazione necessaria: uno sforzo ulteriore per abbattere le emissioni di gas serra nella UE, del 55% anziché il 40% prospettato finora sulla data del 2030 (riferimenti contro i valori del 1990). Si tratta di un passaggio intermedio verso l’ambiziosa neutralità climatica in Europa da raggiungere nel 2050. Secondo alcune voci, quel 55% anzi è la soglia minima per arrivare all’obiettivo.
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La materia è di ampio coinvolgimento, di più settori industriali, trasporti e automobili comprese. La voce dei costruttori europei, il commento al piano sugli obiettivi climatici 2030 presentato dalla presidente della Commissione europea, arriva con la nota dell’ACEA, a sintetizzare come servano le politiche di indirizzo affinché gli obiettivi siano raggiungibili.
Richieste di ulteriore taglio alle emissioni di gas climalteranti (Co2 e non solo) si inseriscono in un quadro nel quale l’industria automobilistica vive già una sofferenza per gli investimenti richiesti negli ultimi anni sulla transizione progressiva verso l’elettrificazione. Un'ampia fetta dei quasi 61 miliardi di euro destinati in ricerca e sviluppo è destinata alla decarbonizzazione. In aggiunta, l’impatto del coronavirus sulle vendite non può essere trascurato.
Allo stato attuale, quanto – con difficoltà – si è arrivato a concordare tra industria automobilistica e istituzioni, è un taglio delle emissioni di Co2 al 2030 che valga il 37,5% rispetto ai valori medi del mercato tra 2020 e 2021. Un obiettivo già ritenuto titanico da realizzare da parte dei costruttori di auto.
E sulle prospettive del piano sugli obiettivi climatici 2030, gli appunti mossi dall’ACEA tornano su alcuni temi “storici”: espansione dell’infrastruttura di ricarica per le elettriche, cresciuta quasi la metà rispetto ai volumi di vendita delle auto a batteria (+110% tra 2017 e 2019 contro un +58% di punti di ricarica), incentivi economicamente sostenibili sulla mobilità a zero emissioni, uno schema di crediti sulle emissioni (ETS – Emissioni Trading System) più stringente e al quale tutti i vettori di energia vengano sottoposti, con la definizione di un "costo delle emissioni carboniose a un livello che guidi un vero cambiamento".
“E’ chiaro come la strategia della UE abbia bisogno di essere riesaminata e adattata periodicamente, per garantire che tutte le parti siano in linea nel centrare gli obiettivi.
Comunque, il legislatore deve porre in essere non solo gli obiettivi ma anche le politiche richieste a supporto per tutte le tipologie di veicoli, senza le quali questi obiettivi semplicemente non sono raggiungibili.
Riconosciamo il desiderio di essere un pioniere globale quando si tratta di azioni sul clima, però servirà un cambiamento normativo senza precedenti per assicurare che vengano garantiti tutti i giusti fattori abilitanti.
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Fino a quando non avremo una visione più chiara sul quadro di politiche di accompagnamento e la valutazione dell’impatto, è difficile prevedere quale sia uno scenario realistico in termini di futuri obiettivi di emissioni di Co2”, il commento del direttore generale dell’ACEA, Eric-Mark Huitema.
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