Il lancio della nuova Giulia GTA del Biscione riporta alla memoria la nascita di una vettura che ha reso grande il marchio Alfa Romeo
10.03.2020 15:39
Il lavoro dell’Autodelta non si limitarono però solo ad alleggerire l’auto: sotto al leggero cofano in lega leggera sbraitava un motore da 1.570 cc alimentato da due carburatori Weber DCOE 45 capace di 160 - 170 cv, sufficienti a rendere l’auto particolarmente nervosa e bisognosa di essere trattata con le maniere forti. Per migliorare infatti la tenuta di strada dell’auto, in un epoca in cui non esistevano raffinate soluzioni aerodinamiche ma si sfruttava il rollio per trasferire peso sulle gomme in curva,
Chiti sviluppò un particolare schema sospensivo, passato alla storia come “slittone”, utile per abbassare il centro di rollio posteriore dell’auto, facendola quindi “acquattare” sulla ruota posteriore esterna in curva in modo da avere la massima aderenza e trazione possibile. Fu questa soluzione a generare la tipica ruota anteriore interna alzata, caratteristica peculiare delle GTA che sembra facciano “ciao” con la manina al pubblico assiepato a centro curva.
Link copiato