Il garage Ten Tenths di Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, ospita alcune delle più iconiche e prestigiose vetture da competizione mai prodotte.

Nick Mason, le auto da sogno del batterista dei Pink Floyd

<p>Il 2023 celebra il <strong>50&deg; anniversario del leggendario album "The Dark Side of the Moon"</strong> dei <strong>Pink Floyd</strong>, uno dei pi&ugrave; famosi e influenti nella storia della musica rock (e non solo). Risultato di un <strong>processo creativo</strong> che ha visto i membri della band (<strong>Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason</strong>) lavorare insieme per sviluppare un'opera concettuale incentrata sui temi della vita, della morte, della pazzia e della condizione umana, l&rsquo;LP &egrave; reso ancor pi&ugrave; celebre dall&rsquo;iconica copertina: il prisma che scompone la luce nei sette colori dell&rsquo;iride, disegnato da Storm Thorgerson e dallo studio Hipgnosis, &egrave; diventato simbolo non solo dell&rsquo;album, ma degli stessi Pink Floyd. Ma cosa c&rsquo;entrano le auto in tutto ci&ograve;? <strong>Nick Mason, oltre che batterista, &egrave; anche un devoto appassionato di auto</strong> e gentleman driver. Nel corso degli anni, infatti, il musicista inglese ha accumulato un'impressionante collezione, dalla Bugatti Type 35 alla Ferrari 250 GTO.</p>
<h2>Vero &ldquo;petrolhead&rdquo;</h2>
<p>La passione di Nick Mason per le auto &egrave; iniziata in giovane et&agrave;, <strong>grazie al padre, Bill Mason</strong>, documentarista e pilota amatoriale. Dalla fine degli anni '40, Mason senior diresse numerosi filmati di gare automobilistiche per Shell, come il British Grand Prix di Silverstone (1949), Le Mans (1952) e la Mille Miglia (1953). Questa esposizione precoce accese nel figlio Nick una passione per le automobili che lo accompagn&ograve; per tutta la vita: collezionista e pilota, i<strong>l musicista ha partecipato a numerose gare</strong> storiche e moderne, tra cui il <strong>Goodwood Revival</strong> e il Monaco Historic Grand Prix. Mason ha anche partecipato a diverse gare della <strong>24 Ore di Le Mans</strong>, guidando auto come la Ferrari 512 BB/LM e la Porsche 962.</p>
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<h2>Ten Tenths, il garage dei sogni di Nick Mason</h2>
<p>La collezione di Mason si compone di <strong>circa 60 esemplari</strong> e comprende <strong>alcune delle pi&ugrave; ambite auto d'epoca e da corsa</strong> mai prodotte, dalla Panhard and Levassor del 1901 alla mitica Ferrari 250 GTO del 1962. Insomma, il garage della sua scuderia Ten Tenths Racing, all&rsquo;interno della sua tenuta nella campagna inglese, &egrave; un vero sogno per ogni appassionato di auto. Di seguito, alcune delle pi&ugrave; importanti</p>
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<h2><strong>Maserati Tipo 61 "Birdcage"</strong></h2>
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<p>Derivata dalla Tipo 60, questa rarissima barchetta &egrave; soprannominata "Birdcage" (gabbia per uccelli) per l&rsquo;<strong>innovativo telaio composto da circa 200 tubi in acciaio</strong> del diametro di 10, 12 e 15 millimetri. Tale struttura, leggerissima e all&rsquo;apparenza fragile, era invece incredibilmente rigida e permise al modello di vincere una lunga serie di gare (55 vittorie totali), la prima delle quali datata 12 luglio 1959 e siglata dal grande Stirling Moss a Rouen, Francia. La Tipo 61 di Mason, nello specifico, &egrave; <strong>l&rsquo;ultimo dei sei esemplari prodotti</strong> da Maserati nel 1961 e pare essere una delle vetture preferite dal batterista inglese.</p>
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<h2><strong>McLaren F1 GTR</strong>&nbsp;</h2>
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<p>Versione omologata per la circolazione su strada della McLaren F1 GTR che vinse la 24 Ore di Le Mans del 1995, creata dal grande Gordon Murray e <strong>prodotta in sole 28 unit&agrave;</strong>. L'auto di Mason, telaio numero 10, &egrave; stata acquistata direttamente da Ron Dennis, ex presidente della Casa di Woking. Sotto al cofano, un <strong>V12 aspirato da 6,1 litri</strong> di produzione BMW eroga circa <strong>600 CV</strong>, per una velocit&agrave; massima di 330 km/h (limitata dai rapporti del cambio accorciati rispetto alla versione da gara). <strong>Impressionante la massa</strong>, contenuta in poco pi&ugrave; di <strong>900 kg</strong>.</p>
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<h2><strong>Bugatti Type 35B</strong>&nbsp;</h2>
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<p>Definita dalla Casa francese negli anni &lsquo;20 come &ldquo;<strong>l&rsquo;auto da corsa di maggior successo al mondo</strong>&rdquo;, la Type 35B Questa vettura d'epoca racchiude tutta la maestria di Ettore Bugatti ed &egrave; una testimonianza dell'et&agrave; d'oro dell'automobilismo. Mason ne possiede un <strong>esemplare del 1927</strong>.</p>
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<h2><strong>Aston Martin Ulster</strong></h2>
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<p>Realizzata dopo la vittoria delle vetture Aston Martin alla TT Ulster (famosa competizione che si svolge Irlanda del Nord), ha partecipato alle pi&ugrave; importanti gare automobilistiche, come la 24 Ore di Le Mans e la Mille Miglia. Nick Mason ne ha possedute tre: LM17, LM18 e LM21.</p>
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<h2><strong>Jaguar D-Type</strong></h2>
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<p>Nella collezione non poteva assolutamente mancare una delle auto da corsa inglesi pi&ugrave; rappresentative. <strong>Tre volte vincitrice a Le Mans</strong> (1955-1956-1957), la Jaguar D-Type &egrave; stata prodotta in <strong>17 esemplari</strong> ed &egrave; una delle vetture racing pi&ugrave; belle e amate di tutti i tempi. Telaio semi-monoscocca, <strong>motore 6 cilindri in linea da 3,4 litri per 285 CV</strong> e aerodinamica curata (studiata in galleria del vento), assieme al peso di circa 800 kg, le permettevano di raggiungere i 270 km/h. Ci&ograve; anche grazie al cambio a quattro rapporti particolarmente lunghi.</p>
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<h2><strong>Ferrari 250 GTO</strong></h2>
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<p>Datata 1962, &egrave; <strong>la punta di diamante della collezione</strong>. Prodotta da Ferrari tra il 1962 e il 1964 in sole 39 unit&agrave;, &egrave; considerata <strong>una delle pi&ugrave; iconiche auto sportive</strong> mai realizzate. Acquistata all&rsquo;asta nel 1977 a sole 35.000 sterline La GTO di Mason, numero di telaio #3757 ha un'illustre storia nelle corse e si &egrave; rivalutata nel corso degli anni (<strong>il valore attuale supera i 50 milioni di euro</strong>). L&rsquo;auto <strong>ha anche uno stretto legame con i Pink Floyd</strong>. Nel 1987, anno di pubblicazione dell&rsquo;album A Momentary Lapse Of Reason, la band si trov&ograve; ad affrontare l&rsquo;enorme spesa per il tour mondiale. Un progetto colossale: 198 date in circa tre anni (1987-1990). Il chitarrista David Gilmour e il tastierista Richard Wright finanziarono di tasca propria i preparativi, ma fu proprio il batterista a dare la svolta: per ottenere in prestito la somma decisiva, <strong>Mason decise di mettere la rarissima Ferrari 250 GTO in garanzia</strong>. Naturalmente, il tour fu un successo e l&rsquo;auto torn&ograve; nel suo garage.</p>

