Archiapatti, ANIASA: “Siamo azzerati”

Archiapatti, ANIASA: “Siamo azzerati”

L'impatto del coronavirus su noleggio a breve e lungo termine, car sharing è stato devastante. Ne abbiamo parlato con il presidente dell'Associazione Nazionale Industria dell’autonoleggio e Servizi Automobilistici che ha chiesto un intervento più deciso delle istituzioni

di Pasquale Di Santillo

20.05.2020 ( Aggiornata il 20.05.2020 12:59 )

Il mood è semplicemente realista, preoccupato. E non potrebbe essere diversamente, di fronte al panorama ormai chiaro agli occhi di tutti. Massimiliano Archipatti, presidente dell’ANIASA (l’Associazione Nazionale Industria dell’autonoleggio e Servizi Automobilistici): “Alla fine di questa tragedia per tutto il Paese - spiega - conteremo tante altre vittime, purtroppo. Perchè ho la certezza che in molti non abbiano ancora avuto la percezione esatta del disastro che ci circonda a livello economico. Noi ci occupiamo di noleggio a breve e lungo termine, car sharing e dei relativi servizi amministrativi: parliamo di 20.000 addetti, 8 miliardi di fatturato annuo, 1.100.000 veicoli gestiti. A subire, per primi, l’impatto dell’emergenza Covid-19, sono stati noleggio a breve termine e car sharing. Ma ora è arrivato anche su quello a lungo termine. Nei quattro mesi parliamo di -90.000 macchine (-47%) e siamo già in alta stagione, con il turismo completamente bloccato e senza prospettive chiare di ripresa. Siamo riusciti per fortuna ad ottenere gli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione, dal Ministero dei Trasporti, come tutti, ma non può bastare di fronte a una desertificazione di questo tipo”.

Che aspettative si è fatto per le proposte presentate al Governo?

“Sinceramente, non so più che pensare. Se devo guardare alla mancata innovazione che c’è in un settore come il turismo, dove l’Italia resta il quinto Paese più visitato al mondo, con il 60% dei siti Unesco, vedo tutto nero. Abbiamo proposto al Ministro Franceschini di estendere al nostro settore il “voucher vacanze” ma non so come andrà a finire. In giro c’è troppa gente che ragiona per dogmi, senza che questo porti risultati come è stato dimostrato dall’ecobonus dello scorso che ha inciso sul mercato per lo 0,9%. La realtà che il nostro è un settore fragile, che non sa difendersi”.

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