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La seconda generazione della berlina compatta francese è la più longeva di sempre: viene infatti commercializzata dal 1998 al 2012, subendo numerosissime modifiche e aggiornamenti nel corso degli anni
5 set 2019
Sin da subito dopo il lancio sul mercato, Renault Clio diventa uno dei più grandi trionfi commerciali dell’azienda di Boulogne-Billancourt. Un aggiornamento della prima serie, in questi casi, è d’obbligo. E il progetto, all’inizio identificato come X65, nasce già a metà degli anni Novanta, quando la Clio I è solo all’apice del successo.
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A capo della progettazione, Patrick Le Quément, già dal 1987 numero uno del Centro Stile Renault, e il suo staff, che prova a cambiare totalmente il volto alla Clio della prima generazione. A cominciare dalla struttura: rimane invariata solo la misura del passo, per il resto il telaio viene ammodernato ed evoluto, conferendo maggiore importanza al fattore sicurezza.
La prima sensazione nell’osservare gli esterni è che la nuova Renault Clio è una macchina tonda. Una svolta estetica, tipica dell’epoca, ricercata e voluta dalla squadra di Le Quément, e ispirata alla Ludo, una concept car Renault finita nel dimenticatoio. La coda è la parte in cui le forme tondeggianti si notano maggiormente, in un’auto che, come dimensioni generali, si presenta un pizzico più lunga e più larga della prima generazione. Una “impressione”, quest’ultima, dovuta anche alla forma bombata del cofano, che dava l’idea di aver aggiunto qualche centimetro in più. E proprio vicino al cofano, ecco questi fari disegnati quasi come se fossero delle falci, elementi di un gruppo ottico più irregolare e diverso rispetto alla Clio I. Ridisegnato anche l’abitacolo, reso ancora più confortevole sia per il guidatore che per i passeggeri. Viene venduta in quattro motorizzazioni (tre benzina e una diesel) per quattro allestimenti. Il Salone di Ginevra del 1998 è la cornice giusta per presentarla al grande pubblico.
Va da sé che la vettura, nel corso del tempo, riceve numerosissime modifiche e aggiornamenti. Nel 2000 vede la luce la 1.9 dTi, la prima Clio turbodiesel ad iniezione diretta, preludio all’avvento delle due versioni sportive: la 2.0 16V RS, che vanta lo stesso propulsore della Clio Williams ma con potenza aumentata a 172 CV, e la 3.0 V6, che è spinta da un tre litri in posizione posteriore centrale da 230 CV. La Clio di seconda generazione, in quegli anni, è anche la prima Renault di sempre a testare la tecnologia common rail: nello specifico, la versione 1.5 dCi diesel da 65 CV.
Renault Clio Williams, la citycar sportiva: foto
A metà dei primi Duemila, quando già viene commercializzata la terza serie, la spinta della Clio II non si esaurisce, anzi, torna a nuova linfa. La strategia Renault è comune a quella di altri Marchi produttori di citycar: prendere il modello precedente di una nuova vettura, applicare qualche accorgimento tecnico ed estetico senza esagerazioni, e riproporlo sul mercato come una soluzione intermedia alla nuova macchina stessa e a un’altra della stessa categoria: nello specifico, quest’ultima, in casa Renault, è la Twingo. Ed è così che la Clio II diventa Clio Campus: tranne in Italia, dove viene venduta come Clio Storia.
È l’ultimo episodio significativo della storia di questa utilitaria: uno dei tanti, visto che verrà commercializzata addirittura fino al 2012. Ben 14 anni sul mercato: sarà lei la Clio più longeva di sempre.
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