Il lancio della nuova Giulia GTA del Biscione riporta alla memoria la nascita di una vettura che ha reso grande il marchio Alfa Romeo

Alfa Romeo Giulia GTA, storia di un mito

<p>Rossa, sgraziata e aggressiva, eppure al contempo così bella e irresistibile. È difficile trovare gli aggettivi giusti per definire l’originale <strong>Alfa Romeo Giulia GTA</strong>, un’auto tanto rude nel modo di fare quanto efficace in pista e affascinante fuori.</p>

<p>Un’auto che ha contribuito in maniera determinante a creare il mito dell’Alfa Romeo, quel mito che, nonostante si sia fatto di tutto per affossarlo, tiene ancora in vita un marchio che, come pochi altri sanno fare - e vorrebbero fare - sa far <strong>battere forte il cuore</strong>. Forse è per sfruttare questo vantaggio passionale che Alfa Romeo, all’alba di questo funesto 2020, ha voluto presentare al mondo la <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2020/03/02-2798086/alfa_romeo_giulia_gta_e_gtam_le_caratteristiche_del_mito_che_ritorna/">nuova Giulia GTA</a>, una macchina estrema, che condivide poco o niente con la GTA originale ma che<strong> rispolvera i fasti di una marchio</strong> che, ora come non mai, ha un bisogno forsennato di essere sostenuto. Perché 110 anni di storia non si possono e non si devono dimenticare.</p>

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<h2>Gran Turismo Alleggerita</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823649" data-k-kid="sn:auto:2823649" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/161008584-68632683-1b00-4be3-baff-3f1470e95e29.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Nonostante la sigla GTA sia stata usata spesso, a volte anche a sproposito, è doveroso ricordare che la “vera” GTA è una sola e veniva presentata al mondo nel <strong>1965 al Salone di Amsterdam</strong>, una vetrina non di primo rilievo per una macchina che lascerà un segno indelebile nella storia dell’auto. Nata dal genio creativo di Carlo Chiti per sostituire la <strong>Giulia TI Super</strong>, la Giulia GTA assomigliava solo esteticamente alla sua controparte standard. Già la carrozzeria, pur mantenendo le forme originali, era costruita di una leggera lega di alluminio, la Peraluman 25: questa soluzione riduceva il peso dell’auto di oltre 200 kg, sufficienti per identificarla coma Gran Turismo Alleggerita, GTA per l’appunto.  </p>

<p>Era un’epoca, quella in cui venne prodotta la Giulia GTA, nella quale le <strong>parole avevano ancora significato</strong>: le coupé erano coupé, i fuoristrada erano fuoristrada e le auto alleggerite, erano alleggerite per davvero. La Giulia GTA, con il suo aspetto da “ragazzaccia” è un vero pilastro di un’epoca andata oramai dimenticata, seppellita sotto montagne di <strong>campagne marketing</strong> volte a stravolgere il mondo dell’auto, con i risultati che vediamo quotidianamente.</p>

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<h2>Cura Autodelta</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823355" data-k-kid="sn:auto:2823355" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/160243436-145e4e38-82ec-47ca-9962-12f190496ce1.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Il lavoro dell’Autodelta non si limitarono però solo ad alleggerire l’auto: sotto al leggero cofano in lega leggera sbraitava un <strong>motore da 1.570</strong> cc alimentato da due carburatori Weber DCOE 45 capace di 160 - 170 cv, sufficienti a rendere l’auto particolarmente nervosa e bisognosa di essere trattata con le maniere forti. Per migliorare infatti la tenuta di strada dell’auto, in un epoca in cui non esistevano raffinate soluzioni aerodinamiche ma si<strong> sfruttava il rollio per trasferire peso sulle gomme in curva</strong>,</p>

<p>Chiti sviluppò un particolare <strong>schema sospensivo</strong>, passato alla storia come “slittone”, utile per abbassare il centro di rollio posteriore dell’auto, facendola quindi “acquattare” sulla ruota posteriore esterna in curva in modo da avere la massima aderenza e trazione possibile. Fu questa soluzione a generare la <strong>tipica ruota anteriore interna alzata,</strong> caratteristica peculiare delle GTA che sembra facciano “ciao” con la manina al pubblico assiepato a centro curva.</p>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823652" data-k-kid="sn:auto:2823652" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/161012156-33c32e92-6128-4e1a-aad6-5964fca6827c.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

