Volvo, performance stabile in un contesto instabile

Volvo, performance stabile in un contesto instabile

Il marchio svedese vola in borsa e festeggia un +7,20%, con una crescita dell’8% nonostante l’azienda abbia venduto meno macchine

di Monica Secondino

28.04.2022 18:49

Volvo festeggia con un +7,20% in Borsa – quando si scrive – i dati dei primi tre mesi dell’anno, che sono migliori delle attese con un margine operativo di 6 miliardi di corone svedesi (circa 600 milioni di dollari ovvero 555 miioni di euro), più alto dei 4,2 miliardi attesi dagli analisti. I ricavi in corone svedesi sono di 74 miliardi rispetto ai 69 nel Q1 2021 con una crescita dell’8%, nonostante l’azienda abbia venduto meno macchine. Precisamente sono 148.295 le Volvo distribuite, con un calo del 20% rispetto al primo trimestre del 2022. La percentuale di auto a batteria vendute è stabile al 34% in rialzo dal 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un 8% di auto completamente elettriche.

Jim Rowan, Chief Executive Officer, nel corso della presentazione, ha spiegato che “la domanda continua ad essere incredibilmente forte”, inclusa quella per i veicoli elettrici. Anche le vendite online proseguono molto bene e si attestano al 13% delle vendite totali con l’estensione a questo servizio anche per le flotte di aziende di piccole e medie dimensioni in UK e SE.

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Il copo di coda tra covid e guerra

I volumi di vendita diminuiscono a causa dei problemi relativi alla carenza di semiconduttori e ai recenti lockdown in Cina dovuti alle restrizioni registrate per la nuova ondata di Covid-19. I primi avranno impatto sulla produzione soprattutto per problemi legati a uno specifico tipo di semiconduttore, che è destinato comunque a migliorare lentamente nella seconda parte dell’anno. I secondi continueranno a manifestare il loro impatto anche nel secondo trimestre dell’anno e tutto dipenderà dalla durata delle chiusure.

Gli effetti derivanti dalla guerra in Ucraina invece, si manifestano principalmente con l’aumento dei prezzi dell’energia, del trasporto e delle materie prime. Questi ultimi in particolare si concretizzeranno nel secondo trimestre e ancor di più nel terzo, ma sono già state prese misure sui prezzi per compensare l’aumento delle materie prime. Qualora inoltre ci dovesse essere un embargo anche per le fonti energetiche in Volvo sono pronti ad approvvigionarsi negli Stati Uniti e in Cina.

Verso un futuro eletrifficato

La diminuzione dei volumi è stata compensata dal mix di vendita e di prezzo e l’EBIT del Q1 è dell’8,1% (6 miliardi di corone svedesi ovvero 555 miioni di euro), comunque in calo rispetto a quello del Q1 2021, che era del 12,3%. Se si escludono i contributi delle JV e delle società collegate (Polestar, Link&Co ecc.) l’EBIT del primo trimestre è di 7,9%. I margini relativi alle auto a zero emissioni sono leggermente peggiori rispetto a quelli registrati per i veicoli non BEV (margine lordo è del 14% contro il 21%) ma questi numeri vanno letti tenendo presente anche che la gamma prodotti dei secondi è decisamente più ricca rispetto ai modelli 100% elettrici e in Volvo si aspettano che ci sarà una convergenza per il futuro.

Un futuro che è ancora di grande incertezza ma l’azienda mantiene i suoi piani ambiziosi di raggiungere la piena elettrificazione entro il 2030. Entro il 2025 i target prevedono di arrivare a 1,2 milioni di auto, di cui 50% saranno 100% elettriche, con una riduzione del 40% di CO2, il 50% di vendite online e il 50% di software proprietario e un EBIT tra l’8 e il 10%.

L'accordo con Northvolt

È anche per realizzare tutti questi obiettivi che Volvo ha fatto un accordo con Northvolt per uno stabilimento di batterie a Gothenburg, che fornirà le celle per i modelli di Volvo e Polestar dal 2025. Interessante notare come Volvo stia diventando sempre più una software company, al pari di altri OEM, e questo lo dimostra anche il fatto che a Stoccolma si è passati da 300 a 700 posizioni in ruoli legati proprio a questo aspetto così importante per la nuova mobilità.

Nulla si è detto della quotazione al NYSE di Polestar. Il brand elettrico completamente autonomo dovrebbe arrivare al Nasdaq entro il primo semestre di quest’anno e la sua valutazione complessiva iniziale era di 20 miliardi di dollari, ovvero poco più di 19mila euro.

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