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Il numero uno di Toyota punta il dito sulle EV: non possono essere l’unica via
Francesco Forni
18 dic 2020
Fulmini e saette di Akio Toyoda, presidente di Toyota, nei confronti delle auto elettriche. “Sono sopravvalutate, beneficiano di un clamore esagerato, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico”.
Parole pesanti di un leader dell'automotive, capace di valutare a trecentossessanta gradi il mondo delle quattro ruote. Toyoda è un appassionato di auto sportive e il Marchio fondato da suo nonno, da decenni è al vertice mondiale per vendite e sviluppo di auto ibride.
Un colosso generalista e Toyoda intende proteggerlo. Toyota produce auto elettriche, ha un piano importante di sviluppo, da tempo è impegnato, concretamente anche nello sviluppo delle vetture alimentate a idrogeno: Mirai è probabilmente l’esempio migliore a livello mondiale.
Toyoda insomma non ha parlato solo per tutelare il “tesoro” delle ibride. Ha dichiarato che nella sua visione le auto a batteria non possono essere l’unica via. Non sono perfette e possono essere potenzialmente pericolose, per il settore auto e per l’economia.
Il presidente ha detto che non sono considerate le emissioni di anidride carbonica prodotte per generare elettricità, i veicoli e le batterie, le quali hanno un impatto pesante sull’ecosistema ."Più veicoli elettrici produciamo, più salgono le emissioni di anidride carbonica”. Aggiungendo che non sono considerati gli enormi costi sociali della transizione energetica.
Altro fattore evidenziato, la reale possibilità di black-out totale per il Giappone (figuriamoci per altre nazioni) se tutto il parco circolante fosse a ricarica elettrica. Una infrastruttura adeguata potrebbe costare una cifra iperbolica, quantificabile oltre 400 miliardi di euro: un sacrificio enorme.
“Quando i politici dicono 'liberiamoci di tutte le auto che usano la benzina", capiscono cosa significa?”.
Altro scenario indicato, il potenziale collasso del business dell’industria automobilistica a fronte di una transizione totale alle BEV,
Con conseguente perdita di milioni di posti di lavor. Ultima spallata: auto elettriche che rimarrebbero in buona parte troppo care per le tasche delle classi meno abbienti.
Parole come pietre, sulle quali c’è da riflettere.
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