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Acea, l'Europa pensi ad agevolazioni in stile kei-car per le elettriche

Può essere un'omologazione specifica, vincolata a certe caratteristiche tecniche, la strada per rendere accessibili economicamente delle piccole auto urbane a zero emissioni in Europa?

Acea, l'Europa pensi ad agevolazioni in stile kei-car per le elettriche

F.P.F.P.

30 nov 2023

Al netto di una condizione del mercato dell'auto italiano del tutto specifica, che chiama altre considerazioni e tutte strettamente di carattere economico nella predisposizione all'acquisto di un'auto nei prossimi 12 mesi, c'è una visione che l'Acea, l'associazione dei costruttori europei di auto, sottopone al regolatore europeo.

Lo fa attraverso il presidente Luca de Meo, che indica un "modello giapponese" per rendere accessibili e diffuse le auto elettriche a strettissima vocazione urbana. Le considerazioni sono parte di una più ampia lettura del mercato europeo e del suo futuro, contenuta dal manifesto "FuterDriven", sottotitolo: un'industria dell'auto competitiva alla guida della rivoluzione della mobilità.

Manca l'ampia scelta di prodotto a prezzi accessibili

Da tempo le citycar e utilitarie termiche dai prezzi contenuti sono diventate un miraggio. Vero è che le caratteristiche tecniche e tecnologiche sono migliorate notevolmente, tuttavia, imbattersi in prezzi di listino entro i 15 mila euro è un'impresa davvero ardua.

Con le elettriche non va meglio, poiché la soglia d'accesso è attualmente oltre quota 20 mila euro, per modelli equiparabili a citycar. Quadro dei prezzi di listino sul quale vanno considerate le campagne di incentivi all'acquisto.

Tassazione ridotta e incentivi alla guida per le k-car elettriche

Nella visione dell'Acea, l'Europa dovrebbe agevolare la diffusione delle piccole auto elettriche applicando una tassazione sull'acquisto minore, di fatto applicabile a una categoria di vetture a sé. Con quali i parametri? Le kei-car nipponiche fissano ingombri massimi (oggi 3,40 metri di lunghezza) e cilindrata (600 cc e 64 cv) e rappresentano una categoria di veicoli la cui quota di mercato è al 40% in Giappone. È una tipologia di auto che risponde a specifiche esigenze e ha una storia normativa che affonda le radici nel 1949.

"La kei car è un esempio perfetto del tipo di cose che dovremmo riuscire a fare. Le auto di segmento A e B non sono più redditizie per le case, perché devono produrre auto addobbate come alberi di Natale e non fa differenza che sia una Clio o una grande berlina", le parole di De Meo.

Una "kei car elettrica all'europea" dovrebbe valutare un dimensionamento della batteria molto contenuto, in ragione della media di chilometri percorsi quotidianamente dagli automobilisti su citycar equivalenti. Non ha senso investire su pacchi batteria da 100 kWh quando le statistiche dicono di una media di percorrenza giornaliera entro i 50 km. Limitare la "taglia" della batteria aiuterebbe anche a ridurre il prezzo di listino.

Poi, quanto alle azioni che l'Europa dovrebbe prevedere per agevolarne la diffusione, vi sono l'applicazione di pedaggi ridotti, diverse limitazioni e condizioni per l'accesso ai centri urbani e ai parcheggi. In sintesi: una normativa specifica per una nuova categoria di omologazione delle auto.

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