Nissan Micra, cittadina del mondo

Prestazioni

Date le premesse alla base dell’evoluzione Micra, le aspettative sul piano dinamico sono quelle tipiche di un’automobile che sappia fondamentalmente rivelarsi “ buona” per tutti i giorni e tutte le occasioni: semplice, concreta, agile nel traffico e da parcheggiare, adeguata quando percorrenze e distanze aumentano. E in quest’ottica, la nuova nata di Casa Nissan sostanzialmente mantiene fede al proprio DNA storico. Decisamente corta rispetto alla media di categoria, nonostante la piccola crescita dimensionale, la nuova giapponese vanta un raggio di sterzata davvero minimo ( 4,5 metri) che consente inversioni al primo colpo in pressoché tutte le occasioni; allo stesso tempo, l’eccellente visibilità e l’agilità di manovra la rendono un compatto e guizzante “ folletto” quanto mai intuivo e semplice da condurre, capace di offrire immediata confidenza e senso di padronanza.
I consumi di carburante, con il cambio CVT, risultano piuttosto elevati: la nuova Micra è annunciata come particolarmente parsimoniosa ed economica, ma si fa un po’ fatica ad accontentarsi nella realtà di 11 km/ litro in città ( 14,9 km/ l il dato dichiarato!) e addirittura appena 10,4 km/ l ad andatura autostradale; 13 km/ l o più sono possibili solamente confinando l’andatura entro i 120 km orari e stando ben lontani dall’ambito urbano, scenari un po’ improbabili per una compatta votata proprio a quest’ambito di impiego prevalente. Ogni confronto con la concorrenza è perdente, e restando in casa Nissan, spicca come la più piccola Pixo col 1.0 da 68 cv, anch’esso tre cilindri ma cambio manuale, in città e autostrada faccia segnare ben 15,6 e 15,9 km/ l. Restando nell’ambito dell’analisi delle prestazioni, lo scatto da fermo conferma le prestazioni dichiarate ( poco più di 14” ai 100 km orari), mentre la velocità massima è appena inferiore ( 157 contro 161 km/ h); le riprese sono piuttosto briose data la trasmissione automatica. Discreta la frenata, anche se il pedale non è gran che modulabile, mentre l’analisi del confort acustico mette in mostra un’insonorizzazione senz’altro perfettibile già varcando la soglia dei 100 orari, pur in presenza di un rombo meccanico ben incapsulato quanto meno ad andatura costante.