L'editoriale del Direttore: materie prime, chip e incentivi. L’auto e le sue incertezze

L'editoriale del Direttore: materie prime, chip e incentivi. L’auto e le sue incertezze

Se gli incentivi appena varati aiuteranno le vendite, oggi è la disponibilità delle vetture a preoccupare gli operatori

di Andrea Brambilla

10.08.2021 ( Aggiornata il 10.08.2021 17:29 )

Una crisi nella crisi, quella che sta attraversando l’automotive con il rischio che la tanto richiesta transizione ecologica verso l’elettrico ne faccia le dirette conseguenze. Ma andiamo per ordine e mettiamo in fila i problemi che come canta Orietta Berti nel tormentone di quest’estate “...Hai risolto un bel problema, e va bene così. Ma poi me ne restano mille”.

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Dati pessimi dal mercato europeo

Le vendite di vetture in Italia, ma anche nel resto d’Europa sono ancora con numeri negativi con un calo a livello europeo del 23%. In pratica in sei mesi il totale delle immatricolazioni delle vetture in tutta Europa e pari a 6.486.351 unita, ma erano 8.427.639 nel periodo gennaio-giugno 2019. A questa crisi si sta aggiungendo anche quella legata alla disponibilità delle vetture. I tempi di attesa per un’auto nuova stanno salendo a causa di una lotta tra Cina e il resto del mondo. L’assenza sul mercato dei famosi chip e delle materie prime come alluminio, rame e silicio, tutte prodotte, estratte e controllate dalla Cina, hanno creato un ennesimo problema al mercato.

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Il nostro Governo ha deliberato a fine luglio un altro pacchetto di incentivi per sostenere il settore e questo e il “problema” positivo, ma quelle che stanno mancando ora sono le auto e non e detto che la situazione migliori nei prossimi mesi. Per quanto riguarda i chip oggi il competitor del settore dell’automotive sono, per assurdo, i giochi elettronici che “pagano” di più e meglio questo componente ed essendo fabbricati direttamente in Cina hanno la priorità rispetto alle grandi industrie dell’auto europee o di altri Paesi.

Il parco cirolante ne subirà conseguenze? 

Dai concessionari stanno sparendo sempre di più i famosi “km zero” e, se la situazione non migliora, c’è il rischio di arrivare a liste di prenotazioni anche per le utilitarie come accade per supercar come Ferrari o Lamborghini. Questa situazione rischia anche, nonostante la spinta degli incentivi del Governo, di allungare i tempi di ricambio del nostro parco circolante che e sempre il più vetusto d’Europa con livelli di emissioni di CO2 elevati e di sicurezza bassi.

Di contro l’Europa punta, o meglio propone, regole sempre più restrittive nei confronti dell’automotive con l’ipotesi della Commissione UE di stoppare, dal 2035, le immatricolazioni di tutti i veicoli a benzina e Diesel. Ma, se e vero che si sta lavorando per potenziare le infrastrutture, e anche vero che i Paesi, soprattutto l’Italia, non sono pronti ad una drastica e veloce transizione energetica verso le vetture elettriche. Mettere delle colonnine nelle strade sembra facile, ma nella realtà le problematiche di fabbisogno energetico per alimentare tutte le vetture non sono poche e soprattutto di veloce soluzione. Inoltre, la proposta della Commissione UE non “fa sconti” alle Case auto che producono pochi esemplari come chi mette in strada prestigiose supercar in numeri limitatissimi.

Le regole attuali “salvavano” dall’obbligo di rispetto della CO2 chi era sotto le 10.000 unita prodotte. Il Ministro Roberto Cingolani si e subito espresso in modo negativo sui tempi e sui modi di questa proposta che andrebbe a “uccidere” la nostra Motor Valley. Non ci resta che sperare che questo tormentone estivo resti tale e che da settembre, con anche il Salone di Monaco, si risolvano i mille problemi che ancora affliggono il mondo dell’automotive.

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