Nissan Qashqai, il terzo atto dell'e-Power
La casa giapponese ha sviluppato la terza generazione del suo motore elettrificato, che ribalta completamente il funzionamento tipico dei motori ibridi. Ecco come si comporta sotto al cofano della Qashqai
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Pubblicato il 3 giugno 2015, 05:48
Ed è soprattutto con la serie E34, quella qui raffigurata, che riteniamo si sia raggiunto l’apice della filosofia che era alla base del concetto di berlina-missile: la M5 3.5 del 1989, infatti, era difficilmente distinguibile da una normalissima 520i, se non per un piccolo labbro inferiore installato nel paraurti anteriore (che inglobava anche i fendinebbia) e per i sobri cerchi di differente disegno. Volendo c’era anche un piccolo spoiler da applicare al baule, ma proprio per preservare questa discrezione estetica era ottenibile soltanto a richiesta. Il propulsore di questa M5 era una profonda evoluzione del 6 cilindri 3.5 curato da BMW Motorsport: cambiavano leggermente l’alesaggio e la corsa, ma in particolare si segnalava l’adozione della testata a quattro valvole per cilindro e dei collettori d’aspirazione a lunghezza variabile, per migliorare il riempimento ai bassi regimi che all’epoca non era il pezzo forte dei propulsori plurivalvole.
Ancora, il 6 cilindri adottava l’iniezione elettronica Bosch Motronic e una singola farfalla d’alimentazione per ogni cilindro. Con 315 cavalli a 6900 giri, lo strepitoso propulsore bavarese consentiva a questa tranquillissima — all’apparenza — BMW Serie 5 di impensierire sportive vere: nonostante pesasse attorno ai 17 quintali, bruciava lo 0-100 in 6,2 secondi e volava tranquillamente a 250 km/h, una quota auto imposta elettronicamente (erano gli inizi dell’accordo fra le Audi, BMW e Mercedes di limitare le proprie vetture a questa velocità) senza il quale BMW dichiarava possibile raggiungere i 275 orari.
Con un assetto ribassato di 20 mm e dotato di sospensioni pneumatiche autolivellanti EDC, la M5 era il trionfo del piacere di guida: comoda, silenziosa, ma all’occorrenza agile fra le curve e divertente per il suo comportamento sovrasterzante (i controlli di trazione e stabilità erano ancora lontani da venire) ma facilmente controllabile. Sempre sulla base della serie 5 E34, nel 1992 arrivò un’evoluzione di questa M5 con propulsore portato a 3.8 litri e 340 cavalli e con cerchi di disegno più aggressivo. Con le serie successive, al pari dei cilindri e della potenza è aumentato via via il carico di sportività dell’aspetto esteriore. E proprio questo rende la M5 3.5 E34 una delle più interessanti della specie, per il suo aspetto estremamente sobrio combinato a prestazioni al top.

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