Il mercato delle compatte sportive offre tantissime opzioni, varie per tecnica, potenza e prestigio. Le prestazioni appagano gli amanti della guida, fino a sconfinare in territorio da supercar con la più potente del lotto

Un mondo di hot-hatch, da Golf GTI a Mercedes-AMG A45 S

Sigle storiche, che si tramandano da decenni, verso il mezzo secolo di vita in alcuni casi. In altri, reparti corse affiancati a un concetto, quello delle hot-hatch, che sta spesso stretto, tali sono le prestazioni e le potenze in gioco.
L’offerta sul mercato è generosa, marchi generalisti e marchi premium, a interpretare il segmento C, quello delle compatte due volumi, in vario modo nella ricerca della prestazione. Modelli in alcuni casi al passaggio generazionale, dei quali si delineano alcuni tratti in attesa di scoprire l’intera fiche tecnica.
La formula tecnica si è omologata su alcune caratteristiche, superando l’unica originalità dichiarata da un premium come BMW: aver convertito nuova Serie 1 alla trazione anteriore ha lasciato l’interpretazione di M135i con uno schema quattro ruote motrici dove in passato regalava il “di più” della trazione posteriore.
Tra i marchi generalisti, invece, vige la norma della trazione anteriore, con Honda Civic Type-R a prendersi la vetta per potenza scaricata su due sole ruote, con i suoi 320 cavalli.
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<h2 align="left">Volkswagen Golf GTI</h2>

Nel procedere per livelli di potenza, la “cenerentola” del gruppo è anche il modello che può contare sulla storia più lunga e gloriosa: Volkswagen Golf GTI. Affonda le radici nel lontano 1976 la prima generazione, 44 anni dopo Golf 8 si appresta a introdursi sul mercato con una formula per potenza massima sui 245 cavalli e 370 Nm di coppia. 
Andrebbe raccontato del bagaglio hi-tech che la accompagna, ma il pubblico fedele al concetto delle compatte sportive è ancora in grado di dar valore alla tecnica, nel caso di Golf GTI 8 vestita da un design sobrio e non eccessivamente caratterizzato. L’elettronica entra a pieno nella gestione dell’autotelaio, con le sospensioni a controllo elettronico e rigidità variabile, dotate al posteriore di un adeguato schema multilink. Sportività classica, offre la scelta tra un cambio doppia frizione 7 marce, indubbiamente più rapido e prestazionale, e la tradizione del manuale 6 marce. 
“Quanto va”? Abbastanza da far divertire, il 2 litri spinge in 6” da 0 a 100 orari e corre fino ai 250 orari. Un particolare che spiacerà ai puristi, l’assenza di un differenziale a slittamento limitato vero e proprio, emulato dal sistema XDS. 
Il futuro prossimo porterà a una Golf ancor più completa e veloce, Golf R avrà un 2 litri da 313 cavalli, trazione quattro ruote motrici, cambio DSG 7 marce e il differenziale a slittamento limitato. 
Sebbene abbia una potenza identica, il profilo è decisamente diverso per Golf GTE e il progetto gemello di Cupra Leon ibrida plug-in. Per dire di un elemento contrario ai dogmi della sportività, l’incremento di peso dettato dall’adozione del pacco batterie che, in compenso, ripaga con l’autonomia in elettrico e i consumi ridottissimi. Altra mission e altro target.
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<h2 align="left">Hyundai i30 N </h2>

La scalata delle potenze passa, così, da un’interessantissima alternativa e “new entry” tra modelli dalla solida storia. Hyundai i30 N riceverà prossimamente il restyling al quale è stata già sottoposta la gamma regolare della berlina 5 porte. Una generazione che ha impressionato favorevolmente sia nella sua proposta 2 litri turbo benzina 250 cavalli che nella variante N Performance, da 275 cavalli e il prezioso contributo del differenziale a slittamento limitato a controllo elettronico. Coppia massima di 353 Nm, 378 in overboost, prestazioni interessantissime (6”1 sullo zero-cento, 250 orari). Si guida con tutto il corpo, piede sinistro compreso, sulla frizione: 6 marce manuale ma “evoluto” dall’elettronica con il Rev Matching in scalata a facilitarvi il punta-tacco.
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<h2 align="left">Peugeot 308 GTi</h2>

Tra i 250 cavalli di i30 N e i 275 di i30 N Performance, si insedia Peugeot 308 GTi. L’attuale generazione lascerà spazio nei prossimi anni a un progetto elettrificato, diverrà 308 Peugeot Sport Engineered. Intanto, sul mercato si può apprezzare una soluzione alternativa alle rivali nella motorizzazione, visto l’impiego del turbo benzina 1.6 litri da 263 cavalli. Il cambio è un manuale 6 marce, la coppia spinge 340 Nm a 2.100 giri/min, mentre la prestazione assoluta dice 250 orari di velocità massima e 6” netti sullo zero-cento. Il peso si attesta su un interessante valore di 1.390 kg. Il differenziale Torsen aiuta la motricità, mentre l’assetto è ovviamente specifico, con sospensioni anteriori sviluppate da Peugeot Sport.
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<h2 align="left">Ford Focus ST</h2>

Modello che avrebbe anche una declinazione turbodiesel, Ford Focus ST esprime la vera sportività nella configurazione 2.3 litri turbo benzina. Resterà l’unica formula ad alte prestazioni sulla compatta sviluppata da Ford, niente RS sulla scena. Avrebbe avuto ben altre velleità, con le quattro ruote motrici e la possibilità di sfidare alcune proposte premium.
Dalla ST 2.3 c’è comunque tanta materia da padroneggiare al volante. La cubatura generosa eroga ben 420 Nm di coppia oltre ai 280 cavalli che la spingono ai 250 orari ma, soprattutto, in appena 5”7 da 0 a 100 km/h nella versione con cambio 8 automatico marce, alternativa al manuale 6 marce, 3 decimi più lento. 
Bel design, piattaforma C2 moderna, assetto con l’abbinata classica per il segmento: MacPherson anteriore e Multilink posteriore, dotati di sospensioni a controllo elettronico. Assetto parecchio più rigido nelle tarature delle sospensioni se paragonato alla gamma Focus standard.
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<h2 align="left">Renault Megane RS</h2>

