30.12.2014 ( Aggiornata il 30.12.2014 09:48 )
Il senso della Twingo numero 3 sta tutto qua: nell’aver messo in comune con Smart il pianale della nuova Forfour. Solo che, mentre il 1.0 aspirato da 71 cv è quello della citycar del Gruppo Mercedes, il 900 turbo da 90 cv è un propulsore 100% Renault: lo stesso già utilizzato sulla Clio.
Montare un motore dietro invece che davanti — ed evitare che abbia uno sviluppo verticale importante, così da ricavarci sopra un baule dalla capienza quantomeno decorosa — è più facile da dire che da fare. Infatti praticamente tutta l’accessoristica è stata riprogettata: messo accanto al gemello destinato alla Clio, il motore (inclinato di 49° sul suo asse) è più basso di ben 15 cm. L’inconsueta architettura, in un mondo dominato dalla trazione anteriore (ora che persino BMW si è convertita...), ha portato a scelte altrettanto inusuali in termini di sospensioni: se davanti il McPherson era inevitabile, il retrotreno è a ponte rigido De Dion secondo una geometria che Smart applicava peraltro già prima, sulla Fortwo.
Altra sostanziale differenza: l’angolo di sterzo enormemente superiore, di 45° contro i 30° delle classiche trazioni anteriori nelle quali, più che dove stanno le ruote motrici, quel che conta è che motore e cambio sono di traverso sullo stesso asse e limitano di conseguenza i margini di spostamento di gomme e cerchi. Ennesimo “plus” del tuttodietro: poter fare un muso morbido (il cofano è in termoplastica, sotto non ci sono gli ingombri della meccanica) con enormi vantaggi in termini di protezione pedoni
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