Polo 1.6 TDI: giochiamo a mini-Golf?

Volkswagen Polo 1.6 TDI: giochiamo a mini-Golf?

di Redazione

19.11.2009 ( Aggiornata il 19.11.2009 10:39 )

Rilevamenti e Tecnica

La Polo è basata sulla piattaforma modulare del gruppo VW, che ha esordito con la Seat Ibiza. Una struttura caratterizzata da elevate doti di rigidità, a fronte di un peso contenuto (meno 7,5% rispetto alla precedente Polo) grazie all’esteso ricorso ad acciai ad alta resistenza e tecnologie mirate, come la formatura a caldo per il telaio del tetto. Fra le soluzioni utilizzate per incrementare la resistenza agli urti, da citare la tempratura in forma per elementi quali la traversa inferiore, nella zona dei piedi, o il montante centrale.
Nel frontale invece è stata accentuata la divaricazione fra le zone ad assorbimento d’urto, concentrate nella struttura del paraurti, e quelle di protezione, con i longheroni principali irrigiditi per incrementare la protezione delle parti più esposte (radiatori) nei piccoli urti. L’autotelaio propone soluzioni convenzionali per le sospensioni (ma il McPherson anteriore è stato ridisegnato per intero, anche in relazione a una struttura che prevede carreggiate sensibilmente allargate) impianto frenante misto e servosterzo elettroidraulico.
Prima assoluta invece per il turbodiesel 1600 con alimentazione common rail, con pressione di iniezione a 1600 bar e attuatori piezoelettrici. Quasi perfettamente quadro nelle misure di base, il nuovo quattro cilindri VW prevede l’abituale abbinamento fra monoblocco in ghisa grigia e testa in lega di alluminio, distribuzione a due alberi a camme guidati da cinghia dentata e comando delle valvole con bilancieri a rullo. Bella verniciatura anche dietro i cofani, giochi costanti e contenuti in 3-4 mm, accoppiamenti di cristalli e lamierati secondo le soluzioni più attuali: al di là dell’evidente (ma recuperabile in produzione) sprofilatura del cofano motore, la carrozzeria regala un’immediata sensazione di qualità, che trova conferma in dettagli quali le serrature delle porte, contraddistinte dalla battuta “solida” e da uno sblocco molto agevole.
All’interno le poche note negative riguardano la struttura del volante (in poliuretano pellificato in stampo) l’assenza di fondi antirumore nei vani portaoggetti (che sono tanti e capienti) e la mancanza di protezione all’estremità delle guide dei sedili. Il resto è ineccepibile, a cominciare dalla qualità del TNT che riveste il padiglione, dall’imbottitura per la parte superiore della plancia e dal mix di due tessuti (veri) impiegati per la selleria e per i pannelli porta. A proposito di porte, le guarnizioni prevedono un tubolare semplice, che peraltro all’atto pratico mostra un’eccellente “tenuta” al rumore.
Esecuzione altrettanto convincente per i vani motore e bagagli: il primo vanta un layout accurato, facile accesso ai controlli (ma non alle lampade) ed è corredato da un’estesa protezione termica applicata alla traversa sotto il parabrezza. Il secondo presenta una rifinitura impeccabile per i fianchi e per il primo dei due piani sul fondo. Quello inferiore, che separa il vano dal ruotino, è invece formato da un semplice pannello di masonite.
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