Mini Clubman Cooper 1.6

Lo chiamano “kart feeling” ed è quello che si ritrova puntualmente anche alla guida della nuova nata nella famiglia Mini. Avantreno preciso, ottimo inserimento in curva e grande sensibilità al rilascio dell’acceleratore ricordano in effetti le sensazioni di guida di un kart in pista. Il livello di tenuta di strada è elevato, con la possibilità di guidare anche in modo sportivo quella che dovrebbe essere la più borghese e familiare delle Mini in listino. La tendenza al limite è sottosterzante, con correzioni facili e istintive. La manovra di rilascio dell’acceleratore in curva permette infatti di chiudere con sollecitudine la traiettoria. Rispetto alla versione di base, il passo più lungo porta in una prima fase a una maggiore stabilità del retrotreno. Se si esagera, tuttavia, la reazione del posteriore diventa brusca dopo questo momento iniziale di relativa inerzia. Il controllo di stabilità DSC non è invasivo e lascia un certo margine all’eventuale sbandata del retrotreno prima di intervenire in maniera più decisa. Se lo si disinserisce, queste reazioni del posteriore possono però diventare impegnative da controllare alle velocità più elevate, soprattutto nel tipico caso della manovra di evitamento ostacolo. Separatamente dal DSC è possibile disattivare il controllo di trazione, operazione utile nel caso di partenze su fondi a scarsissima aderenza. L’auto si comporta bene nel misto come in autostrada, in particolare se si ha l’accortezza di mantenere attivi i controlli elettronici. Nelle curve veloci qualche controindicazione viene dallo sterzo servoassistito elettricamente. Il comando è forse anche troppo preciso e sensibile alle andature superiori, con la conseguenza di richiedere delle correzioni in forte appoggio.

Corta o lunga, da guidare è sempre lei

Il motore francamente non genera sensazioni entusiasmanti. Abbastanza omogeneo nell’erogazione della potenza, è comunque decisamente più utilizzabile una volta che la lancetta del contagiri oltrepassa la soglia dei 4000, lasciandosi poi usare sino a quota 6500 prima dell’entrata in funzione del limitatore. Se si dà fondo all’acceleratore aumentano però anche i decibel percepiti nell’abitacolo. Nel complesso la vettura non è silenziosissima. Come dimostrano i 75,5/ 74,2 decibel registrati a 130 km/ h di velocità. Le accelerazioni sono più che accettabili, con un tempo di 9”8 da 0 a 100 km/h e un allungo in 31” 16 sul chilometro con partenza da fermo. Sono invece meno brillanti le riprese, sia per le caratteristiche del motore sia per il fatto che la sesta è una marcia di riposo e che pure la quinta non è proprio cortissima. La velocità massima è raggiungibile proprio nel penultimo rapporto, dopo avere tirato a fondo tutte le marce precedenti. In sesta si viaggia preferibilmente in autostrada e sulle strade extraurbane alla ricerca di consumi più ridotti come dimostrano le relative percorrenze.

Per contenere consumi ed emissioni la Cooper Clubman ha di serie la funzione di spegnimento del motore: cambio in folle, via il piede dalla frizione e si “ stacca”. Frizione giù e si riaccende

A proposito di risparmi, è interessante la funzione automatica di spegnimento e riavvio del motore a ogni fermata, a sua volta disattivabile a piacere. Per usufruirne basta inserire la folle e portare il pedale della frizione in posizione di riposo perché il motore si spenga una volta che la macchina è ferma. Il successivo riavvio è pronto e veloce: basta infatti premere di nuovo il pedale sinistro. L’operazione diventa quasi naturale ed è possibile anche con il climatizzatore in funzione, sempre che quest’ultimo non sia sottoposto a un carico rilevante di lavoro (insomma, se non lo usate al massimo della potenza disponibile). Note abbastanza positive vengono dalla manovrabilità del cambio, con la possibilità di inserimenti delle marce veloci e solo leggermente contrastati. Convincono, per concludere, anche i freni, con spazi d’arresto sempre molto contenuti.