Da un reparto sportivo all’altro, da Ford Performance a Renault Sport, in quel di Dieppe. Futuro incerto ma presente solidissimo con Renault Megane RS in due declinazioni: base da 280 cavalli, Trophy da 300. Entrambe con la possibilità di scegliere tra cambio manuale 6 marce e doppia frizione 6 rapporti, entrambe con un nuovissimo motore 1.8 litri turbocompresso. È un altro contributo alternativo per schema tecnico rispetto alle avversarie, nello specifico propone un assetto con quattro ruote sterzanti, il telaio 4Control pensato per migliorare l’agilità nel misto lento e incrementare la stabilità alle alte velocità. L’asse posteriore a ruote indipendenti è dotato di attuatori a controllo elettronico che modificano l’angolazione in fase o controfase con le anteriori, per una variazione virtuale di passo. Da qui la maggiore agilità. 
È tra i modelli maggiormente caratterizzati nell’estetica, non fa nulla per macherare una sportività evidente, che spinge Megane RS Trophy da 300 cavalli fino a 260 km/h e accelera in 5”7 da zero a cento orari, 1 decimo più rapida della 280 cavalli. Dotazione specifica della Trophy è l’assetto più rigido, finecorsa idraulici, barre antirollio maggiorate. Differenziale Torsen di serie tanto su Megane RS che RS Trophy. 
Esaltante la versione a tiratura limitata Trophy R, con freni carboceramici e cerchi anch’essi in carbonio.
Prima di oltrepassare la soglia psicologica dei 300 cavalli, vale dire di una Seat Leon Cupra R sì di precedente generazione, ma validissima proposta con motore 2 litri da 290 cavalli, risultata tra le più veloci auto a trazione anteriore al Nurburgring. La nuova Cupra Leon avrà un sistema ibrido plug-in da 245 cavalli, in attesa del rinnovamento Cupra Leon R da 300 cavalli e motore 2.0. 
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<h2 align="left">Honda Civic Type-R</h2>

Un capitolo, quest’ultimo, che si conclude con il modello che riesce a gestire più cavalli tra tutte sulle sole ruote anteriori: Honda Civic Type-R. L’ultima generazione ha un modo originale di interpretare la formula hatchback 5 porte, quasi verso una due volumi e mezzo. Merita d’essere catalogata di diritto tra le hot-hatch, dove prende la palma di più potente tra le proposte dei marchi generalisti.
Il motore 2 litri turbo benzina sviluppa 320 cavalli e 400 Nm di coppia ed è abbinato al cambio manuale 6 marce con differenziale a slittamento limitato di tipo meccanico. Velocissima con i 272 km/h dichiarati, accelera in 5”8 da zero a cento. Raffinatissima la sospensione anteriore MacPherson nei cinematismi, ammortizzatori ovviamente a controllo elettronico.
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<h2 align="left">BMW Serie 1 M</h2>

Doppiato il capo dei 320 cavalli con Civic Type-R si sconfina nel regno delle hot-hatch premium. E la partita è a tre voci. Due già sul mercato, una con un futuro prossimo delineato. BMW Serie 1, con la scelta di adottare l’architettura FAAR riserva alla sportiva M135i xDrive lo schema quattro ruote motrici a controllo elettronico. Tutto assolutamente efficace e prestazionale, scompare però l’esclusività di una trazione posteriore che ha identificato il modello sin dalla sua nascita. Soprattutto, dal sei cilindri in linea 3 litri passa a un 2 litri twin power turbo da 306 cavalli e 450 Nm. Ha “i numeri” giusti con un 4”8 tempo in accelerazione sullo 0-100 km/h e 250 km/h autolimitati, come anche l’elettronica al vertice nel controllo dell’assetto e il differenziale posteriore M a controllo elettronico.
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<h2 align="left">Mercedes-AMG A45 S</h2>

Per cavalli, il gap è significativo rispetto alla regina, Mercedes-AMG A45 S. Aspettando lo sviluppo della nuova generazione di Audi RS3 Sportback – prossimamente è in arrivo una S3 da 310 cavalli 2 litri TFSI –, che andrà a insidiare il trono, A45 ha rinnovato sé stessa puntando tutto sul motore.
Già i 381 cavalli della precedente specifica realizzata da Mercedes-AMG costituivano un primato tra i 2 litri. I 421 cavalli di A45 S rilanciano e segnano lo stato dell’arte della tecnica motoristica con il frazionamento quattro cilindri 2 litri. Cinquecento newtonmetro di coppia si spostano tra i due assi, gestiti da una trazione 4Matic+ che può trasferire in modo completamente variabile la coppia e perfezionarla al retrotreno da un differenziale a controllo elettronico. 
Per prestazioni espresse siamo al limite delle supercar con il dato dell’accelerazione, i 3”9 dichiarati per passare da 0 a 100 km/h, dove la velocità massima è di 270 km/h, autolimitata. 
Un panorama più che mai ampio nel quale scegliere la sportiva preferita, con un ostacolo purtroppo da prendere in considerazione, una zavorra illogica che ha nel Superbollo per le auto oltre i 250 cavalli un limite importantissimo al vivere la passione per le auto prestazionali.

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