Incentivi auto 2022, Draghi investe sull'automotive

Incentivi auto 2022, Draghi investe sull'automotive

Un miliardo all'anno (700 milioni nel 2022) fino al 2030, per l'industria dell'auto e la riconversione della filiera nella prospettiva di una mobilità elettrica e sempre più digitalizzata (leggi chip)

di Pasquale Di Santillo

01.04.2022 10:51

Aveva ragione Luca de Meo, CEO di Renault quando lo scorso autunno al Salone di Monaco parlando dei problemi dell'automotive scherzò dicendo "... dopo la pandemia e la crisi dei semiconduttori, manca solo l'invasione delle cavallette all'automotive...". L'invasione in effetti c'è stata ed è anche peggiore di quella ricordata dal manager. E, per rimanere a casa nostra, non poteva scegliere momento peggiore (ammesso ne possa esistere uno migliore in questi casi). Proprio quando il Presidente del Consigilio Draghi - su insistenza dei Ministri Giorgetti e Giovannini - è riuscito, primo nella storia, a dare una prospettiva, una pianificazione di lungo termine al sostegno di tutta l'industria dell'automotive, stanziando 1 miliardo l'anno fino al 2030.

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La cifra stanziata dal governo italiano

Ora, l'emergenza della guerra in Ucraina ha inevitabilmente rallentato tutto e il Decreto Bollette dove è stato inserito il provvedimento relativo agli incentivi, pur essendo già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale è in attesa dei decreti attuativi prima di diventare davvero operativo. Interpretando la grammatica istituzionale, già il fatto che la somma per il 2022 dedicata all'automotive sia stata ridotta prima a 800 e poi a 700 milioni, può significare solo una cosa. E cioè che tutta l'operazione scatterà ad aprile. E, se i numeri non ci ingannano, il confronto con il 2021 è proporzionato. Perché, lo scorso anno, l'automotive ha ricevuto in quattro diversi momenti una somma totale vicina al miliardo e 200 milioni, ma per tutti e 12 i mesi. Semmai il problema è di diversa natura e non sarà facile da affrontare e nemmeno risolvere. La somma stanziata dal Governo Draghi, infatti, comprende non solo il sostegno alla vendita delle auto ma anche quello della filiera per la produzione di chip e batterie. Insomma, vale per tutto il comparto. E i decreti attuattivi saranno fondamentali proprio per modulare con buon senso la distribuzione delle risorse tra tutti i vari settori.

Obiettivo: riaccendere la domanda

La priorità numero uno, senza timore di smentita, almeno al momento, è quella di riaccendere la domanda che come dimostrano i numeri delle vendite, è decisamente depressa dall'attesa degli incentivi stessi che induce i consumatori a rimandare l'acquisto della propria vettura nuova fino a quando non avranno chiaro il risparmio netto al quale potranno accedere attraverso gli incentivi stessi. Quindi, la logica vorrebbe che in questi primi due (?) anni la percentuale della somma stanziata dal Governo fosse spostata più verso le auto che verso le esigenze della filiera - perché senza vendite anche la filiera andrebbe in tilt. L'altro nodo da sciogliere, invece, riguarda la suddivisione del denaro disponibile tra le varie fasce di emissioni, se, cioè, privilegiare solo le vetture a bassissime (o zero) emissioni, oppure contemplare, e in che quota, quelle tradizionali che erano e rimangono la parte preponderante del mercato, anche nell'ottica del ricambio del parco circolante, vecchio e inquinante. Anche qui, la scelta più equilibrata dovrebbe prevedere una suddivisione equa tra elettrico/ibrido ed endotermico per poi nella prospettiva di medio-lungo termine privilegiare le alimentazioni più green. Come sempre, lo scopriremo solo vivendo.

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