BMW 650i Cabrio, stagione di caccia

BMW 650i Cabrio, stagione di caccia

di Redazione

14.06.2011 ( Aggiornata il 14.06.2011 17:07 )

Prestazioni

Se guidi a occhi chiusi potresti essere su una Serie 5 GranTurismo o su una “sette” che nemmeno te ne accorgeresti. È talmente elevata la qualità di marcia della 650i che non sembra di essere su una cabrio, anche viaggiando belli spediti in autostrada oppure marciando sul pavè del centro.
L’insonorizzazione è eccellente, non avverti fruscii aerodinamici o rumori invadenti provenienti dall’esterno; l’ambiente interno è ovattato quanto quello di una berlina, e lo testimoniano i soli 70 decibel misurati a 130 orari, ottimo valore per la classe. Ancora, sulle sconnessioni più decise non senti la carrozzeria che torce un po’, come capita spesso su cabrio di questa stazza, a testimonianza di una scocca che pur se privata del tetto deve vantare evidentemente una ottima rigidità.
Per accorgerti di essere su una convertibile, dunque, l’unica maniera è quella di mantenere il dito sul pulsante d’apertura per una ventina di secondi, tempo che tutti i servomeccanismi sistemino la tela nel vano bagagli. A quel punto sì che stai viaggiando con una cabrio. E se non hai montato il frangivento o almeno sollevato tutti e quattro i finestrini (pardon cinque, c’è anche il lunotto posteriore) te ne accorgi molto in fretta, diciamo non appena hai finito di tirare la seconda marcia e viaggi a circa 90 orari. Già a queste andature i vortici d’aria in abitacolo iniziano a diventare piuttosto fastidiosi, com’è naturale che sia su una cabriolet con una porzione d’abitacolo aperta talmente lunga. Il limite di sopportazione medio può arrivare a 130 orari a vetri alzati, con il lunotto posteriore che se sollevato o meno in realtà fa ben poco (protegge soprattutto i passeggeri posteriori), mentre risulta molto più utile il frangivento, sebbene sia un po’ macchinoso da montare e imponga la rinuncia ai due eventuali passeggeri posteriori.
Tornando al confort stile Serie 7 durante la guida a capote chiusa, concorrono certamente al risultato delle sospensioni votate a questa missione, dunque dalla taratura piuttosto morbida ma che nonostante ciò non influiscono più di tanto sui movimenti della scocca in curva e in frenata, sempre molto composti anche facendo a meno dell’opzionale Adaptive Drive (ammortizzatori a regolazione elettronica e compensazione del rollio in curva). Alcune variazioni di guida sono comunque possibili agendo sul Driving Dynamic Control (di serie), il selettore sul tunnel centrale che attraverso tre posizioni (Normal, Sport e Sport+) consente di avere una risposta più pronta del motore e del cambio, oltre che a un comportamento più permissivo del controllo di stabilità e a uno sterzo (elettromeccanico) più consistente, sebbene non troppo generoso nell’elargire informazioni alle mani e dal feeling un poco artificiale.
Ma l’elemento che trae maggior beneficio nel passaggio da Normal a Sport è senza dubbio il cambio, il cui mutamento di carattere è palesemente avvertibile. L’otto marce automatico ZF, già su molte altre vetture della gamma, ha il classico convertitore di coppia ma pare di avere a che fare con un doppia frizione: il convertitore slitta pochissimo, la risposta è pronta e diretta e basta guardare la velocità di caduta dell’ago del contagiri fra un passaggio e l’altro per comprendere quanto sia rapido nell’azione. Durante le cambiate, peraltro, il taglio d’alimentazione motore è molto netto proprio per fornire quella sensazione di sportività d’innesto tipica dei doppia frizione più cattivi, condita dal caratteristico sound stile mitragliata allo scarico che non guasta mai. Una volta tornati alla modalità Normal, lo Steptronic si rimette i suoi abiti borghesi infilando dentro una marcia dietro l’altra senza che nessuno, a bordo, se ne accorga. Quasi non ci si accorge nemmeno del V8, talmente è discreta la sua presenza.
Voce sommessa, spinta possente ma sempre molto vellutata e lineare. Oltre 400 cavalli turbocompressi che regalano alla 650i una progressione quasi inarrestabile, se non dal limitatore di velocità che a circa 250 effettivi ferma, in maniera ben avvertibile tant’è la spinta, la corsa della vettura. È un propulsore che ha coppia e potenza da vendere, in basso come in alto. Ma al quale forse manca quel pizzico di pepe che, su una BMW di razza, non guasterebbe.
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