Audi A3 2.0 TDI Ambition, se la guidi ti conquista

Audi A3 2.0 TDI Ambition - Prova su strada

di Redazione

30.05.2013 ( Aggiornata il 30.05.2013 14:41 )

Presentazione


Appena presa in mano la nuova Audi A3
, una delle prime cose che hanno catturato la nostra attenzione sono stati i tasti degli alzacristalli: rispetto ad altre Audi, qui hanno allungato e ammorbidito la corsa del pulsante, in modo da offrire un feedback migliore e poter regolare millimetricamente l’apertura del cristallo, operazione che su altri modelli era un po’ meno pratica.

E qui direte voi: ma di tutte le novità che ci sono badate a queste bagianate? Ebbene sì. Perché è da questi dettagli di poco conto, come da tanti altri sparsi un po’ dappertutto, che si percepisce l’attenzione maniacale con cui è costruita un’automobile. Potremmo proseguire la lista delle inutili inezie con le bocchette d’aerazione rotonde: belle da vedere, pratiche da usare, ma nessun cliente di A3 forse saprà mai, nel corso della vita dell’auto, che ognuna di quelle bocchette è composta da oltre trenta piccoli elementi le cui tolleranze fra l’uno e l’altro ammontano a pochi centesimi di millimetro; oppure vi accorgerete soltanto mentre caricherete gli sci sul portatutto che tra fiancate e tetto non c’è una linea di giunzione, con la scocca che pare un elemento in blocco unico; in realtà quella linea c’è, ma essendo saldata al plasma e poi levigata a spazzola, il punto di contatto fra fianchi e tetto è praticamente invisibile a favore della pulizia delle forme.

Sempre da questi dettagli comprendiamo anche perché Audi abbia deciso proprio di recente di dare una svolta al design dei suoi modelli prossimi venturi, puntando a soluzioni di stile che mettano maggiormente in risalto la tecnologia che si cela sottopelle. L’aspetto esteriore della A3, infatti, in un certo senso non rende giustizia al carico di innovazione e tecnologia che si nasconde timidamente dietro a quella calandra così tremendamente simile a tutte le altre.

Perché questa A3, come del resto la Golf 7 provata lo scorso mese e tutte le vetture che nasceranno dalla piattaforma MQB, va bene in maniera quasi antipatica. Il 2.0 TDI non ha soltanto dieci cavalli in più del precedente. È stato rivoltato, nel senso letterale del termine perché ora è montato al contrario e maggiormente inclinato verso l’abitacolo, e anche rivisto in molte componenti. Con il risultato che questi 150 cavalli sono ora erogati in maniera molto meno ruvida e rumorosa, più progressiva ed appagante, che sfociano in ottime prestazioni (oltre 215 orari e poco più di 8” sullo 0-100) e consumi straordinari, con quasi 19 km/litro effettivi in media.

Ancora, il fatto che il motore sia montato in maniera differente rispetto a prima, ha permesso ai progettisti di spostare in avanti di 40 millimetri l’asse anteriore, un avantreno peraltro alleggerito grazie all’impiego dell’alluminio. Pertanto, il sottosterzo cronico tipico delle Audi di un tempo è scomparso in favore di un inserimento in curva davvero degno di una sportiva vera. C’è poi da mettere sulla bilancia il peso, abbattuto considerevolmente sempre grazie alla nuova piattaforma e all’uso della lega leggera (cofano e parafanghi in alluminio): questa A3, ben accessoriata, con il pieno di carburante pesa appena 1344 chili, che ad oggi risulta una cifra quasi ridicola.

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Design
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