Una struttura per costruire le nuove Rosse elettrificate, ma non solo: ecco come il Cavallino guarda al futuro
23.06.2024 19:47
L’e-building non è solo una costruzione dove si possono costruire auto con motori termici, ibride o elettriche, contemporaneamente, è il “manifesto” e la dimostrazione pratica di come l’attuale difficile fase di transizione va affrontata con una flessibilità guidata dall’analisi di tutti i segnali che arrivano e con la voglia di esplorare tutte possibilità tecniche. Non è mancata una frecciata all’Europa...
Ci sono Costruttori che con le loro innovazioni hanno tracciato la strada del progresso dell’automobile. Abbiamo volutamente evitato di aggiungere l’aggettivo tecnico davanti alla parola progresso perché, ad esempio, la catena di montaggio della Ford non fu solo una svolta tecnica, fu anche sociale, perché rese accessibile l’auto vaste fasce della popolazione. La Ferrari, con l’e-building, mostra le tante facce che può avere una strategia industriale non solo sostenibile ma che guarda con lungimiranza alle sfide di un futuro pieno di incertezze e che prospetta rapidi cambiamenti, peraltro indispensabili per la sopravvivenza del pianeta. Certo - qualcuno dirà - è relativamente facile operare con agilità e flessibilità quando i volumi produttivi sono ridotti, come per la Casa del Cavallino (13.663 vetture costruite nel 2023 ) e gli utili sono elevati (1,257 miliardi nel 2023, +34% sul 2022), ma la e-builiding di Maranello, che ha comportato un investimento di 200 milioni di euro, è interessante sotto vari aspetti. Prima di andare a vederli è il caso di ricordare che la lettera e, che precede della parola building, sottintende i tre filoni lungo i quali si muoveranno le future strategie della Ferrari: energy, evolution ed environment (energia, evoluzione e ambiente).
Nelle foto dell'interno dell'e-building, si nota che i materiali per la realizzazione delle vetture non si trovano a terra come nelle fabbriche tradizionali, ma arrivano da binari aerei. Ciò migliora l'ergonomia per le maestranze che eseguono le varie operazioni.
La prima cosa che sorprende dell’e-building è che può produrre contemporaneamente auto col motore termico, ibride ed elettriche. Nella nostra visita abbiamo visto solo la costruzione delle termiche e delle plug-in hybrid; quanto alla sezione elettrica, abbiamo osservato la sezione dove nascono i motori elettrici, ora per le PHEV poi anche per le full electric. La e-building, che occupa trecento persone non ha comunque la mission di aumentare la produzione, che resterà sempre attorno alle 40 unità al giorno.
Il numero è flessibile perché la forza lavoro può talvolta (e soprattutto più frequentemente che in altre aziende) risultare ridotta per l’assenza di dipendenti inviati a corsi di aggiornamento professione o formazione di più evolute competenze. Già che parliamo di produzione, aggiungiamo che alla Ferrari il ciclo produttivo è organizzato su due turni di lavoro: il primo dalle 6 alle 14 e il secondo dalle 14 alle 22. La funzione della e-building sarà dunque quella di assicurare una maggiore flessibilità produttiva, indispensabile con l’arrivo nel 2025 di un modello a batteria. Questa flessibilità è rivolta sia all’implementazione delle evoluzioni tecnologiche, che potranno essere adottate più rapidamente sulle auto costruite, sintetizzata con la definizione “riduzione del time to market”, sia alla realizzazioni degli esemplari unici che assicurano alla Ferrari margini di utile a dir poco rilevanti.
Un bolide di Maranello, nell’immaginario collettivo viene associato, al sound degli impareggiabili motori del Cavallino, ma dopo le spiegazioni date dall’amministratore delegato della Ferrari Benedetto Vigna, alla presentazione, c’è da aggiungere che questa visione, comune a tantissime persone, è ormai superata dai tempi. Viviamo un mondo in rapido (e spesso inatteso o inimmaginabile) cambiamento.
Ecco, inatteso e inimmaginabile è ciò ha spiegato l’amministratore delegato della Ferrari dicendo c’è un pubblico disposto a diventare cliente Ferrari solo con un’auto full electric. La circostanza, chiaramente supportata dalle indagini di mercato della Casa, a ben guardare non deve stupire più di tanto, specie se si riflette su come l’escalation della rivoluzione digitale ha creato tanti nuovi giovani super ricchi resi tali appunto dalla rivoluzione stessa e pertanto dotati di una diversa sensibilità verso l’auto elettrica, rispetto a chi ha qualche anno di più. Quanto alla percentuale di auto a batteria che la Ferrari ipotizza di vendere, il Ceo è stato risoluto nel non dichiarare nulla.
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