Abbiamo guidato la Renault Captur

Abbiamo guidato la Renault Captur

di Redazione

15.04.2013 ( Aggiornata il 15.04.2013 17:32 )

Sembra una “Cliona” - questo può già essere considerato un punto a suo favore – ed è realizzata sulla piattaforma dalla quale nasce anche la Nissan Juke. Del resto, l’obiettivo della Renault è proprio quello di avere in gamma una crossover compatta, visto che questa formula continua ad essere tra le meno colpite dalla crisi. Rispetto alla cugina “giap”, però, la Captur è più abitabile nella zona posteriore (il divano è scorrevole e lo spazio per le ginocchia può raggiungere i 21 cm) e ha anche un bagagliaio degno di questo nome (da 377 a 1235 litri). L’aspetto è altrettanto ricercato e vistoso, specie se si opta per la verniciatura bicolore e qualcuna tra le molte personalizzazioni disponibili per l’esterno, ma anche meno connotato in chiave fuoristradistica, nonostante l’altezza da terra di 20 cm (8 più della Clio) e le ruote grandi (16” o 17”). Senza contare che la Captur, diversamente dalla Nissan, è solo a trazione anteriore. La lunghezza, di 4,12 cm, è quasi esattamente a metà strada tra quella della Clio berlina e della station wagon Sporter. L’abitacolo, come nel caso della Clio, ha un design elaborato che lo maschera un po’ la scelta di materiali economici e l’impiego esteso di plastiche rigide. E la scelta di una tonalità scura per pannelli e rivestimenti migliora ulteriormente l’effetto visivo. Il già citato sedile posteriore scorrevole, sebbene in soluzione unica perché la seduta è realizzata in un solo blocco, è di serie su tutte le versioni e valorizza l’abitacolo. Lo stesso dicasi per il sistema multimediale R-Link, uno dei più completi del momento, che è di serie sulla versione top Energy: ha il touchscreen da 7 pollici e tante “app” scaricabili, gratuite o a pagamento. Sulle Captur Energy (e a richiesta sulle Live) ci sono anche i sedili sfoderabili, con 8 possibilità di personalizzazione, che rispolverano un concetto molto Anni ‘60 ma indubbiamente pratico, perché semplifica la cura dell’auto (le coperture sono facilmente asportabili e lavabili) e permette anche di rinnovare l’interno con costi contenuti. I prezzi partono da 15.950 euro (lo stesso entry level della Fiat 500L, posizionato circa 1500 euro più in alto rispetto a una Clio berlina analogamente equipaggiata e motorizzata) e la commercializzazione inizierà con due eventi “porte aperte” in programma il 4 e l’11 maggio. Gli allestimenti sono tre - Wave, Live ed Energy - i motori, sono tutti sovralimentati: a benzina di 0,9 e 1,2 litri, con potenze di 90 e 120 cv, e 1,5 litri diesel da 90 cv ma non è detto che l’offerta non possa ampliarsi. Comunque è previsto l’arrivo a breve termine di una versione con un sistema di gestione della motricità specifico per permette di affrontare un moderato fuoristrada. I 100 kg in più rispetto alla Clio berlina, l’aumentata escursione delle sospensioni e l’altezza da terra conferiscono alla Captur un temperamento piuttosto tranquillo, anche se maneggevolezza e agilità rimangono buone, sia in città, sia fuori. Il turbodiesel da 90 cv dovrebbe essere il più richiesto in Italia: è regolarissimo e silenzioso nei regimi di normale utilizzazione e, soprattutto, consuma davvero poco, però manca un po’ di mordente e il cambio a sole 5 marce non l’aiuta. Entro l’estate, comunque, lo si potrà abbinare anche all’automatico a doppia frizione con sei rapporti. Il “milledue” turbobenzina da 120 cv, offerto solo con l’automatico a doppia frizione, è più vigoroso e sale di giri abbastanza rapidamente, pur potendo contare su un quantitativo di coppia molto interessante già prima dei 2 mila giri. Non è propriamente sportivo, anche per il settaggio della trasmissione, però permette un maggiore divertimento essendo anche combinato con un assetto più controlllato.

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