Opel, un “mostro” da 260 cavalli

Opel, un “mostro” da 260 cavalli

All’inizio del Novecento la Casa tedesca realizzò una vettura da corsa dotata di un motore da 12,3 litri. Una vettura che, con al volante il pilota Carl Jörns, regalò numerosi successi ad Opel

di Redazione

05.09.2018 22:19

L’idea di auto da corsa agli inizi del secolo scorso era decisamente differente da quello che oggi possiamo immaginare. L’elettronica era un’utopia e per raggiungere potenze elevate, la cubatura dei motori doveva essere sovradimensionata. In un’epoca in cui la carburazione faceva la differenza, Opel realizzò una vettura da molti definita come il “mostro”. Un’accezione assolutamente non negativa, ma più semplicemente di stupore. Perché il motore della Rennwagen, questo il suo nome “all’anagrafe”, aveva una cilindrata di 12,3 litri.

Una cubatura che oggi farebbe invidia ad un veicolo industriale di grande portata oppure ad un camion. Un’unità che nel 1914 era in grado di sviluppare 260 cavalli di potenza massima e una coppia motrice di 700 Nm. Numeri che (in parte) oggi fanno sorridere, me che oltre cento anni fa erano considerati da record. Anche perché va sempre considerato che la Rennwagen fosse un’auto da corsa, ossia dotata di tecnologie che all’epoca erano paragonabili a quelle di una Formula Uno moderna. Una vettura nata per correre, che offrì ad Opel la possibilità di vincere diverse manifestazioni sportive. Il propulsore di 12,3 litri ha un’architettura a quattro cilindri in linea, dotato di 16 valvole. Una formazione, soprattutto relativamente al numero di valvole, considerata all’avanguardia per l’epoca.

A causa dell'enorme altezza del motore, le molle delle valvole fuoriuscivano attraverso 16 fori. La Rennwagen era in grado di raggiungere i 230 km/h. Dati che avvalorano la sempre grande attenzione di Opel verso la prestazione e la ricerca. E per fermarsi? Non c’erano freni sull’asse anteriore, mentre quelli posteriori erano a tamburo ed erano azionati da un cavo, che funzionava grazie ad una leva mossa dal pilota, posta sulla destra all'esterno dell'auto. Era presente però un secondo freno, questa volta azionato tramite un pedale, che agiva invece sull'albero cardanico. Per accelerare poi, bisognava utilizzare un sistema dedicato posizionato sul volante. L’auto negli anni è stata completamente restaurata e ad inizio settembre ha partecipato al Rømø Motor Festival. Una manifestazione sportiva che si tiene in Danimarca, dedicata ad una celebre gara di velocità che si teneva sulla spiaggia dell’omonima isola danese.

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