20.02.2014 ( Aggiornata il 20.02.2014 09:02 )
La nuova RS6 Avant è una vettura che potrebbe attirare su di sè parecchie antipatie. Oppure scatenare una bella dose d’invidia misto rabbia e incredulità. Perché? Provate a immaginare la scena: ci sono una Ferrari FF, una Mercedes SLS AMG e un’Audi R8 V10 che stanno aggredendo i tornanti di montagna per raggiungere St. Moritz.
Nello specchio retrovisore vedono arrivare la sagoma di questa RS6 e tutte e tre iniziano a spingere ancora di più per lasciarsi alle spalle quella impertinente familiare, che magari ha anche gli sci sul tetto e il seggiolino per bimbi dietro. Perché una giardinetta, da che mondo e mondo, non può permettersi di far parte di una tale èlite.
Le tre supercar forzano sempre più le frenate, escono dalle curve dando fondo a tutte le risorse dei loro potenti motori pluirfrazionati e mettono a dura prova i loro leggeri telai d’alluminio e le raffinate sospensioni sviluppate in pista. Ma la RS6 è sempre lì, incollata agli scarichi delle tre supercar con un sorriso malcelato sulla calandra. NON STIAMO esagerando.
Questa scenetta immaginaria potrebbe virtualmente accadere sulla base di quello che abbiamo rilevato presso il nostro Centro Prove. Perché appurato che la RS6 Avant sul dritto fila come un razzo (3”94 sullo 0-100 e oltre 305 km/h effettivi bastano?), l’aspetto che ci ha più impressionato, e per certi versi colto un po’ alla sprovvista, è che le sue doti di handling sono cresciute in maniera spaventosa.
In pista, sebbene sia un terreno che mai calcherà questa vettura e che le Audi S ed RS vecchia generazione non hanno mai digerito bene causa sottosterzo, questa familiare da venti quintali viaggia sullo stesso passo delle tre supercar sopracitate e rispetto alla precedente RS6 Avant, quella con lo spropositato V10 5.2 biturbo da 580 cavalli, ha guadagnato quasi dieci secondi. Una vita. Questo significa, tradotto in sostanza, che il lavoro svolto a livello telaistico su quest’ultima edizione della RS6 è stato davvero straordinario. La missione, infatti, non era propriamente una passeggiata di salute.
Agli ingegneri di Ingolstadt è stato chiesto di creare una nuova RS6 che andasse più di prima e consumasse meno di prima, facendo a meno del grosso 10 cilindri con doppia sovralimentazione di origine Lambo e utilizzando un ben più piccolo V8 4.0 biturbo, che tra l’altro ha 560 cavalli anziché i precedenti 580. Il loro compitino l’hanno fatto a modo, come al solito, e difatti questa RS6 è più performante della precedente in qualsiasi condizione e beve meno benzina. Ma soprattutto è infinitamente più divertente ed efficace fra le curve. I motivi sono due: la RS6 nasce su una base, quella di A6/A7 ultima generazione, che a livello dinamico ha innalzato notevolmente i limiti, grazie a una miglior distribuzione dei pesi e a una nuova trazione quattro.
Poi, nello specifico della RS6 Avant che abbiamo provato, c’è da fare i conti con il pacchetto Dynamic Plus che include una serie di soluzioni tecniche rivolte proprio alla guida sportiva: sospensioni RS Plus non pneumatiche ma con molle a ammortizzatori tradizionali, ruote da 21 pollici, freni carboceramici, differenziale posteriore sportivo, sterzo dinamico, senza contare la chicca del limitatore spostato a 305 orari per tutti coloro che ogni tanto frequentano le Autobahn e vogliono divertirsi a fare gli abbaglianti alle Porsche Carrera.
Così conciata, questa RS6 è stata dunque capace di tirar fuori numeri davvero impressionanti proprio nel campo meno congenito per questo genere di vetture, la pista. E di conseguenza, fatto ancor più importante per chi guiderà la RS6 Avant, di aver ampliato ancora di più il suo raggio d’azione. Perché il bello di quest’ultima Audi è che può essere davvero una vettura totale: sa essere confortevole e silenziosa quanto una A6 Avant turbodiesel, ma quando sposti tutti i parametri su Dynamic attraverso l’Audi Drive Select cambia carattere come se soffrisse di disturbo bipolare: l’assetto diventa granitico, lo sterzo duro, la trazione quattro spara la maggior parte della coppia verso le ruote posteriori e il V8 cambia voce come fosse posseduto, con un sound dirompente e sonore botte di ritorno in rilascio.
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Audi RS6 Avant, il peggior incubo delle supercar, prova su strada
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