Allarme Tavares: l'industria auto non può sostenere i costi della transizione elettrica

Allarme Tavares: l'industria auto non può sostenere i costi della transizione elettrica

“Ciò che viene imposto all’industria dell’automobile è una elettrificazione che alza del 50% i costi di produzione rispetto a una vettura convenzionale"

di Francesco Forni

02.12.2021 ( Aggiornata il 02.12.2021 09:44 )

Carlos Tavares avvisa i naviganti, i Costruttori auto non sono in grado di sostenere i costi della transizione elettrica alla velocità richiesta dai governi europei e dagli investitori. Gli esborsi per questo sprint sono in contrasto con la conservazione di molti posti di lavoro e con la qualità delle auto. Un ritmo che non può essere retto dal comparto.

Oltre i limiti, l’allarme del Ceo di Stellantis, già anticipato negli scorsi mesi e condiviso dal presidente di Toyota, Akio Toyoda, è un monito concreto.

Tavares durante l’evento Reuters Next ha parlato chiaro. “Ciò che viene imposto all’industria dell’automobile è una elettrificazione che alza del 50% i costi di produzione rispetto a una vettura convenzionale. Non possiamo portare questo 50% in più dei costi sul consumatore finale. La classe media, nella sua maggior parte, non sarà in grado di affrontare una spesa del genere”.

Prezzi più alti, meno posti di lavoro

Tavares ha indicato che la strada obbligata sarà quella di aumentare il prezzo di listino e prepararsi a vendere meno auto o rassegnarsi a margini più bassi: il settore automotive non ha margini alti già oggi. In ogni modo la prospettiva è quella di dover eliminare molti posti di lavoro. Scenario già avanzato da numerose organizzazioni sindacali nel Vecchio Continente.

La transizione imposta è troppo veloce. “Provocherà molti problemi - ha aggiunto Tavares - di ogni genere. Le pressioni esterne stanno portando l’industria dell’auto al limite. Per non ridurre la forza lavoro nei prossimi cinque anni la produttiva dovrà essere aumentate del 10% l’anno. Un ritmo non naturale per il settore, che è abituato a fare incrementi del 2% o 3%. Questo lasso di tempo ci dirà chi riuscirà a farlo e chi fallirà”.

L’ultima parola del Ceo di Stellantis è da prendere alla lettera, purtroppo.

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