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<h2>Arriva la Junior per il Gruppo 2</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823490" data-k-kid="sn:auto:2823490" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/160548894-df836b04-4ae7-4a83-828e-04d9087fd1ed.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Disponibile anche in versione stradale, la GTA tuttavia non era una gran compagna di viaggio: la totale assenza di<strong> materiale fonoassorbente</strong> e le <strong>vibrazioni prodotte </strong>dalle sottili lamiere in alluminio rendevano i viaggi a bordo di questa purosangue molto meno confortevoli rispetto alla sua controparte standard. Ma questa non era un’auto da strada quanto piuttosto una vera bestia pronto pista, luogo nel quale fece vedere tutto il suo valore fin dalle prime apparizioni già nel 1965, quando si aggiudicò la Trento - Bondone, battesimo del fuoco di un vero mito su ruote.</p>

<p>Alla prima Giulia GTA, <strong>prodotta in appena 448 esemplari,</strong> ne seguirono altre versioni, sempre più specializzate: nel 1968 veniva infatti introdotta la piccola 1.300, prodotta in appena 1.228 necessaria per far competere la Giulia nelle competizioni “Gruppo 2”, categoria nella quale l’auto domino incontrastata per quattro anni consecutivi e, nel 1972, riuscendo a vincere tutte le gare del campionato e trionfando anche nella 24 ore di Jarama, sconfiggendo senza se e senza ma le potenti Ford Capri avversarie.</p>

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<h2>È anche sovralimentata</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823491" data-k-kid="sn:auto:2823491" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/160654532-162cd4a7-2513-4c10-89a6-b6a2fb37be79.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Ben più rare di queste due versioni, sono la strepitosa Giulia GTA SA (come SovrAlimentata) del 1967 e la potente GTAm del biennio 1970-1971.</p>

<p>La prima di queste due, prodotta in appena 10 esemplari, era dotata di due compressori centrifughi (operanti a 90.000 giri al minuto), capaci di portare il motore a ben 220 cv a 7.500 giri al minuto, a discapito tuttavia dell’<strong>affidabilità del motore</strong>, che aveva la brutta tendenza a prendere fuoco a causa delle inevitabili perdite d’olio da parte del circuito ad alta pressione.</p>

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<h2>Canto del cigno</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="2823571" data-k-kid="sn:auto:2823571" data-k-thumb="https://cdn.auto.it/images/2020/03/10/161005903-dced82a3-1024-48cd-8df1-aa86fabce3c4.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Ben altra storia quella della Giulia GTAm, canto del cigno della Giulia GTA “originale” e pensata appositamente per le competizioni. Basata sulla nuova Giulia 1.750 GT Veloce, la GTAm era stata pensata per competere nel Campionato Europeo Turismo nella categoria “Gruppo 2”, quella riservata ad auto con motore fino a 2.000cc e <strong>prodotte in almeno 1.000 esemplari. </strong></p>

<p>Dall’aspetto molto aggressivo e vistoso, per lo più grazie a passaruota smodatamente allargati per ospitare le nuove ruote, la GTAm era dotata di un potente motore da 2 litri (il basamento era lo stesso della 1.750 ma le cane dei cilindri erano maggiorate) che le permise di primeggiare praticamente ogni volta che scese in pista. Costruita in appena 40 esemplari, la GTAm, esclusa la GTA SA, è una delle <strong>Alfa Romeo più rare e desiderabili del panorama automobilistico</strong>, con quotazioni che possono tranquillamente superare i 200 mila euro, cifra di tutto rispetto per un’auto che, senza esagerare, dovrebbe essere inserita nei libri di storia.</p>

<p>Nel periodo tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '70, l'Alfa Romeo commissionò all'Auto Delta di Chiti e Chizzola, di produrre un'auto da corsa che fosse più potente esoprattutto più leggera della Giulia Sprint GT.  Nacque così la prima Giulia GTA (Gtan Turismo Alleggerita), ma soprattutto nacque quello che sarebbe poi diventata a tutti gli effetti l'icona degli appassionati di Alfa Romeo, un'auto che portava una sigla, che tutti gli alfisti sperano, prima o poi, di rivedere in pista.</p>


Alfa Romeo Giuia Sprint GTA, l'origine del mito

<p>Il lancio della nuova Giulia GTA del Biscione riporta alla memoria la nascita di una vettura che ha reso grande il marchio Alfa Romeo</p>