Sarà battuto a Monterrey l'esemplare che si aggiudicò la 24 Ore di Le Mans del 1956 con i colori della scuderia Ecosse. Solo due proprietari dopo la carriera sportiva ed è l'unica D-Type da competizione mantenutasi intatta e originale a quelle che erano le specifiche di gara dell'epoca

Jaguar D-Type 1956, all'asta da Sotheby's

Ricorrono il 28 maggio 2021 i 60 anni dal trionfo della Maserati Tipo 61 alla 1000 km del Nurburgring, la grande classica di durata che si svolgeva sulla Nordschleife in Germania che aveva negli anni ’60 la sua maggiore popolarità.

La vettura guidata da Masten Gregory e Lloyd Casner riuscì a riaffermarsi a distanza di un anno dopo il primo posto conquistato nel 1960 da Stirling Moss e Dan Gurney.

Le livree bianco e blu delle Maserati Tipo 61ispirarono anche la Maserati MC12 Stradale, che ha caratterizzato i primi anni duemila, passando poi il testimone alla nuova MC20.

La Tipo 61 progettata da Giulio Alfieri, prese il nome di  “Birdcage”, per il particolare telaio: un intricato impianto contenente circa 200 tubi che, uniti tra loro in un complesso reticolo, formavano una struttura a gabbia d’uccello. Questo metodo di costruzione portava ad un telaio più rigido, ma allo stesso tempo più leggero rispetto alle altre automobili da competizione del tempo, rendendo la barchetta a due posti il massimo e miglior risultato possibile per le auto da corsa con motore anteriore e trazione posteriore.

Maserati iniziò a produrre nel marzo del 1959 la Tipo 60, che già a novembre divenne Tipo 61, per poter essere conforme ai regolamenti tecnici richiesti ai fini della partecipazione alla 24 Ore di Le Mans. La cilindrata del motore a quattro cilindri venne così portata a 2900 cc, mentre la potenza passò a 250 CV a 7000 giri al minuto. Per il resto, la vettura manteneva l'impostazione e le soluzioni già adottate per la Tipo 60. Il peso, inoltre, passava da 570 a 600 kg e la velocità massima da 270 a 285 km/h.

Nonostante la grande potenza, i consumi rimasero comunque contenuti e questa caratteristica fu determinante nelle gare di durata dove la Tipo 61 riusciva a ridurre il numero delle soste per il rifornimento.

In soli tre anni di produzione, dal 1959 al 1961, la Tipo 6o e la Tipo 61 si imposero nel panorama internazionale delle competizioni, mostrando potenza e velocità che permisero di raggiungere una serie di straordinarie affermazioni e proseguendo la tradizione vincente di Maserati che oggi, con l’inizio della sua nuova Era, torna a programmare un futuro in ambito motorsport targato MC20.


Maserati Tipo 61: 60 anni fa il trionfo al Nurburgring del "Birdcage"

<p>Il garage Ten Tenths di Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, ospita alcune delle pi&ugrave; iconiche e prestigiose vetture da competizione mai prodotte.</p>