Batterie allo stato solido sì, ma quante se ne faranno?

Batterie allo stato solido sì, ma quante se ne faranno?

Le indicazioni diffuse da Toyota sull'avvio della produzione in massa delle pile allo stato solido circoscrivono i volumi ad alcune migliaia di unità: sarà una tecnologia inizialmente di nicchia

22.11.2023 17:48

Intorno alle batterie delle auto elettriche ruotano molteplici temi. Da quello tecnico a quello di competitività industriale di un intero continente come l'Europa; dalle prospettive di tipo geopolitico - legata all'estrazione delle terre rare e alla produzione - fino alla pianificazione degli investimenti da parte delle case.

L'attualità vede due tipologie di composizione chimica prevalenti, entrambe con elettrolita liquido. Da un lato le batterie al litio-ferro-fosfato, dall'altro le pile al nichel-manganese-cobalto. Le LFP sono una buona soluzione per contenere i costi dell'auto elettrica su modelli dei segmenti inferiori; le NMC diventano a confronto l'opzione "premium", perché attualmente in grado di offrire maggiori prestazioni. 

Il potenziale dirompente delle batterie a stato solido

Poi c'è la prospettiva, da anni presentata come tecnologia di rottura, rivoluzionaria, delle batterie con elettrolita solido. 

Numerose case automobilistiche lavorano con i player asiatici nel settore della produzione di celle, con l'obiettivodi introdurre sul mercato le batterie allo stato solido. Toyota (qui trovi i modelli sul mercato dell'usato) le porterà sui propri modelli tra il 2027 e il 2028 e sarà una soluzione destinata a modelli sportivi e ad alte prestazioni. 

Secondo le anticipazioni emerse, la produzione di massa dal 2030 in poi sarà tale da poter coprire un fabbisogno di oltre 10 mila veicoli. Un volume produttivo evidentemente di nicchia, che circoscriverà l'utilizzo delle pile a elettrolita solido a modelli sportivi e suv.

Più soluzioni di batteria nel prossimo futuro

Per una tecnologia rivoluzionaria nel settore delle batterie non si possono tralasciare gli investimenti pianificati dalle case auto, di acquisti futuri per garantire il fabbisogno energetico dei propri modelli elettrici. Difficile pensare, quindi, che il riposizionamento verso le batterie allo stato solido possa avvenire in tempi ridotti e con i volumi necessari a soddisfare l'intera produzione elettrica di ciascun costruttore.

Il potenziale delle batterie allo stato solido è incentrato sulla maggiore densità energetica possibile, che vuol dire ottenere in minori ingombri un determinato valore di kWh rispetto a una batteria a elettrolita liquido. Altra caratteristica cruciale, la rapidità di ricarica (circa 10 minuti per una ricarica dal 10% all'80%) e di cessione dell'energia, proseguendo con un'autonomia di marcia che nella prima applicazione in serie prospettata da Toyota dovrebbe arrivare a 1.000 km. Ancora, l'assenza di elettrolita liquido renderà le batterie allo stato solido più sicure al rischio di infiammabilità.

Importanti miglioramenti destinati inizialmente a una ristretta fascia di prodotti, come è tipico delle importanti innovazioni tecnologiche introdotte a partire dal vertice dell'offerta.

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