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Ferrari Testarossa, restomod di Fioravanti tra storia e modernità

Le Officine Fioravanti hanno reinterpretato l'iconica Ferrari Testarossa con un restomod che resta fedele al modello anni '80 ma introduce soluzioni moderne 

6 ott 2021 (Aggiornato il 2 nov 2021 alle 12:54)

La Ferrari Testarossa rappresenta un'icona per tutti gli appassionati di automobili, ma non solo. Le sue linee filanti, i suoi fari a scomparsa e le sue caratteristiche prese d'aria laterali sono diventati elementi inconfondibili per gli amanti delle auto sportive. Ma anche per chi, negli anni '80, ha seguito le vicende di Miami Vice che ebbe dal 1984 come protagonista proprio una Testarossa bianca. Di questo stesso colore, tanto elegante quanto insolito per le vetture di Maranello, è l'esemplare della grande coupé V12 che le Officine Fioravanti hanno sottoposto a una profonda operazione di restomod. Più cavalli, materiali leggeri e tecnologie moderne hanno permesso a questa Testarossa bianca di guadagnare prestazioni e sicurezza, senza però rinunciare a nulla del suo inconfondibile aspetto, né del suo carattere.

Ferrari Testarossa, la reinterpetazione di Fioravanti

Il restomod è una pratica che coinvolge sempre più automobili iconiche, con modifiche che spesso rivoluzionano completamente la vettura, sia meccanicamente che esteticamente. Fioravanti, per la sua reinterpretazione della Ferrari Testarossa, ha deciso di non stravolgere il progetto di partenza, migliorando e modificando numerose componenti ma senza esagerare. Tanto che, dall'esterno, la V12 del Cavallino non ha nulla di diverso da altri esemplari dello stesso periodo. Invece, sotto la sua candida pelle si nascondono numerosi aggiornamenti che hanno reso la grande GT emiliana una vettura molto più moderna e veloce, senza tradire nulla dell'anima originale del veicolo.

La base del restomod è un esemplare del 1984, su cui sono stati mantenuti inalterali tutti quegli elementi che hanno reso inconfondibile, e talvolta controverso, questo modello: dalle ruote monodado allo specchietto retrovisore singolo posto sul montante sinistro. A parte minimi ritocchi infatti il design della Testarossa è rimasto identico a quello firmato da Pininfarina all'inizio degli anni '80. Dove invece la Ferrari è cambiata tanto è nel comparto tecnico. A partire dal motore a 12 cilindri da 4,9 litri, che grazie a vari aggiornamenti e rivisitazioni è passato dai 390 cavalli originali ei 510 della versione firmata da Fioravanti, con un regime di rotazione che adesso raggiunge un massimo di ben 9mila giri.

Ferrari Testarossa: forme sexy

Restomod senza stravolgimenti

A subire modifiche sostanziali è stato anche l'assetto, adesso con barre antirollio regolabili e ammortizzatori a controllo elettronico specifici per questa vettura. Presente anche un sistema Front Lift che permette di alzare il muso di 70 millimetri per superare agevolmente rampe e dossi. I nuovi cerchi, sempre con un design fedele al passato, sono disponibili da 17 o 18”, abbinati a pneumatici Michelin 4S o in alternativa Pirelli Trofeo R. La frenata è stata affidata a un impianto Brembo, mentre la sicurezza è garantita da un nuovo sistema di controllo elettronico che gestisce ABS (disattivabile) e trazione. Rivista anche l'aerodinamica.

Le modifiche hanno permesso di ottenere complessivamente un risparmio di 130 kg, e le prestazioni sono cresciute considerevolmente: ora la velocità massima è di 323 km/h, contro i 290 del modello originale. All'interno, come all'esterno, l'aspetto è rimasto pressoché invariato rispetto alla Testarossa anni '80, ma con soluzioni moderne. Ad esempio, nell'abitacolo è presente il telefono cellulare in uso in quel periodo, che però dissimula alcune chicche come la presa USB e l'autoradio con Apple CarPlay. Per il resto, la strumentazione analogica, i comandi fisici e la leva del cambio ad H dominano il cockpit di questa Rossa, candida e potente, a cavallo tra storia e contemporaneità.

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