Mark Zuckerberg, il garage del CEO di Meta vi sorprenderà

Mark Zuckerberg, il garage del CEO di Meta vi sorprenderà

Il fondatore di Facebook è uno degli uomini più ricchi al mondo. Nonostante ciò, le auto che possiede sono normalissime (a eccezione di una hypercar)

di Gianluca Guglielmotti

18.11.2023 ( Aggiornata il 18.11.2023 11:46 )

Mark Zuckerberg, nato il 14 maggio 1984 a White Plains, New York, è un celebre imprenditore tecnologico e filantropo, riconosciuto come cofondatore e CEO di Facebook (ora noto come Meta Platforms). Con un patrimonio di quasi 100 miliardi di euro, “Zuck” figura tra i 10 uomini più ricchi al mondo. Nonostante ciò, egli non conduce – come si potrebbe pensare – uno stile di vita sfarzoso, con relativa collezione di orologi e auto di lusso (situazione piuttosto comune per i "super ricchi": date un'occhiata al garage di Floyd Mayweather). Sebbene possieda comunque enormi ville e un aereo privato, Zuckerberg utilizza vetture “normali”, pratiche e affidabili, per gli spostamenti quotidiani (a eccezione di una sola hypercar). In questo nuovo appuntamento scopriremo insieme quelle note (pare che alcuni mezzi siano conosciuti solo dagli amici più stretti) guidate negli anni dall'imprenditore statunitense.

Mark Zuckerberg, dagli esordi a Facebook

Iniziamo con un doveroso approfondimento sulla sua storia. Cresciuto in una famiglia ebrea dall’istruzione elevata (il padre, Edward Zuckerberg, era un dentista mentre la madre, Karen, una psichiatra) Mark mostra fin da bambino forte interesse nei confronti della tecnologia, in particolare computer e software. Frequentando la Ardsley High School e, successivamente, la Phillips Exeter Academy, Mark Zuckerberg si distingue in materie classiche sviluppando, allo stesso tempo, una passione viscerale per la programmazione. Durante il liceo crea, ad esempio, una prima versione del software musicale Pandora, nota come "Synapse", facendo capire le proprie potenzialità ben prima di iscriversi all’università.

Il 2002 è l’anno dell’iscrizione ad Harvard. Grazie alle capacità fuori dal comune, Zuckerberg inizia ad affermarsi fin dal secondo anno come prodigio della programmazione software: il suo primo progetto degno di nota, "Facemash", diventa rapidamente un must tra gli studenti dell’ateneo, con quasi 500 utenti in poche ore. Realizzato in collaborazione con altri “geni” come Dustin Moskovitz Eduardo Saverin, Andrew McCollum e Chris Hughes, futuri cofondatori di Facebook, si trattava di un sito web che permetteva agli iscritti di scegliere la più attraente tra due foto. Il portale, però, ha vita breve proprio a causa delle immagini, ottenute senza autorizzazione dai server dell’università (per questo, il giovane Zuckerberg rischiò di essere espulso e denunciato). Ma il gruppo non si dà per vinto. Due anni dopo, nel 2004, viene lanciato "Thefacebook", inizialmente un social network riservato a Harvard. L’incredibile popolarità ottenuta, all’inizio in altre università, porta “Zuck” a lasciare Harvard per concentrarsi esclusivamente sul progetto. Dopo alcuni ostacoli e sfide legali, tra cui la famosa causa intentata dai gemelli Winklevoss, che sostenevano che l’imprenditore avesse rubato la loro idea, Facebook si afferma come il social numero uno a livello globale, rendendo Zuckerberg uno dei più giovani miliardari della storia.

Imprenditore filantropo

Nonostante un patrimonio netto stimato in circa 95 miliardi di euro (il dato risale a luglio 2023), l’imprenditore americano ha deciso, assieme alla consorte Priscilla Chan, di donare quasi tutte le proprie azioni nel 2015. Dopo la nascita della primogenita Max, Zuckerberg ha dato in beneficenza il 99% delle proprie quote di Facebook – pari a oltre 40 miliardi di euro – a favore di istruzione, cura delle malattie e connessione tra le persone. Una dimostrazione del totale disinteresse nei confronti di lusso e futilità, che si riflette anche nella scelta dei propri mezzi di trasporto. Come anticipato, infatti, il garage dell'ottavo uomo più ricco del pianeta non ospita esotiche supercar, ma autovetture piuttosto economiche (a eccezione di una). Curiosi? Proseguite nella lettura dell'articolo.

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