Fabiano Polimeni
15 apr 2025
Di interpretazioni “Safari” se ne contano svariate, il più delle volte partendo da modelli la cui vocazione è agli antipodi rispetto all’impiego su sterrati e dune. Il progetto Get Lost Safari non manca certo di originalità ed è il primo di una realtà fondata dal fotografo automotive George Williams. Ha sede nel Regno Unito e con la presentazione delle prime immagini del Project Safari ha aperto anche alle prenotazioni da parte dei clienti che fossero interessati a personalizzare un esemplare.
Si parte dalla Lotus Elise S1, prima serie dalla quale tutto ebbe inizio. La più pura tra le sportive stradali ultracompatte degli ultimi 30 anni, una perla il cui valore è cresciuto a dismisura con lo stop della produzione Lotus Elise.
Ecco, partendo dalla S1, Get Lost ne ha fatto una rally car e, per quanto rialzata da terra dubitiamo che raggiunta anche solo una frazione dell’altezza di un moderno crossover o suv. Non sono state rivelate le specifiche tecniche di dettaglio, salvo anticipare sospensioni apposite per incrementare l’altezza da terra e un allargamento delle carreggiate, molto marcato come testimoniano gli archi passaruota estesi dai parafanghi a vista.
L’idea richiama un po’ quella delle dune buggy per le proporzioni estremamente compatte. Il Project Safari è stato personalizzato con la fanaleria supplementare sul muso e nuovi fari a Led. Radicalmente diverso è il posteriore, con l’installazione di un airscope sdoppiato per alimentare un motore che nulla ha da spartire con l’originale 1,8 litri Serie K Rover della Lotus, secondo quanto anticipato da Get Lost. Il volume posteriore è stato modificato per poter installare la ruota di scorta.
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