La terza generazione della Twingo ha rappresentato un passo decisivo nella storia della citycar Renault. Dopo due generazioni la mini-monovolume abbandona la concezione tecnica del motore e della trazione anteriore per votarsi alla filosofia del “tutto dietro”.
La ragione è semplice: la Twingo ha la stessa base meccanica della Smart e questo matrimonio non poteva che portare a un layout tecnico comune. Ma c’è di più: lo spostamento del motore sotto il bagagliaio ha consentito di ottenere un abitacolo particolarmente spazioso. E, soprattutto, versatile, pieno come è di vani, cassetti, e contenitori di ogni tipo, uno posizionato addirittura sotto il divanetto posteriore. Un bauletto rimovibile è incastrato nella console, un borsello mascherato si trova al posto del portaoggetti destro. I ripostigli sono davvero numerosi, capaci ed originali. Oltre che variopinti e, per questo, gradevoli anche alla vista.
Il bagagliaio è piuttosto alto da terra ma regolare e ben modulabile anch’esso. E ancora: sui pannelli della porta posteriore troviamo una tasca rigida dotata di cinghie di ritenzione per trattenere oggetti. Un modo come un altro per sottolineare che questa sfiziosa city-car, come la prima, storica generazione, può essere considerata a buon diritto una vera mini-monovolume.