Stellantis, Fiom-Cgil chiedono al Governo un piano per l'auto

Stellantis, Fiom-Cgil chiedono al Governo un piano per l'auto

Fiom e Cgil denunciano l'assenza di un piano per l'auto italiano per gestire la transizione tecnologica. Critiche anche verso l'assenza della politica nella questione FCA-PSA

di Lorenzo Lucidi

26.01.2021 ( Aggiornata il 26.01.2021 13:40 )

Il 2021 sarà un altro anno di grandi cambiamenti nel mondo dell'automotive. Non solo per quanto riguarda il processo sempre più rapido di elettrificazione che sta coinvolgendo il mondo intero. Ma anche per la nascita di Stellantis, nuovo grande Gruppo figlio della fusione di FCA e PSA. L'Italia affronta questa fase in un momento di grande incertezza politica, in cui la tenuta stessa del Governo è a repentaglio e senza nessuna certezza sulla continuazione dell'attuale legislatura. Uno scenario che, complice la pandemia, ha portato a una situazione di stallo per tutto quello che riguarda l'automobile, per la quale manca un piano a lungo termine. A denunciare questa situazione è la Fiom-Cgil, che chiede maggiore impegno da parte del Governo affinché venga finalmente varato un pano per l'auto in grado di metterci alla pari con gli altri Paesi europei.

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Sindacati in allarme

Portavoce delle richieste dei sindacati è Michele De Palma, segretario nazionale e responsabile del settore automotive della Fiom-Cgil, il quale ha sottolineato come oltre confine esistano situazioni di pianificazioni che da noi sono assenti. “Durante la pandemia siamo stati contattati dall'ambasciata francese – ha rivelato De Palma - per uno scambio di idee e per conoscere il parere della Fiom sulle questioni che riguardano l’automotive. I francesi ci hanno chiesto quali interventi andrebbero fatti per l'auto e abbiamo presentato le nostre proposte, che riguardano il sistema-Paese. Purtroppo il nostro governo non ci ha chiesto nulla ha concluso il segretario.

A tenere banco sono infatti non solo le questioni legate alle vendite, agli incentivi e al rinnovamento del parco auto finalizzato alla riduzione delle emissioni inquinanti: in primo piano c'è la questione Stellantis, che in Italia conta un enorme numero di stabilimenti produttivi e lavoratori, contando anche quelli, numerosissimi, dell'indotto, che devono essere tutelati. Carlos Tavares ha visitato nei giorni scorsi molti degli impianti produttivi dell'ormai ex FCA in Italia, trattenendosi a lungo con i rappresentati dei sindacati. Molti dei quali hanno apprezzato la promessa del manager di non tagliare alcuno stabilimento, ma nel contempo sono preoccupati per il silenzio della politica. E neanche la proposta del vice ministro dell'economia, Antonio Misiani, di far entrare lo Stato italiano tra gli azionisti di Stellantis, sul modello della Francia, ha tranquillizzato i sindacati.

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Governo al lavoro

Dopo molti solleciti, inclusi quelli di Fiom-Cgil, il Governo ha messo in calendario una serie di incontri per discutere delle questioni relative all'auto e alla sua filiera (che in Italia è centrale per l'economi, basti pensare che due anni fa la spesa per l'automobile valeva circa l'11% del PIL). A promuovere l'iniziativa è stato il ministro per lo sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che ha convocato tre gruppi di lavoro per lavorare al Tavolo Automotive. Il loro compito sarà quello di approfondire la situazione attuale e valutare misure che possano facilitare e velocizzare il processo di rinnovamento del parco auto italiano e la transizione alla mobilità green. Tre gli incontri già calendarizzati: si parte il 4 febbraio per parlare di mobilità sostenibile e nuovi standard tecnologici, poi il 18 febbraio per discutere di infrastrutture e infine il 4 marzo per lavorare sul sostegno all'offerta e sulla transizione della filiera.

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