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Mezzi commerciali, il Consiglio Europeo chiede maggiore sicurezza

L'ETSC, il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti, chiede più tutele per gli utenti deboli della strada. Dai nuovi autocarri 2026 alle infratrutture per ciclisti e pedoni

Mezzi commerciali, il Consiglio Europeo chiede maggiore sicurezza

Lorenzo LucidiLorenzo Lucidi

26 mag 2020

I veicoli adibiti al trasporto merci rappresentano una fetta importante del traffico su strada. E, purtroppo, costituiscono anche un’alta percentuale dei mezzi coinvolti in incidenti mortali. Nel 2018 nei 27 Paesi dell’Unione Europea sono state 3.310 le persone che hanno perso la vita in incidenti che coinvolgevano veicoli pesanti. A cui vanno aggiunte altre 2.630 vittime in situazioni in cui invece erano coinvolti mezzi leggeri (meno di 3,5 tonnellate). Un numero elevatissimo che ha portato l’ETSC, il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti, a chiedere maggiore sicurezza per i veicoli commerciali.

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Nuovi autocarri e migliori infrastrutture

L’organizzazione ha stilato una lista che comprende le aree su cui è più urgente intervenire. A partire dai mezzi stessi. Le nuove norme europee entreranno in vigore dal 2026 e garantiranno maggiore sicurezza per gli altri utenti della strada. In particolare parabrezza e finestrini saranno più ampi, migliorando la visibilità per gli autisti, e i veicoli saranno dotati obbligatoriamente di sistemi di rilevamento di pedoni e ciclisti.

L’ETSC si rivolge poi alle amministrazioni locali di tutti i Paesi dell’Unione, con la richiesta di limitare l’ingresso degli autocarri nelle aree urbane. Il modello è quello di Londra, che gestisce gli ingressi dei mezzi a seconda del loro livello di sicurezza.  Raccomandato anche un ripensamento delle infrastrutture, con marciapiedi e piste ciclabili separati dal resto della carreggiata per proteggere gli utenti deboli della strada. Invocate, infine, norme che sanzionino comportamenti illeciti come l’eccessiva velocità, la guida in stato di ebbrezza o di affaticamento, la distrazione e il mancato uso della cintura di sicurezza.

Antonio Avenoso, direttore esecutivo dell’ETSC chiede subito azioni concrete, approfittando anche dello slancio dato al settore delle infrastrutture dalla pandemia. "Nelle ultime settimane della pandemia COVID-19 abbiamo visto città di tutta Europa adattare rapidamente le infrastrutture stradali per soddisfare l'aumento della domanda di ciclismo e camminata.  Ciò dimostra quanto sia relativamente semplice introdurre misure salvavita, e anche quanto sia importante la volontà politica di realizzare rapidamente il cambiamento".

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