24.04.2025 17:05
Definirla un’”anti-Porsche 911” è quantomeno affrettato, perché non considera storia, unicità tecnica, blasone della novecentoundici. Denza Z Concept è certamente una gradevole show car che il brand di casa Byd non avrà difficoltà a tradurre in sportiva elettrica di serie. Da qui a prospettarne il successo globale ce ne passa. Alla base c’è la considerazione di un perimetro, quello delle sportive e supersportive elettriche che, perlomeno nel caso dei costruttori mainstream, vede i clienti storici snobbare l’idea dell’elettrico abbinata alla supersportiva.
Breve digressione sul contesto nel quale, al Salone di Shanghai, si è mostrata la Denza Z Concept. Appariscente per l’ala regolabile installata al posteriore e per l’estrattore in fibra di carbonio, è stilisticamente ben disegnata, equilibrata e tecnologicamente all’avanguardia.
Progettata intorno all’architettura e3 di Byd, i rumours indicano una piattaforma da 1.000 volt ad alimentare lo schema a tre motori. L’impostazione dell’abitacolo è 2+2, caratterizzato in chiave sportiva dalla presenza dei sedili in fibra di carbonio. Lo sterzo è un comando del tipo steer-by-wire, quindi privo di qualsiasi collegamento fisico tra volante e ruote, con il piantone sostituito da attuatori elettrici. Dell’assetto, Byd ha anticipato la presenza sul concept Denza Z di ammortizzatori magnetoreologici, parte del sistema di controllo del corpo vettura DiSus-M. In meno di 10 millesimi di secondo l’elettronica regola la rigidità del singolo ammortizzatore, variando la densità dei fluido contenuto nell’ammortizzatore.
Il prossimo, atteso, passo per orientare sulle caratteristiche della supersportiva elettrica è la registrazione del modello presso il ministero cinese per l’industria e l’IT. Da lì potrebbe rivelare altri numeri della scheda tecnica e confermare (o meno) le indiscrezioni che vorrebbero una supersportiva in grado di scattare in meno di 2” sullo 0-100 orari. Secondo quanto riportato dai media cinesi, il posizionamento della Denza Z sarebbe in quota 300 mila yuan di prezzo di listino, equivalenti a poco più di 36 mila euro al cambio attuale. Un’equivalenza per nulla indicativa di un eventuale, futuro, posizionamento in caso di vendita anche in Europa.
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