Seat Supra TCR, il test

Seat Supra TCR, il test

Siamo scesi in pista ad ADria con la Seat da 350 cavalli.

di Roberto Gurian

24.10.2018 10:35

Seat Cupra TCR, un po’ a sorpresa almeno per quelle che erano le previsioni della vigilia, ha vinto da debuttante il campionato italiano TCR. La serie, che si disputa con vetture del segmento C non troppo dissimili a quelle di serie, ha consacrato Salvatore Tavano nuovo campione nazionale grazie anche a tre vittorie e cinque podi in 14 gare su 7 prestigiosi circuiti. Che sono Imola, Le Castellet in Francia, Misano, Mugello, Imola, Vallelunga e Monza. Il successo della squadra, gestita dalla Seat Motorsport Italia di Tarcisio Bernasconi, è stato suggellato dai piazzamenti del giovane Matteo Greco e di Massimilano Gagliano, in pista con altre due Cupra TCR ma con il cambio DSG al posto del Sadev usato sulla vettura di Tavano.

Sin qui le note di ordinaria cronaca per introdurre una vettura che la squadra ha deciso di mettere a repentaglio ad Adria facendola provare ai media. Messa a punto nello stabilimento di Martorell, la Cupra TCR è dotata di un quattro cilindri di 2 litri da circa 350 cavalli a 6200 giri e 420 Nm di coppia massima a 2500 giri, debitamente sovralimentato da un turbocompressore e dotato di iniezione diretta. L’assetto e i cerchi ruota specifici, oltre alle appendici aerodinamiche e agli sfiati d’aria aggiunti, caratterizzano la versione pronto corsa della Cupra. Che ovviamente è amorevolmente seguita dalla squadra ufficiale che fa correre Tavano, Greco e Gagliano.

A bordo si entra scavalcando la gabbia di sicurezza per infilarsi in un posto guida scarno ed essenziale come interni privati di ogni particolare superfluo. A ricordare che non siamo su quella che potrebbe essere scambiata per una Leon c’è lo stemma del marchio Cupra sul volante. La strumentazione è affidata a un display digitale programmabile che nella pagina di utilizzo mostra un contagiri a barre e le immancabili spie luminose che indicano l’approssimarsi e poi il momento di cambiare marcia tramite le leve al volante. Non manca neppure la leva del freno a mano, che agisce sulle ruote posteriori ed è utile in particolari casi per far girare meglio la vettura. 

Quella di Adria non è una pista particolarmente impegnativa, resa solo un po’insidiosa in fase di staccata da qualche goccia di pioggia. Non è difficile gustarsi la Cupra TCR che pur tendenzialmente sottosterzante come tutte le vetture a trazione anteriore della categoria, si lascia guidare con risoluta sicurezza grazie alla tenuta di strada garantita pure dalle Michelin slick da gara. La preoccupazione principale, soprattutto per chi gareggia, è quella di scaldare anche le gomme posteriori per non trovarsi a dover correggere le sbandate del retrotreno. La Cupra TCR è più docile nella versione con cambio DSG, con la trasmissione dotata di differenziale elettroidraulico portata in gara da Greco. Quella di Tavano con il Sadev a sei marce da corsa ha differenziale meccanico ed è più brusca (ma anche più entusiasmante) nel passaggio tra una marcia e l’altra. Il Sadev garantisce prestazioni superiori e un peso inferiore che valgono, al netto dell’eventuale zavorra e della possibilità di regolare più ampiamente l’altezza dal suolo, un paio di secondi al giro.

Lo sterzo è leggero e intuitivo da utilizzare, con una frenata efficace ed equilibrata sull’asciutto ma priva dell’aiuto dell’ABS che rende il compito di chi guida un po’ più difficile sul bagnato. Ovvio che per portarla davvero al limite di vuole l’esperienza dei piloti ufficiali, ma in ogni caso la Cupra TCR appare piuttosto docile e anche meno reattiva di altri modelli che abbiamo avuto modo di assaggiare. E questo è forse uno dei segreti del suo successo.

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese