Dalla XK120 degli anni '40 alle sportive moderne: ecco i 5 (+1) modelli che hanno fatto la storia di Jaguar

Jaguar, i 5 (+1) modelli più importanti della Casa del Giaguaro

Sportività e lusso: sono questi i due concetti su cui <a href="https://www.auto.it/marche/jaguar">Jaguar</a> basa, sin dalla sua nascita, la creazione dei propri modelli. Una filosofia che ha dato alla luce grandi berline a elevate prestazioni e sportive coupé e cabrio confortevoli e spaziose. Oltre che, in tempi recenti, a Suv con queste stesse caratteristiche. Una storia lunga, quella di Jaguar, che affonda le proprie radici negli anni '20, quando Williams Lyons, giovane ingegnere britannico, diede vita insieme a William Walmsley alla Swallow Sidecar Company. Una società per la produzione di motocicli (che ben presto lasciarono spazio alle auto) destinata a riscuotere successo in breve tempo affermandosi come una delle Case automobilistiche di lusso più importanti del Regno Unito.
Nel secondo dopoguerra, la SS Cars cambiò nome in Jaguar, dando così effettivamente i natali, nel 1945, al brand che tuttora conosciamo. Da allora, le attività della Casa inglese si sono ampliate sempre di più, con numerosi passaggi di proprietà: nel 1968 Jaguar si fuse con la Leyland, dando vita alla British, un colosso dai piedi d'argilla che ebbe infatti vita breve. Dopo anni di gestione da parte del Governo britannico, nel 1989 la Casa venne ceduta al colosso americano Ford. Tuttavia, gli anni della gestione di Detroit non furono particolarmente felici, e nel 2008 Jaguar passò di nuovo di mano approdando nella galassia dell'indiana Tata, insieme a un altro brand inglese iconico, Land Rover.
Ma quali sono i modelli più importanti che hanno segnato la storia della Jaguar? Ecco i 5 che, secondo noi, sono stati più rilevanti per la Casa di Coventry. Con l'aggiunta di un “bonus”, ovvero un'auto che, viceversa, si è distinto per la propria performance negativa nonostante le eccellenti premesse.
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<h2>XK120 (1948)</h2>

La lunga tradizione delle Jaguar sportive si aprì nel 1948 con la XK120, modello a elevate prestazioni e dalla forma aerodinamica prodotta in oltre 12mila esemplari fino al 1954. Il suo debutto avvenne al Salone di Londra del '48, dove venne presentata come veicolo di prova per ospitare il motore XK6. Subito molto apprezzata dal pubblico, la XK120 diventò ben presto un modello di produzione. Tre le versioni proposte nel corso degli anni: Roadster, cabriolet e coupé, con la prima che fu protagonista, con successo, di numerose competizioni dell'epoca.
Sotto al cofano affusolato della XK120 trovava spazio un motore a 6 cilindri in linea da 3,4 litri, in grado di sviluppare una potenza compresa tra 162 e 213 cavalli, a seconda della versione. Elevate le prestazioni, con una velocità massima di 193 km/h con parabrezza installato (120 miglia orarie, da qui il nome del modello): abbastanza da rendere questa Jaguar la vettura di produzione più veloce della sua epoca. Sebbene prodotta in larga serie, oggi la XK120 è un modello molto ricercato dai collezionisti, con quotazioni che spesso superano i 100mila euro.
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<h2>E-Type (1961)</h2>

Quando si parla di Jaguar, la E-Type è probabilmente il modello più iconico e desiderato, tanto per le sue linee sportive quanto per la sua carriera fumettistica di vettura personale di Diabolik. Lanciata nel 1961 per sostituire la XK150, la E-Type rappresentò una vera e propria rivoluzione per l'epoca: caratterizzata da un design sinuoso e affusolato, adottava per la prima volta un telaio monoscocca (al posto di quello a longheroni utilizzato fino ad allora), sospensioni a ruote indipendenti al retrotreno e freni tutti a disco. Soluzioni che ponevano la sportiva inglese in netto vantaggio sulla concorrenza.
Il motore della E-Type di prima generazione era un 6 cilindri in linea da 3,8 litri, con 3 carburatori e una potenza di 265 cavalli. Le prestazioni non deludevano le aspettative: 240 km/h di velocità massima e un'accelerazione zerocento in 7,3 secondi. Proposta sia in versione coupé che cabrio, e aggiornata con una seconda e una terza serie fino al 1975, la E-Type ha venduto complessivamente 70mila esemplari. Ad oggi il suo valore oscilla tra i 50mila e gli oltre 300mila euro.
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<h2>XJ (1968)</h2>

Non sono solo le sportive ad aver fatto la storia di Jaguar: un ruolo fondamentale per la Casa di Coventry lo hanno avuto anche le berline di lusso. Prima tra tutte, la XJ, ammiraglia del brand sin dal 1968. La prima generazione del modello venne concepita con l'obiettivo di rispondere alla concorrenza delle grandi berline tedesche, proponendo una vettura al passo con i tempi senza però disperdere la tradizione Jaguar. Definita dalla stessa Casa del Giaguaro “la più bella e raffinata berlina che la Jaguar avesse mai costruito”, la prima XJ riscosse sin dall'inizio un notevole successo, tanto da renderla la capostipite di un'apprezzata famiglia di ammiraglie.
Dotata di unità a 6 cilindri in linea da 2,8 e 4,2 litri, e V12 5.3 con potenze fino a 254 cv, la prima XJ venne prodotta fino al 1973 totalizzando oltre 90mila unità prodotte. Complessivamente, Jaguar ha dato vita a ben 9 generazioni di questo modello. L'ultima, contraddistinta dalla sigla di progetto XJ351, è stata introdotta nel 2009 con un design sportivo e aggressivo, in completa controtendenza rispetto a quella che era stata fino ad allora la tradizione del modello. Nel 2019, la XJ è uscita di produzione senza eredi, lasciando alla più piccola XF il ruolo di ammiraglia del brand.
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<h2>XK (1996 e 2006)</h2>

La tradizione delle grandi coupé di lusso di Jaguar è stata incarnata in tempi recenti dalla XK, modello capace di coniugare lusso a prestazioni elevate. La prima generazione del modello è datata 1996: lunga 4,76 metri e basata sul pianale della berlina XJ di serie X300, la prima XK era proposta in doppia versione di carrozzeria, coupé e convertible, con motorizzazione a 8 cilindri standard (XK8, con potenze fino a 300 cavalli) ed R (XKR, fino a 400 cv).
Ma il vero salto di qualità si ebbe nel 2006 con la seconda generazione, disegnata da Ian Callum e che sfruttava l'alluminio per la carrozzeria. Anche in questo caso, le motorizzazione erano solo V8, ma con potenze (e prestazioni) decisamente più elevate. Dal 3.5 meno potente da 256 cavalli si arrivava infatti ai ben 550 cv erogati dall'estrema XKR-S da 5 litri. La XK è rimasta in produzione fino al 2014, per poi essere rimpiazzata dalla <a href="https://www.auto.it/marche/jaguar/modelli/f-type-coupe">F-Type</a> tuttora in commercio.
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<h2>I-Pace (2018)</h2>

Negli ultimi anni, Jaguar ha dovuto fare i conti con il cambiamento che ha travolto il settore dell'auto, con una sempre maggiore disaffezione nei confronti delle vetture tradizionali (berline in primis) in favore dei Suv. Così, nel 2016, la Casa inglese ha lanciato la <a href="https://www.auto.it/marche/jaguar/modelli/f-pace">F-Pace</a>, il suo primo modello a ruote alte, a cui ha fatto seguito l'anno dopo la più piccola <a href="https://www.auto.it/marche/jaguar/modelli/e-pace">E-Pace</a>. Nel 2018 il Giaguaro ha abbracciato un'altra rivoluzione, quella dell'elettrico, con la<a href="https://www.auto.it/marche/jaguar/modelli/i-pace"> I-Pace</a>, primo modello a zero emissioni realizzato dalla Casa di Coventry.
Lunga 4,68 metri e larga poco più di 2, la I-Pace sfoggia una linea aggressiva e sportiva, anch'essa figlia della matita di Ian Callum. La sua tecnologia è in parte derivata dall'esperienza maturata da Jaguar in Formula E, con trazione integrale sviluppata invece insieme a Jaguar. Il powertrain della I-Pace è composto da due motori elettrici sincroni a magneti permanenti, con una potenza complessiva di 400 cavalli e 696 Nm di coppia. La batteria agli ioni di litio, da 90 kWh, garantisce un'autonomia di 470 km con una ricarica.
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<h2>Bonus: XJ220 (1991)</h2>

Può un modello iconico e supersportivo, capace anche di affermarsi come il più veloce al mondo, rivelarsi nel contempo un flop? La risposta è sì, come dimostra la vicenda della Jaguar XJ220. Presentata nel 1991 e frutto di una collaborazione con la Tom Walkinshaw Racing, questa vettura rappresentava la massima espressione della sportività e della tecnologia Jaguar dell'epoca. Dotata di un V6 da 3,5 litri con due turbocompressori, la XJ220 sviluppava 550 cavalli e 645 Nm, nel '92 sul circuito di Nardò conquistò il record di auto stradale più veloce del mondo, strappando il primato alla Bugatti EB110.
Nonostante tutto questo, la XJ220 si rivelò un drammatico flop per la Casa di Coventry: la concept del modello, svelata nel 1988, era dotata di un V12 da 6,2 litri e 500 cavalli con trazione integrale e porte ad apertura verticale. Il prototipo ebbe un immediato successo, e furono ben 1.400 i clienti che sborsarono una caparra di 50mila sterline. Con l'avvento del modello di serie, però, le cose cambiarono radicalmente: il V12 lasciò spazio al potente ma decisamente meno “nobile” V6 di derivazione Austin Metro, la trazione diventò solo posteriore e le porte ad apertura tradizionale. Fu così che la maggior parte dei clienti chiese indietro il denaro già versato, e dei 1.400 esemplari prenotati inizialmente ne furono realizzati meno di 300.
Una disfatta per la Jaguar, se si considera che le rivali dell'epoca, in particolare la Ferrari F40 e la Porsche 959, avevano avuto un successo molto più importante sia a livello commerciale che soprattutto di immagine. Attualmente, le quotazioni della XJ220 sono risalite e un esemplare vale intorno ai 3-400mila euro, una cifra comunque nettamente inferiore rispetto a quelle di F40 e 959.
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