FCA-Renault: confermato l'interesse, ma è tutto rinviato a domani

FCA-Renault: confermato l'interesse, ma è tutto rinviato a domani

Tutto in stand by: si riunirà ancora il CdA di Renault per aggiornarsi sulla proposta di fusione paritetica con FCA 

di Pasquale Di Santillo

04.06.2019 20:25

Stand by, ancora niente fumata bianca, tutto rinviato a domani: il conclave CdA di Renault tenuto oggi nella sede storica di Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi, non ha ancora…partorito la montagna messa insieme in fretta in furia in dieci giorni dalla lettera di John Elkann, con quella proposta di fusione paritetica tra FCA e Renault. Insomma, il Papa non è stato ancora eletto, ma nemmeno rinnegato e tra chi vede in questo rinvio un segnale negativo e chi comunque un piccolo passo avanti, resta il dato oggettivo della complessità di una trattativa inevitabilmente difficile per la posta in gioco.

"ll Consiglio di amministrazione si è riunito oggi con lo scopo di rivedere nel dettaglio gli elementi costitutivi della proposta ricevuta da Fca il 27 maggio scorso riguardante una potenziale fusione 50/50 tra Renault e FCA. Il CdA ha deciso di continuare a studiare con interesse l'opportunità di una tale fusione e di prolungare i colloqui su questo tema. Si riunirà nuovamente mercoledì 5 giugno (domani) a fine giornata". 

Questa la breve nota con cui Renault conclude una giornata febbrile culminata con la prima parte della riunione del suo consiglio di amministrazione straordinario. Sul tavolo un progetto che negli ultimi giorni ha mostrato le sue potenzialità, ma anche le immancabili criticità sul versante politico ed economico.

Quindi non resta che incassare la conferma dell'interesse fusione da parte di Renault, che però si riserva ulteriori valutazioni prima di dare un eventuale via libera condizionato alle grandi linee del progetto, passaggio che lo ricordiamo preannuncia l'apertura di negoziati esclusivi con FCA che potrebbero durare anche diversi mesi se non un anno.

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La fusione FCA-Renault

L’architettura attuale dell’accordo, prevede la creazione di una holding basata ad Amsterdam, divisa 50-50 tra Renault e FCA, e quotata a Parigi, New York e Milano. Anche se il Governo francese ha chiesto almeno il quartier generale a Parigi. La famiglia Agnelli, che controlla il 29% di Fiat-Chrysler, vedrebbe la sua parte automaticamente diluita al 14,5%,restando comunque primo azionista della nuova entità, mentre lo Stato francese scenderebbe al 7,5% dall'attuale 15% che detiene attualmente in casa Renault.

Tutte ancora da formalizzare le risposte che attende il mercato. "E' del tutto escluso che il progetto di fusione possa portare ad una presa di controllo di Renault da parte di Fiat-Chrysler": questo ha dichiarato una fonte del governo citata dall'agenzia France Presse, non confermando per ora le informazioni di stampa secondo cui lo Stato francese, che controlla il 15% della casa transalpina, avrebbe ottenuto un posto nel CdA e nel comitato nomine della futura entità, come da richiesta fatta da Bruno le Maire, Ministro delle Finanze di Macron allo stesso John Elkann negli incontri dell’ultimo week end, insieme a quello di una governance più Renault oriented oltre ad un dividendo per gli azionisti Renault che non ha alcuna ragion d’essere.

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La posizione di Nissan

Altra domanda finora senza risposta, il ruolo nella trattativa di Nissan, alleato di Renault. Già nel primo pomeriggio le indiscrezioni davano i rappresentanti della casa giapponese nel CdA Renault intenzionati ad astenersi, sottolineando in modo evidente come la prospettiva industriale corretta dell'accordo non possa prescindere dal partner nipponico e del suo bagaglio di tecnologie e brevetti.

Quanto la partita fosse complessa sulla sponda giapponese si era intuito già ieri, con una nota ufficiale Hiroto Saikawa, ceo di Nissan, precisava la formale volontà del marchio nipponico di prendere tempo, oltre che quella sostanziale di preferire un eventuale ruolo da alleato della nuova azienda. “La proposta attualmente in discussione tra FCA e Renault è una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault. Ciò richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault, i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare in futuro".

Lo snodo non è piccolo. Renault detiene, con pieni diritti di voto, il 43% della Nissan e quest’ultima possiede il 15% di Renault ma senza alcun diritto di voto. Renault e FCA produrrebbero assieme 8,7 milioni di veicoli all'anno, distribuiti in una galassia di 15 marchi. Nei fatti però solo l'inclusione di Nissan porterebbe la nascita di un gigante primo al mondo con 15 milioni di veicoli, e soprattutto con un magazzino brevetti e contratti sufficiente per sostenere le sfide dell'elettrificazione e del rinnovamento delle gamme dei prodotti con nuove piattaforme meccaniche.

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L'indiscrezione su Elkann e Peugeot

Nel frattempo oggi qualcuno ha riportato la voce di una cena “galeotta” tra John Elkann e Robert Peugeot. Quanto corrisponda alla realtà o sia solo strategia comunicazionale lo sapremo presto. Di certo, se fosse vera, la mossa spariglia carte, cioè un accordo con PSA sarebbe davvero da applausi. Ma anche lì ci sarebbero tanti soci da mettere d’accordo, ancora lo stato francese, la famiglia Peugeot e i cinesi di Don Feng.

Per la serie, dove ti giri giri, di facile non c’è nulla quando si smuovono tutti questi interessi.

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